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 2009  marzo 11 Mercoledì calendario

PERCHE’ LA REPUBBLICA DELL’INGEGNER CDB ATTACCA L’INGEGNER CALTAGIRONE


 guerra tra l’ingegner Carlo De Benedetti e l’ingegner Francesco Gaetano Caltagirone. Il campo di battaglia? Acea, utility - ex municipalizzata romana - quotata in Borsa e che ha come azionista di maggioranza il Comune di Roma che detiene il 51 per cento della quota e Francesco Gaetano Caltagirone con il 7 per cento. Armi: le bombe carta che l’ingegner De Benedetti sta lanciando dal suo quotidiano, Repubblica, al costruttore romano. Lo scontro parte dall’avvicendamento dell’amministratore delegato, Andrea Mangoni, il cui sostituto in pectore è Marco Staderini.

Dopo una riunione riservatissima tra il presidente dell’Acea Giancarlo Cremonesi - considerato vicino a Caltagirone - Mangoni e i soci francesi di Acea, in cui si rompe sostanzialmente l’alleanza con i parigini (di cui Mangoni è garante), arriva il primo attacco di Repubblica. 21 febbraio, Giovana Vitale scrive: «Cremonesi c’è andato giù duro. Non sempre rispettoso del suo ruolo di presidente del cda quando, anziché rappresentare tutti gli azionisti come dovrebbe, parla solo a nome di alcuni. ”Credo che il Comune e Caltagirone non siano aprioristicamente né favorevoli né contrai” alla fusione Acea-Gdf». Poi, sempre sul quotidiano romano edito da De Benedetti, con un articolo del 4 marzo scorso, Luca Pagni e Giovanna Vitale scrivono dell’asse Alemanno-Caltagirone: «L’asse tra l’imprenditore e il sindaco Alemanno si manifesterebbe anche nelle scelte dei nuovi vertici della società. Al posto di Fabiani alla presidenza è andato Cremonesi, presidente dell’Associazione dei costruttori romani, mentre il successore di Mangoni viene indicato in Marco Staderini: manager con un passato in Lottomatica e, grazie alla vicinanza con il leader dell’Udc Pierferdinando Casini, ex membro del cda Rai». Tre giorni dopo, sempre sullo stesso quotidiano, Alberto Statera, una delle firme di punta del gruppo l’Espresso, narratore di intrecci tra politica ed economia, scrive un articolo antipatizzante dove si sostiene che il patto Caltagirone-Alemanno mette in difficoltà Silvio Berlusconi e anche - addirittura, ma non è chiaro perché - le future mosse dell’Eni.

Il giorno successivo, in un editoriale, il fondatore, lui in persona, Eugenio Scalfari commette un finto lapsus che rimarca, invece, l’asse tra il sindaco e il costruttore - asse peraltro esplicito, visto che Caltagirone si schierò apertamente contro Walter Veltroni dalla parte di Alemanno alle elezioni comunali dell’anno scorso: «I 13 miliardi della Cassa depositi e prestiti verranno destinati a finanziare progetti di privati costruttori. Tra i quali pensiamo ad Alemanno. Mi scuso: volevo dire a Caltagirone».

Lunedì scorso, Massimo Giannini, vicedirettore di Repubblica, dalla prima pagina dell’inserto economico Affari & Finanza che dirige attacca anche lui: «Il nuovo sindaco di Roma Gianni Alemanno, azionista di riferimento della public utility, fa saltare il ceo Mangoni e l’intero cda, compromette gli accrodi con Suez-Gdf e la joint venture con Electrabel. Fa leva su Caltagirone, socio di minoranza che con appena il 7 per cento del capitale piazzerà al posto di Mangoni un compagno di merende, quel Marco Staderini, già consigliere Rai in quota Udc. Risultato: i francesi si ritirano e, il titolo Acea crolla».

Ieri l’ultimo attacco. Le pagine romane di Repubblica hanno aperto con un titolo decisamente anti Caltagirone: «Il cemento costa il 40 per cento in più. Una nuova minaccia sull’edilizia» (ricordiamo che una parte delle attività di Caltagirone sono fondate sulla produzione di cemento, con la Cementir). A seguire nell’intervista al neo presidente dell’Unione degli industriali di Roma, Aurelio Regina, non è mancata una domanda maliziosa su Acea: «Dalla sfiducia a Mangoni il titolo ha perso 400 milioni. Non è un prezzo troppo alto pagato dalla politica?».

Nella pagina successiva, la rubrica ”Poteri forti” curata da Roberto Mania c’è scritto che i francesi sono in uscita da Acea perché «in rotta di collisione con la prepotente cordata politico-finanziaria Alemanno-Caltagirone».

Ma perché Repubblica nutre tanta ostilità nei confronti di Caltagirone? C’è chi dice che con il fallimento della trattativa tra Acea e Suez-Gdf, Carlo De Benedetti abbia perso un’occasione imprenditoriale legata all’energia. Lo ha ipotizzato ieri il quotidiano economico Mf nella sua principale rubrica, Contrarian. In effetti l’Ingegnere ha un interesse confinante. Con la sua holding Cir controlla l’azienda energetica Sorgenia, la quale a sua volta - con il 78 per cento della quota azionaria - ha in pancia Energia italiana, una società che con EblAcea (70 per cento Electrabel e 30 per cento Acea) detiene Tirreno Power, 50 per cento a testa. La prima società (tutta francese) che sarebbe dovuta nascere dall’accordo - mai andato in porto - tra Acea e Suez-Gdf, i cui interessi si sarebbero intrecciati a quelli di Eblacea e Tirreno Power. Questa dell’energia è un’ipotesi. Poi ce n’è un’altra. possibile che Repubblica attacchi Alemanno-Caltagirone semplicemente perché quello diretto da Ezio Mauro è un quotidiano di opposizione, che prende di mira il sindaco di centrodestra e la sua maggioranza, e quelli che sono considerati i suoi alleati.