Francesco Billi, 9/3/2009, 9 marzo 2009
LETTERA Secondo New York Times Obama avrebbe fatto consegnare una lettera al presidente russo Medvedev offrendo l’abbandono dello scudo spaziale in cambio dello smantellamento del progetto nucleare di Teheran (la Russia, in base a un accordo firmato nel 1995, sta aiutando l’Iran a costruire centrali per l’energia nucleare)
LETTERA Secondo New York Times Obama avrebbe fatto consegnare una lettera al presidente russo Medvedev offrendo l’abbandono dello scudo spaziale in cambio dello smantellamento del progetto nucleare di Teheran (la Russia, in base a un accordo firmato nel 1995, sta aiutando l’Iran a costruire centrali per l’energia nucleare). Obama ha poi parzialmente smentito, Medvedev ha invece confermato e respinto la proposta: «Un tentativo di mercanteggiare». IRAN/1 Il capo della teocrazia iraniana, Ali Khamenei, ha spiegato ai suoi che Obama «sostiene il terrorismo di stato» e che si trova su «una strada sbagliata, non meno di quella seguita dal suo predecessore, George W. Bush: ha promesso un cambio e invece è sempre al fianco di un tumore cancerogeno» (che sarebbe Israele). IRAN/2 Gli Stati Uniti inviteranno l’Iran a una conferenza internazionale sull’Afghanistan in programma il 31 marzo. SPAVENTI Di fronte ai 651mila i posti di lavoro persi a febbraio e al il tasso di disoccupazione dell’8,1% (record degli ultimi 25 anni), Obama ha detto«Durante questa recessione sono stati persi 4,4 milioni di posti di lavoro. Dati spaventosi». BAD BANK Tim Geithner, segretario al Tesoro, ha spiegato alla commissione Stanziamenti della Camera come finanzierà le ”bad bank”, cioè i fondi che dovranno trovare e comprare fra 500 e 1.000 miliardi di dollari dei titoli tossici sul mercato. Il governo darà i finanziamenti per lanciare l’iniziativa; investitori privati (fondi comuni o fondi pensione) metteranno altri soldi; la gestione sarà affidata a manager che per assumere l’incarico dovranno investire in una quota minima di partecipazione; i fondi potranno raccogliere capitali vendendo obbligazioni garantite del governo. Il mercato continua a non fidarsi perché molti dettagli restano oscuri: quale sarà la suddivisione del rischio tra pubblico e privato?, in quali percentuali i privati dovranno intervenire? e, soprattutto, non c’è di nuovo il rischio di bolle speculative? (Mario Platero, Il Sole 24 Ore 4/3). HEDGE FUND Un’altra idea è quella di convincere gli hedge fund - gli unici ancora in possesso di liquidità - a investire in obbligazioni, titoli di Stato eccetera, tutta roba che le locuste hanno sempre giudicato di nessun interesse. Si farebbe così: l’hedge mette un milione, lo Stato ne mette nove, dopo tre anni, se l’America si sarà ripresa, il fondo varrà 11 o 12 milioni. A quel punto lo Stato si riprenderà i 9 milioni e lascerà tutto il resto alla locusta (ritorno del 100 o del 200%). C’è anche la possibilità che l’America non si riprenda, ma non viene presa troppo in considerazione (Marcello Foa, Il Giornale 7/3). MESI Quando Obama si è insediato alla Casa Bianca il Dow Jones era a quota 9.000, nell’ultima settimana è arrivato a quota 6.700 circa. In due mesi una caduta del 25%. CAPELLI/1 Il New York Times ha mostrato foto di Obama con i capelli grigi e parlato di una sorte uguale a quella dei suoi predecessori ma a ritmi più accelerati: in media un presidente inizia a imbiancarsi dopo due anni, Obama ci avrebbe messo solo 44 giorni. Tutti i giornali italiani hanno ripreso ampiamente la notizia dibattento su insoddisfazione, preoccupazione ecc. In realtà, l’argo-mento non è nuovo: ”Capelli più grigi, per Obama i segni dello stress”, era un titolo del Corriere della Sera del 5 luglio 2008 . CAPELLI/2 Zariff, il barbiere di Chicago dove il Presidente va da 15 anni, (si siede sempre su una certa poltrona nera con vista su megaposter di Mohammed Alì), ha assicurato che Obama chiede sempre lo stesso taglio ”quo vadis” «e non fa mai tinture» (Maurizio Molinari, La Stampa 6/3). GOBBO Nessun capo di stato americano è mai stato affezionato al gobbo come Obama. Sia nelle occasioni solenni, che nei discorsi più brevi, non rinuncia a leggere su schermi in plexiglas (Vittorio Zucconi, la Repubblica 7/3).