Luca Iezzi, la Repubblica 13/3/2009, 13 marzo 2009
ENEL, I FONDI LIBICI PRONTI A ENTRARE
L’aumento di capitale da 8 miliardi di Enel attira sottoscrittori sicuri, o anche solo probabili, sin dal primo giorno. Ieri l´ex monopolista ha presentato il piano per ridurre il debito dai 61 miliardi attuali a 45 miliardi nel 2010 e a 41 nel 2013. L´emissione di nuove azioni è una parte fondamentale e l´ad Fulvio Conti ha assicurato l´adesione da parte del ministero dell´Economia e della Cassa Depositi e prestiti (insieme possiedono il 32% del capitale e sborseranno 2,5 miliardi). Per il resto Mediobanca, Jp Morgan e banca Imi sottoscriveranno tutte le azioni non richieste dal mercato fino a 5,5 miliardi. Tra gli interessati spunta anche la Libia, secondo quanto dichiarato dall´ambasciatore libico a Roma Hafed Gaddur al Financial Times. «Siamo ben felici per chiunque acquisti azioni, purché venga con intenzioni amichevoli come credo che sia» ha commentato a proposito l´ad.
Ottime reazioni sono arrivate dalla Borsa: il titolo è salito del 7,72% dopo il crollo dei giorni scorsi dovuto proprio alla necessità di un aumento di capitale. Un altro aiuto a stabilizzare il titolo è arrivato dall´Antitrust che ieri ha concesso alla Cdp di rimandare di un anno, al luglio 2010, la cessione del proprio 10% di Enel (aveva chiesto una proroga di 18 mesi).
Il prezzo di emissione delle nuove azioni si saprà a giugno e l´operazione si concluderà in estate, ma nel frattempo Enel ha già avviato cessioni per 10 miliardi di euro da completare entro il prossimo anno: 6 arriveranno da trattative già chiuse o in corso: la vendita di una parte della rete elettrica a Terna, la cessione della rete gas su cui ci sono due offerte (F2I e Generali) e la dismissione di una quota della società che produce energia rinnovabile, Enel Green power. Prevista anche una riduzione degli investimenti da 45 a 33 miliardi nei prossimi 4 anni e dividendi meno ricchi dal 2010: non più una cedola fissa di 49 centesimi, ma la distribuzione del 60% degli utili ordinari.
Il bilancio 2008 appena approvato chiarisce il "salto dimensionale" fatto grazie alle acquisizioni degli ultimi due anni: i ricavi sono cresciuti del 40% a 61 miliardi, il margine operativo lordo del 45,5% a 14 miliardi con 5,29 miliardi di utile (+35,5%). Numeri che sono serviti al management per chiarire che il periodo degli acquisti è finito. Consolidando l´esistente e migliorando l´efficienza il margine lordo arriverà a 16 miliardi nel 2010 e l´utile si manterrà a 4 miliardi, abbastanza per mantenere l´attuale rating "A" sul debito e ritrovare l´equilibrio dei conti.