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 2009  marzo 11 Mercoledì calendario

LO «STREGA DI SEGRATE» CHE IRRITA GLI EDITORI


Uno Strega da Guinness dei primati. Il vincitore annunciato c’è ad ogni edizione, ma quest’anno sembra più annunciato del solito, già deciso prima ancora dell’uscita del libro, almeno a sentire blog letterari e giornali che sono da giorni scatenati. Ha cominciato Mario Fortunato, grande sconfitto dell’edizione 2007 (quella vinta dal Niccolò Ammaniti) che il 3 marzo, sul suo blog dell’Espressoonline, «Culture Club», ha fatto il nome di Daniele Del Giudice, nel giorno stesso dell’arrivo in libreria della sua nuova fatica, Orizzonte mobile. «Essendo il romanzo uscito soltanto oggi’ scrive Fortunato – è matematicamente impossibile che anche solo una parte dei votanti Strega abbia già ricevuto, apprezzato e deciso di mobilitarsi in favore del libro». Come dire: aldilà della qualità (il rientro di Del Giudice, a 12 anni da Mania, è stato salutato dalla critica con grande entusiasmo, a cominciare da Claudio Magris sul Corriere, Asor Rosa su Repubblica, Alessandro Piperno su Vanity Fair, anche se Mariarosa Mancuso del Foglio ieri l’ha stroncato), saranno le solite alleanze editoriali a decidere. Se vincesse Del Giudice, con un libro edito da Einaudi, controllata di Mondadori, il gruppo di Segrate si appresterebbe a fare il tris, dopo Ammaniti (2007) e Giordano (2008). A parte le implicazioni politiche («anche al Premio Strega, Silvio Berlusconi, proprietario, fra l’altro, di Mondadori e Einaudi, governa in regime di monopolio. C’è poco da stare allegri» chiude Fortunato sul suo blog), per il terzo anno l’altro gruppo editoriale forte, Rcs-Bompiani, si dovrebbe accontentare del secondo posto (nel 2007 era toccato allo stesso Fortunato con I giorni innocenti della guerra, uscito da Bompiani, nel 2008 a Ermanno Rea con Napoli Ferrovia, targato Rizzoli).
Se qualcosa non cambia da qui ad aprile, quando scadrà il termine di presentazione dei candidati, i giochi sembrano davvero già fatti, anche se Bompiani dovesse schierare un autore forte e molto atteso come Antonio Scurati con Il bambino che sognava la fine del mondo in uscita il 18 marzo. Quel che è certo è che non ci saranno autori Rizzoli in corsa (la Mondadori dovrebbe mandare un candidato di bandiera come Alessandro Zaccuri) e anche la Feltrinelli, scottata dal penultimo posto di Cristina Comencini dello scorso anno, sembra piuttosto restia a mandare allo sbaraglio Erri De Luca che con Il giorno prima della felicità guida la top ten delle ultime settimane.
D’altronde, il manuale Cencelli che fino alla morte di Anna Maria Rimoaldi, nel 2007, ha governato il premio (un anno Mondadori-Einaudi, l’altro Rizzoli- Bompiani, negli intervalli Feltrinelli, qualche sporadico Garzanti, e gli altri), con Tullio De Mauro alla presidenza della fondazione Bellonci è decaduto raccogliendo il plauso di tutti, ma ha mostrato i limiti di un premio molto vecchio, con regole fatte prima della nascita delle concentrazioni editoriali, dove la segretezza del voto è un diritto ma non un dovere, dove tra i 400 Amici della domenica ci sono centoventi scrittori e cinquanta funzionari editoriali. Insomma, stando così le cose, lo Strega è destinato a diventare un derby casalingo per Mondadori ed Einaudi che (da sole) controllano la maggioranza dei voti. La riforma, è l’idea che serpeggia soprattutto tra i piccoli editori, dovrebbe essere radicale e coraggiosa. Ma, proprio per questo, forse sarà ancora rimandata.