Rosaria Talarico, La stampa 11/3/2009, 11 marzo 2009
ANPAC E UP CHIEDONO LA CASSA A ROTAZIONE, I CONTRATTI DI SOLIDARIETA’ E GLI «JOB SHARING»
«Noi siamo convinti di trovarci di fronte a un dramma sociale», cosi scrivono il comandante Fabio Berti dell’Anpac e Massimo Notaro dell’Unione piloti in una lettera indirizzata al ministro del lavoro Maurizio Sacconi. I piloti infatti rischiano di perdere il brevetto di volo a causa del prolungato periodo di lontananza dalla cloche, a causa della cassa integrazione.
Il loro è solo l’ultimo grido di disperazione lanciato dai dipendenti lasciati a terra dalla Cai. In totale, tra piloti, assistenti di volo e personale di terra, sono 7 mila gli ex dipendenti della «vecchia Alitalia» attualmente in cassa integrazione. Tra loro nessuno ha ricevuto gli 850 euro al mese previsti di indennità. Da dicembre, da quando cioè è iniziato il limbo della cassa integrazione i dipendenti hanno intascato 450 euro appena. In tre mesi. «Si tratta dell’acconto corrisposto dall’Inps» spiega Andrea Cavola, segretario nazionale della Sdl. Una cifra «pari a circa il 15 per cento di quello che avremmo dovuto avere. Per non parlare dell’integrazione alla cassa integrazione che manca del tutto e dovrebbe garantirci di raggiungere l’80 per cento dello stipendio le prospettive per il futuro non sono incoraggianti».
Anche il futuro, nonostante appelli, comunicati e sit-in di protesta, è quanto mai incerto. «Non si sa quando ci pagheranno perché ci sono problemi di elaborazione dati - spiega Cavola -. Il commissario Fantozzi ha appaltato alla nuova Alitalia questo servizio ma Cai effettua questo lavoro in coda alla propria amministrazione alle buste paga dei propri dipendenti. Si tratta di un lavoro di riserva».
Oltre alla questione-soldi Anpac e Up aggiungono il problema dei brevetti, insomma del proseguimento della professione da parte dei piloti. «Sono passate poche settimane dall’inserimento dei colleghi nel contenitore della Cigs - scrivono le due associazioni a Sacconi - e già si avverte la drammaticità della situazione. Appare evidente che l’unica reale soluzione a questa gravissima problematica passa attraverso il ricorso in Alitalia-Cai a tipologie contrattuali già previste nel nostro ordinamento quali la Cigs a rotazione, i contratti di solidarietà o il job sharing». Secondo Anpac e Up le opportunità di lavoro, sia a livello nazionale che internazionale, «sono scarsissime e conseguentemente altrettanto esigue sono le speranze di reimpiego per i piloti posti in cassa». Di qui la richiesta al governo ed alle istituzioni locali, sia del Lazio che della Lombardia, un intervento su Alitalia-Cai perchè metta in atto ogni azione utile, peraltro senza oneri aggiuntivi, alla massimizzazione dei posti di lavoro disponibili».
A loro volta gli assistenti di volo dell’Anpav e Avia hanno scritto a Fantozzi e Sacconi per denunciare «il perdurare di una situazione oramai insostenibile, nonostante le rassicurazioni ricevute». «I pagamenti ancora non avvengono, se non in modo in modo parziale», scrivono le due associazioni che puntano il dito contro «una serie di mancanze organizzative nella comunicazione dei dati all’Inps da parte degli enti aziendali preposti che generano situazioni di intollerabile ritardo nel pagamento di indennità necessarie al mantenimento minimo di centinaia di famiglie».