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 2009  marzo 13 Venerdì calendario

A SABAUDIA CON LA CALLAS INNAMORATA


Una barca di 38 metri ha gioiosamente messo in crisi Sabaudia raggiungendo dal lago il centro cittadino grazie a un marchingegno inventato dagli operai del cantiere Rizzardi. La barca è destinata al solito sceicco, ma il ricavo è un’ampia boccata d’ossigeno per il cantiere e il conseguente indotto, come ha detto Maurizio Lucci, il giovane f.f. Sindaco. E, secondo Gaetano Benedetto, presidente del Parco nazionale, la partita si vince allargando l’alta stagione: turismo tutto l’anno. Due scuole di pensiero si fronteggiano. Una postula un turismo da spiaggia non più riservato a pochi privilegiati, quelli delle ville sulle dune, per intenderci. L’altra mira a coniugare lago e mare, facendo di Sabaudia un immenso porto turistico. Codesto faraonico progetto presuppone tuttavia la distruzione della diga romana per consentire, appunto, il viavai delle barche anche da 38 metri.
Il lago a ridosso di Torre Paola, benedetto da un mare cristallino, appartiene da secoli alla Famiglia Scalfati. Divisa sulla sua sorte, Anna Scalfati, la bella inviata del Tg3, condanna «assurde speculazioni». Suo fratello Alfredo spinge per il porto turistico. Italia Nostra è stata allertata. Vedremo.
Sabaudia avrà 75 anni presto; sorse per dar posto a un’area protetta nel parco del Circeo (8.500 ettari). «L’agro redento diede nuove terre da coltivare a sessantamila coloni veneti, friulani, romagnoli e fece sorgere città nuove di zecca» (cfr. L. Colonnelli, Corsera). Sabaudia la disegnò un team guidato dal Piccinato: esempio unico di città a misura d’uomo. Il Vecchio Cronista scoprì Sabaudia grazie a Paolo Monelli. Moravia vi costruì una villa spartana che fu studio di pittori veri come il Tornabuoni, di giornalisti e scrittori: dalla dolcissima Dacia Maraini a Flaminia ed Enzo Siciliano, da Bernardo Bertolucci a Dario Bellezza. Quando si trattò di scrivere la biografia-intervista di Moravia, fu scelto il più giovane di tutti: Alain Elkann. Per anni lunghi e fecondi la casa di Moravia albergò, tra i tanti, Pasolini che vi portò anche la Callas (vanamente) innamorata del regista di Medea. «... quanto abbiamo riso noi intellettuali dell’architettura del regime - scrisse PPP -, sulle città come Sabaudia. Eppure adesso queste città le troviamo assolutamente inaspettate...». Non senza coraggio Carla Fendi ha completato la villa disegnata da Lucio Costa, uno dei campioni del Razionalismo italiano.
«Sabaudia ha Sabaudia», rispondeva Moravia quando gli chiedevano della città cara al suo cuore scontroso. «Sabaudia ha Sabaudia»: venti chilometri di spiaggia bianca, quindici miglia di mare. Zona protetta quant’altra mai, Sabaudia vede nidificare le cicogne, vede il volo solenne degli aironi rossi, degli aironi cinerini; vede nella riserva di Caprolace ricrearsi nei «punti d’inferno» l’habitat caro agli uccelli acquatici. Non c’è una ciminiera che lordi il cielo di ceramica e quando il suono lungo delle campane annuncia l’invasione poderosa del tramonto, i cormorani tornano al nido. E il lago si tinge di rosso e il mare si sfinisce nell’ansia di accogliere il sole. «Sabaudia ha Sabaudia».