Sergio Romano, Corriere della sera 9/3/2009, 9 marzo 2009
LE QUATTRO RIVOLUZIONI DEL ’79 DALLA THATCHER A KHOMEINI
Siamo nel 2009. Gradirei una sua interpretazione di alcuni degli eventi politici, sociali ed economici di trent’anni fa. Il ’79 fu infatti un anno cruciale, qualcuno direbbe una «cesura mediana», per la nostra storia. La rivoluzione iraniana e (la conseguente?) spedizione sovietica in Afghanistan; la vittoria elettorale di Margaret Thatcher in Gran Bretagna; i primi passi del pontificato di Giovanni Paolo II. I fatti di quell’anno solo ora sembrano arrivati veramente a scadenza (nonostante l’89) come una specie di cambiale.
Sergio Cantone
cantone@euronews.net
Caro Cantone,
Per gli amanti degli anniversari e i professionisti delle ricorrenze, ogni anno può essere rappresentato come l’inizio di una nuova era o come una cruciale cerniera tra il passato e il futuro. Nella realtà, tuttavia, la Storia è un collage di fatti imprevedibili, incidenti di percorso, coincidenze fortuite e personalità travolgenti che riescono a deviare il corso degli eventi. Le sistemazioni razionali cominciano più tardi quando i posteri cercano di mettere ordine nel passato e dare un senso alle cose. Lo fanno perché tutti noi desideriamo credere che la nostra vita risponda a una logica superiore. Ma fra i quattro avvenimenti citati nella sua lettera – il primo governo di Margaret Thatcher, la rivoluzione degli Ayatollah, l’invasione sovietica dell’Afghanistan e il debutto di Giovanni Paolo II – non esiste alcun collegamento. La Lady di ferro conquistò il potere nel momento in cui i suoi connazionali erano maggiormente infastiditi dallo «stop and go» degli anni precedenti (una crescita a singhiozzo intervallata da lunghe fasi di stagnazione) e seppe sfruttare l’ansia di cambiamento che si era diffusa nel Paese. L’Ayatollah Khomeini sfruttò gli errori di un regime che aveva fatto un pessimo uso della sua straordinaria ricchezza petrolifera e approfittò del vuoto di potere lasciato dalla partenza dello Scià per imporre le regole del fanatismo religioso a una delle società più laiche ed evolute del Medio Oriente. I sovietici invasero l’Afghanistan perché il regime comunista di Kabul era diviso da faide feroci e il Cremlino credette che la «passeggiata militare» sarebbe durata, tutt’al più, un paio di mesi. Karol Wojtyla fu eletto al papato perché il suo predecessore morì dopo un brevissimo regno. Sono quattro fiumi distinti che scorrono in direzioni diverse.
Può accadere tuttavia che i fiumi s’incrocino, divengano affluenti l’uno dell’altro o confluiscano in uno stesso delta. Nel mondo unificato dal commercio globale e dalla tecnologia delle comunicazioni ciascuno dei quattro eventi a cui lei accenna nella sua lettera ha avuto effetti che hanno condizionato il corso della storia. Il successo di Margaret Thatcher e l’elezione di Ronald Reagan alla Casa Bianca l’anno seguente hanno contribuito a fare del «Mercato» l’ideologia vincente degli anni in cui l’Unione Sovietica tentava inutilmente di riformare il suo comunismo. La rivoluzione iraniana ha creato uno Stato teocratico e ha islamizzato tutti i conflitti nazionali del Medio Oriente, dalla Palestina al Libano, dall’Algeria all’Afghanistan. La guerra afgana ha logorato il sistema sovietico e accelerato la sua fine, ma ha anche generato Osama bin Laden e una forma particolarmente radicale di estremismo religioso. L’elezione al papato dell’arcivescovo di Cracovia ha rafforzato il sentimento nazionale polacco e ulteriormente indebolito l’Urss nella fase cruciale della sua crisi. E nel vuoto lasciato dall’Unione sovietica ha fatto il suo trionfale ingresso una versione spregiudicata e corsara del libero mercato. In questo senso, caro Cantone, è possibile dire con una certa esagerazione che «tutto comincia nel 1979».