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 2009  marzo 07 Sabato calendario

TISCALI CHIEDE LA MORATORIA SUL DEBITO

Non bastava "L´Unità". Ora Renato Soru, esponente di spicco del Pd, di recente uscito sconfitto dalle elezioni regionali in Sardegna, dovrà ristrutturare oltre all´ex giornale di Antonio Gramsci, di cui è diventato editore, anche la sua creatura, Tiscali, l´Internet service provider lanciato ai tempi della New economy.
La società non naviga in buone acque e per salvare la situazione i vertici del gruppo avevano pensato di vendere le attività inglesi alla BSkyB di Rupert Murdoch, la tv d´Oltremanica del gruppo del magnate australiano. La rinuncia, però, all´acquisto da parte di Murdoch ha messo Tiscali in ginocchio. Ieri al termine del consiglio di amministrazione, i vertici del gruppo hanno preso atto della fine delle trattative con BSkyB e hanno incaricato i consulenti (Rothschild, At Kearney e lo studio Chiomenti) di approntare un piano industriale e finanziario per la sopravvivenza della società.
Il principale problema è il pagamento del debito e dei relativi interessi, elevati perché ai tempi della concessione del credito Tiscali era già considerata una società ad alto rischio di insolvenza. L´indebitamento bancario a lungo termine è di circa 500 milioni di euro, sottoscritto originariamente da Jp Morgan e dal gruppo Intesa Sanpaolo, che lo hanno poi frazionato con altre banche. Le scadenze sono posizionate tra la fine del 2011 e il 2014. Il prossimo 11 e 13 marzo, Tiscali avrebbe dovuto pagare circa 11 milioni di euro di interessi, ma il cda ha chiesto alle banche di congelare le rate in attesa del nuovo piano di rilancio.
I conti del gruppo relativi al 2008 non sono ancora stati pubblicati. A fine dicembre comunque i ricavi dovrebbero essersi attestati intorno al miliardo di euro e il margine operativo lordo a 200 milioni, una cifra quest´ultima inferiore alle previsioni degli analisti. Il bilancio verrà approvato il prossimo 27 marzo, insieme con le linee guida del nuovo piano.