varie, 9 marzo 2009
Lorenzo Bollati, 47 anni. Torinese, grafico pubblicitario, sposato con Laura Saccinto, una grande passione per gli animali, l’altro giorno con la sua Panda rossa fiammante andò a prendere a scuola la figlia Giorgia, 16 anni, lunghi capelli biondi, studentessa modello del liceo Segrè, e guidò fino alla casa della suocera Maria Rosa, che li attendeva per il pranzo
Lorenzo Bollati, 47 anni. Torinese, grafico pubblicitario, sposato con Laura Saccinto, una grande passione per gli animali, l’altro giorno con la sua Panda rossa fiammante andò a prendere a scuola la figlia Giorgia, 16 anni, lunghi capelli biondi, studentessa modello del liceo Segrè, e guidò fino alla casa della suocera Maria Rosa, che li attendeva per il pranzo. D’un tratto capitò da quelle parti un Antonio Olivieri di anni 43, pugliese di Lucera, disoccupato, malato di mente, che la sera prima aveva tentato di strangolare la vecchia madre Carmina, in mattinata s’era presentato dai carabinieri con un coltello in mano e farneticante («Sono perseguitato, la ”ndrangheta ce l’ha con me, gli extracomunitari mi odiano») e poi, spedito in ambulanza al pronto soccorso dove l’avevano registrato come codice verde, paziente non grave, dopo tre quarti d’ora in sala d’attesa era uscito di lì senza che nessuno gli facesse caso. Questo Olivieri s’avvicinò alla Panda, di botto aprì la portiera del passeggero e, puntando un coltellaccio contro Giorgia, le disse: «Scendi, ho bisogno della macchina». Lei obbedì ma subito dopo gli lanciò addosso il suo zaino rosa, lui le infilò la lama cinque volte nella pancia, il padre, seduto alla guida, si precipitò in difesa della figlia ma fu colpito da un fendente che gli recise la giugulare. Dal balcone la nonna della ragazza, che vedeva tutto, gridò invano al pazzo «pietà, pietà» (Bollati morì pochi minuti dopo in sala operatoria, Giorgia se l’è cavata dopo un’operazione di sei ore). Verso le 13 di martedì 10 febbraio in via Monte Rosa a Torino.