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 2009  marzo 12 Giovedì calendario

UN ASSEGNO PER 700 MILA PRECARI


Sulla faccenda dell’assegno mensile per chi perde il posto di lavoro Franceschini e Berlusconi hanno fatto solo il più classico dei teatrini politici. Pura propaganda, da una parte e dall’altra. E invece non c’è più tempo da perdere: quando sarà chiaro che la ripresa americana non trascinerà anche l’Europa, allora bisognerà fronteggiare il panico sociale. Ci vorrebbe una commissione Attali: dieci persone competenti che, dopo aver ascoltato lavoratori e industriali, e non sindacati e Confindustria, fissino un’agenda vincolante per maggioranza e opposizione...

Mauro Zipponi, ex leader della Fiom prima a Brescia e poi a Milano, ex parlamentare eletto come indipendente nelle liste di Rifondazione comunista, non risponde al cliché del sindacalista dei metalmeccanici.

Perché ce l’ha tanto con il capo del Pd e con il presidente del Consiglio?
"Per quanto riguarda Franceschini, una proposta, per essere tale, deve indicare i costi e individuare le modalità di finanziamento. Detto questo, Berlusconi non può dire un giorno che ha stanziato 8 miliardi per gli ammortizzatori sociali e quello dopo che in cassa non c’è un euro. La buttano entrambi in politica. Creando polemiche delle quali non ci possiamo più permettere il lusso".

Non c’è una ricetta credibile...
"Ho fatto due conti. I lavoratori con un contratto a tempo indeterminato sono già tutelati. Il problema sono i contratti precari. Già alla fine del 2008 ne sono saltati 500 mila. Quest’anno ne arrivano a scadenza altri 2 milioni e 400 mila ed è prevedibile che una buona parte non sarà rinnovata. Assicurare a 700 mila lavoratori lo stesso assegno che incassa un operaio di terzo livello in cassa integrazione costerebbe circa 5 miliardi".

Confindustria suggerisce di prenderli dalle pensioni...
"Sette milioni di pensionati hanno un assegno da 500 euro. Se vogliono spingere gli ottantenni sulle barricate tanti auguri".


E allora?
"Il ministro Tremonti non ha spiegato dove dovrebbero finire gli 8 miliardi di cui Berlusconi ha parlato per gli ammortizzatori sociali. E comunque l’Inps ha un avanzo di esercizio di 11 miliardi e il fondo con gli stanziamenti delle aziende per le liquidazioni".

Epifani ha detto che questo governo è animato da una logica di destra anti-sociale...
"Si riferiva al disegno di estendere le norme sulla regolamentazione degli scioperi nei trasporti a tutto il pubblico impiego e poi anche al settore privato".

 questo il piano del governo?
"Sicuramente di quella pattuglia di ministri che quando vede le insegne della Cgil reagisce come il toro davanti al drappo rosso. Avere uno come Sacconi al Lavoro sarebbe un problema per qualunque governo".

Negli ultimi due anni nei trasporti sono stati indetti 4.212 scioperi. Fa quasi sei al giorno. Non era giusto intervenire?
"Certamente. Così come è sacrosanto impedire che gli scioperi vengano cancellati quando hanno già prodotto il loro effetto-annuncio. E sarebbe anche opportuno prevedere una sede in cui convocare le parti quando non riescono a mettersi d’accordo tra loro. Ma non è questo il punto".

E qual è, allora?
"Gli scioperi, rispetto ai quali sarebbe interessante conoscere la reale partecipazione dei lavoratori, nascono da un’inaccettabile livello di frammentazione sindacale. In Italia ci sono circa 450 contratti nazionali. E dietro a ciascuno si muovono almeno tre organizzazioni dei lavoratori. In questa Babele si fa sempre più fatica a rintracciare gli obiettivi delle azioni sindacali".

Ha una ricetta pure per questo?
"I sindacati dovrebbero farsi carico di un grande progetto di rinnovamento. Bisogna arrivare a quattro macro-aree contrattuali, industria, servizi, pubblico impiego e artigianato, per le quali fissare a livello nazionale i minimi salariali e i tetti agli orari lavorativi. Affidando tutto il resto alla contrattazione decentrata. Non solo. In Italia i sindacati firmano accordi che valgono per tutti i lavoratori e che andrebbero dunque sottoposti al loro voto. Quella del sindacato non può essere solo un’azione autoconservativa affidata ai burocrati. Ci vuole una più frequente pratica della democrazia. E questo vale anche per il discorso delle tessere".

Cioè?
"Se un metalmeccanico si stufa del suo sindacato straccia la tessera e smette di pagare i contributi. I pensionati, di fatto, sono invece iscritti a vita. Bisognerebbe prevedere una scadenza per il rinnovo dell’iscrizione".

Tornando al governo, è diventata legge la riforma del pubblico impiego del ministro Brunetta, vista come il fumo negli occhi dalla Cgil...
"Tutti i lavoratori dell’industria timbrano il cartellino. Non vedo perché gli statali dovrebbero avere un trattamento diverso. Ciò detto, le generalizzazioni non mi piacciono. Bisogna indicare con chiarezza chi sono i fannulloni. E quali le aree di eccellenza, che pure non mancano. Nella sanità, per esempio, medici e infermieri lottano ogni giorno con burocrati e baroni".

Stiamo andando incontro a un altro scontro con forte valenza simbolica: l’amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, ha annunciato che, dopo aver investito quattro miliardi e mezzo nella sicurezza, le Fs faranno a meno del secondo macchinista. Con o senza l’accordo del sindacato.
"Moretti parla di investimenti, tecnologia e sicurezza? Voglio lanciargli una sfida: venga una mattina a prendere insieme a me un convoglio sulla direttrice Verona-Milano-Torino, quella dei pendolari. I treni arrivano regolarmente in ritardo. Sono sporchi. E si viaggia sempre in piedi. Questa è la realtà. E il diluvio di scioperi delle siglette sindacali non fa altro che nasconderla agli occhi dell’opinione pubblica".