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 2009  marzo 12 Giovedì calendario

ORNELLA VANONI PROVA CON DIO. NON SI SA MAI


Con lei è tutta una questione di voce. Se le odalische di Henry Matisse potessero parlare avrebbero quel suono dolce e pacato che Ornella Vanoni mette nella conversazione, il timbro deciso eppure armonioso con cui scandisce le parole dei suoi successi. Una sinestesia vivente: la voce e il colore che immediatamente evoca, un modo di essere insomma che ha inciso un solco incancellabile (...)

(...) nella musica leggera italiana. A ottobre è uscito il suo ultimo album, ”Più di me”, che è anche il soggetto del suo tour per l’Italia. Sabato sarà all’Auditorium di Roma, tra i suoi fan. «Un attimo, precisiamo subito. I fan sono quelli che ti seguono da una vita, fanno chilometri per vederti, hanno tutti i tuoi dischi. Poi ci sono gli spettatori, ossia il pubblico che paga il biglietto per il tuo concerto, quelli che non sono fanatici…».

Ornella Vanoni vive questo tempo in pace con se stessa e con Dio, tanto da dichiarare alla stampa di aver abbracciato la fede. Un amore incondizionato per Gesù Cristo, la conversione al protestantesimo evangelico, e da lì in poi una puntualità estrema agli appuntamenti con il trascendente, quelli che uno come Samuel Beckett puntualmente perdeva aspettando chissà dove chissà quando il suo Godot. Ornella Vanoni è quasi sulla traccia di Martin Heidegger e di quel proclama ”Solo un Dio ci può salvare”. «Come ”un” Dio? Tolga quell’articolo indeterminativo. Di Dio ce n’è uno solo». Appunto.

Ornella Vanoni e la fede: parliamone…

«Viviamo in un periodo in cui la fede è molto di moda. La figura di Gesù Cristo è diventata un bestseller: è risorto oppure no? E se sì come è risorto? Sono stati scritti libri su libri recentemente, Gesù è il divo del momento non ci sono dubbi».

Perché?

«Beh è una necessità… Nel momento in cui non ci sono più valori, nel mondo sottosopra che viviamo, alla fine la speranza l’uomo la cerca altrove».

La fede evangelica è quella che comunemente si associa ai calciatori…

«No, no, la interrompo subito… Questa è una falsità. Quanti calciatori brasiliani ci sono in Italia?».

Parecchi…

«Ecco, loro quando hanno finito la partita si tolgono la maglia della squadra mostrando la t shirt con scritto ”Appartengo a Gesù”. Sto pensando a Kakà, per esempio. La fede evangelica in Brasile è molto forte, loro ne sono testimoni».

Lei già in ”Domani è un altro giorno” canta: ”Proviamo anche con Dio non si sa mai…”.

«Mah, vede quel testo è di molti anni fa. Non avevo ancora incontrato Gesù. Devo dire però che io sono sempre stata credente, non so immaginarmi una vita senza credere in Dio, mi dà una sensazione di solitudine, come dire, acida… La spiritualità credo sia fondamentale. Poi sa, la religione è una cosa, la fede è un’altra… Credo che il rapporto diretto tra il credente e Gesù sia fondamentale, è un legame d’amore».

Dal sacro al profano. La musica oggi è veicolata da internet e dalla tv, i dischi la gente non li compra…

«Che i dischi non si vendano è la cruda verità. Poi da internet chiunque può scaricare musica, addirittura guardarsela, la tv fa il resto…».

Vanno molto di moda programmi come X Factor e Amici.

«Sicuramente da programmi del genere qualcuno bravo esce. Del resto oggi tutti vogliono cantare, ballare, recitare… In tv gli viene data la possibilità. E da qualche parte dovranno pure uscire, o no?».

Ce l’ha con questi programmi?

«No, ce l’ho con la televisione. Io guardo solo soap opera. Sono innamorata di Dr. House. Lo adoro. un genio. Ha quei lampi, quelle illuminazioni che gli permettono di salvare vite umane, fa due più due e il caso è risolto. Scopre tutti i virus più strani e impensabili. Si ricorda la puntata della tenia? Un ragazzino non riusciva ad assorbire il cibo e lui gli trova una tenia gigantesca di otto metri nell’intestino… Da uno così mi farei curare, altro che antipatico. Non si spiegherebbe il successo che ha».

Lei però ha fatto da madrina a Simona Molinari, rivelazione a Sanremo Giovani…

«Sì, ha una bella voce ed è molto raffinata. In più quella ragazza è un’autrice, aspetto del discorso che non guasta di certo».

Ornella Vanoni oggi…

«Vivo sola, non ho un compagno. Mi occupo della mia vita e della mia quotidianità. In casa se si rompe la lavatrice devo pensarci io. In realtà più che di un marito avrei bisogno di una moglie. Solo una moglie sa sostenerti quando torni a casa stanca, ti chiede come stai, ti fa trovare già pronte le cose che ti piacciono. Gli uomini non lo fanno. Noi donne siamo sole. Il mestiere che faccio poi non aiuta…».

Lei ha un figlio. Che madre è stata?

«Una madre assente».

E oggi che rapporto avete?

«Perfetto. L’ho recuperato, ci siamo ritrovati. E questo grazie anche all’ingresso di Gesù nella mia vita. Sono molto più serena».

Si è battezzata?

«Sì, tre anni fa».

Cos’è cambiato da allora?

«Molto. Cristo di dà una forza che non credevi di avere. Sa, io ci parlo addirittura con Gesù, è come un amico. Diranno che sono matta, può darsi, ma io sto benissimo».

Le piace la musica italiana?

«Guardi, siamo indietro con gli arrangiamenti».

Secondo lei chi è l’erede di Ornella Vanoni oggi?

«Nessuno, non ce n’è bisogno. I tempi sono cambiati. Elisa ha una vocalità molto intensa, è molto raffinata. Ma di Ornella Vanoni non serve l’erede».

Lei e Mina avete duettato in ”Amiche mai”. A distanza però…

«Eh, e infatti non funziona. Da me e Mina la gente si aspetterebbe un capolavoro, e invece è venuta fuori una canzoncina».

Di chi è la colpa?

«Di chi è la colpa, di chi è la colpa…? Del lupo cattivo. Le basta come risposta?».

Dica almeno se il lupo cattivo sta più verso Milano o verso Lugano.

«Magari verso la Svizzera, così si salva».