Andrea Laffranchi, Corriere della sera 11/3/2009, 11 marzo 2009
STING CON IL VINO FA SUL SERIO: «IN TOSCANA CURO LA TERRA»
Sting fa concorrenza ad Al Bano. E questa volta si fa sul serio, non sono solo canzonette. La popstar inglese ha deciso di produrre vino, campo in cui il cantante pugliese eccelle, tanto da conquistare i Tre Bicchieri di Gambero Rosso- Slow Food, massimo riconoscimento per un vino. L’annuncio ufficiale ieri sera in un incontro pubblico su agricoltura e biodiversità («Attualità e futuro della terra di Toscana») che si è tenuto nel teatro di Figline Valdarno, piccolo comune 25 chilometri a sud di Firenze, dove Sting vive per molti mesi l’anno. «Da gennaio ad oggi ho già fatto il giro del mondo una volta e mezza. Quando arrivo qui tiro un respiro di sollievo e mi dico: sono a casa. Dalla terrazza guardo gli Appennini col tramonto alle spalle: un capolavoro», ha esordito ieri la star arrivata sul palco in giacca grigia, gilet e barba folta.
L’ex Police produrrà 30 mila bottiglie che saranno in vendita da settembre: un Chianti Docg e un Igt Toscana con base Sangiovese. La prima vendemmia ad arrivare sul mercato sarà quella del 2007. Ancora segreti il nome del vino e l’etichetta. «Sarà un vino rock. La base è il Sangiovese, uva di carattere. Ma ci sarà anche dello swing grazie ai vitigni autoctoni come il Colorino e un po’ di pop internazionale con Cabernet e Merlot», ha spiegato il direttore dell’azienda Paolo Rossi. «Sting non è solo un ospite gradito, ma, soprattutto, un fattore», ha detto con orgoglio il sindaco di Figline, Riccardo Nocentini.
Ma lo Sting contadino, che confessa di amare il cinghiale e si esalta davanti al tipico fagiolo zolfino, è partito da lontano. Già da qualche anno vende olio d’oliva e miele (di acacia e castagno) delle sue proprietà. Tecniche di coltivazione organiche e tradizione toscana per palati esclusivi: in origine i prodotti marchiati «Il Palagio – Famiglia Sumner» (è il cognome di Sting ndr) erano in vendita solo da Harrods a Londra e su internet, presto arriverà anche uno spaccio. «Il mio impegno per l’ambiente risale alle campagne a tutela della foresta amazzonica. Arrivato qui ho deciso di fare qualcosa per dare da mangiare alla mia famiglia usando pratiche che potessero nutrire la terra senza depredarla. Ho scelto i metodi tradizionali: no pesticidi e no monocultura », ha spiegato.
Mischiata fra i concittadini c’era anche una delegazione del fan club Illegal Tales. Lo compreranno il vino? «Certo. Come abbiamo fatto per olio e miele», rispondono Giovanni Pollastri e Lidia Di Corato. E aggiungono, ridendo: «Con quello che abbiamo speso in 30 anni, ce ne meritiamo una bottiglia in regalo». L’amore del divo per questo pezzo di Toscana nasce a fine Anni 90 quando acquistò, nella frazione Ponte agli Stolli, la tenuta Il Palagio: tipica dimora toscana del XVI secolo, 20 stanze, uno studio di registrazione e tutto intorno un centinaio di ettari di verde. Nel 2002 il secondo investimento in una tenuta confinante: 200 ettari di vigne, uliveti, pascoli, boschi e dieci case coloniche. Da queste parti sono abituati a vedere Sting girare in mountain bike su e giù per i colli. In tempi di crisi la sua azienda agricola dà lavoro a 15 dipendenti fissi, ai quali bisogna aggiungere gli stagionali. Un modo per farsi volere ancora più bene.