Silvia Fumarola, la Repubblica 11/3/2009, 11 marzo 2009
IL GRINZANE
Molto accese anche le polemiche politiche per l´uso troppo disinvolto di finanziamenti pubblici
Contestata la nascita di un comitato di garanti dopo lo scandalo che ha coinvolto il patron del premio, Giuliano Soria
Ormai è come un boxeur allo stremo delle forze, prossimo al knock-out. Prima le vicende giudiziarie che hanno coinvolto Giuliano Soria, accusato di molestie sessuali e di malversazione, e il suo Premio Grinzane Cavour. Poi le polemiche politiche sull´uso disinvolto di finanziamenti pubblici, spesso garantiti da Angelo Soria, fratello del patron del Grinzane e alto funzionario regionale, che potrebbe essere trasferito a un altro incarico. Adesso esplode la ribellione di alcuni scrittori e critici. Proprio da loro, ieri pomeriggio, Soria ha ricevuto l´ultimo duro colpo: il critico Lorenzo Mondo e altri cinque componenti della giuria del premio letterario (Alain Elkann, Luigi Forte, Rosetta Loy, Jacqueline Risset, Francesca Sanvitale) hanno annunciato le loro dimissioni.
Lo hanno fatto attraverso uno stringato comunicato, in cui, oltre a manifestare "il disagio" per la bufera delle scorse settimane, contestano la scelta di far nascere a loro insaputa un comitato di garanti, presieduto dal matematico Piergiorgio Odifreddi, ma voluto dal medesimo Soria, che dovrebbe gestire il Grinzane in questi giorni molto difficili. «Abbiamo appreso dai giornali», scrivono gli ex giurati, «senza che nessuno ci informasse e consultasse, le decisioni sul nuovo assetto del Premio. In tal modo si è messa la Giuria davanti al fatto compiuto mortificando, insieme alla provata competenza. la correttezza del suo lavoro». Una volontà riaffermata da Alain Elkann, presidente del Museo Egizio: «Mi sono dimesso perché non ho voglia di farmi commissariare, perché questo premio, che tanto ha dato a questo territorio, sta perdendo la sua natura, la sua ragione d´essere».
Mentre prosegue l´inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Torino, nella giuria del Grinzane Cavour (i cui membri percepiscono gettoni che vanno dagli 800 ai 1600 euro) restano tre italiani: Raffaele Nigro, Gianni Riotta e lo stesso Soria. Insieme a loro, sette stranieri: da Tahar Ben Jelloun a Bernardo Atxaga, Björn Larsson, Predrag Matvejevic, Ben Okri, Peter Schneider e Luis Sepùlveda. L´uscita di scena di Mondo, presidente della giuria per ventiquattro anni, e degli altri cinque, tuttavia, intacca fortemente la credibilità del premio, già minata dalle indagini della Guardia di Finanza e dalle tante testimonianze contro Soria rese ai magistrati da ex collaboratori maltrattati e sottopagati. Soria, che tace da quando è scoppiato lo scandalo, non ha rotto il silenzio nemmeno dopo le dimissioni dei sei. Da fonti vicine al Grinzane, però, si sa che si sarebbe scagliato contro i dimissionari, bollandoli come "vigliacchi". Voci, certo. In ogni caso eloquenti per descrivere l´aria che tira nel palazzo torinese di via Montebello, quartier generale del Grinzane.
Soria, che era arrivato a sfornare ventisei manifestazioni, sostenute con generosi fondi pubblici, in ogni modo sembra non volersi dare per vinto. E lavora con i suoi fedelissimi per una soluzione-tampone. La presidenza del Grinzane, a quanto pare, potrebbe essere affidata a Odifreddi, mentre nel consiglio d´amministrazione dell´associazione che lo guida verrebbero chiamati i rappresentanti dei maggiori finanziatori: la Regione Piemonte e alcune fondazioni bancarie. Basterà per impedire che tutto crolli, come un colosso dai piedi d´argilla?