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 2009  marzo 06 Venerdì calendario

Annuncio shock della Gm "Non è escluso il fallimento" -NEW YORK - La Deloitte & Touche, la società che certifica i bilanci della General Motors, ha sollevato dei «dubbi sostanziali» sulla capacità del colosso automobilistico di garantire la continuità operativa e di evitare il fallimento

Annuncio shock della Gm "Non è escluso il fallimento" -NEW YORK - La Deloitte & Touche, la società che certifica i bilanci della General Motors, ha sollevato dei «dubbi sostanziali» sulla capacità del colosso automobilistico di garantire la continuità operativa e di evitare il fallimento. Previsto, ma non per questo meno drammatico, il nuovo allarme sui destini della casa di Detroit, contenuto in un rapporto depositato ieri alla Sec, ha avuto immediate ripercussioni a Wall Street, contribuendo all´ennesimo crollo degli indici, e ha complicato il lavoro di executives, sindacati e soprattutto del team creato da Barack Obama per salvare l´industria dell´auto americana. Penalizzata dal calo della domanda, dal congelamento del credito e soprattutto da scelte strategiche sbagliate, la Gm si trova ormai sull´orlo del collasso. Nel 2008 ha perso 30,9 miliardi di dollari, di cui 9,6 nell´ultimo trimestre. A febbraio le sue vendite di auto sono più che dimezzate rispetto allo stesso mese dell´anno scorso (-53,1%). E ora sopravvive solo grazie ai 13,4 miliardi di aiuti: che però finiranno tra poche settimane, aprendo così la porta al «Chapter 11», come viene chiamata la procedura per l´amministrazione controllata. L´unica speranza per il chief executive Rick Wagoner e i 266mila dipendenti è che, da un lato i sindacati e i «bondholder» (possessori di bond) accettino soluzioni a loro più sfavorevoli, accontentandosi ad esempio di azioni della società, dall´altro che la Casa Bianca di Obama accolga la richiesta di 30 miliardi di aiuti supplementari legati a un piano di ristrutturazione. La Gm, che ha già avviato un programma di ridimensionamento della capacità produttiva e ridotto gli stipendi di Wagoner (da 14,1 milioni nel 2007, 5,4 nel 2008 e un solo dollaro nel 2009), ha anche bussato alla porta di vari stati esteri dove si trovano le maggiori consociate, a cominciare dalla Germania (Opel) e dalla Gran Bretagna. La decisione del governo sarà presa entro il 31 marzo, che è il termine posto da George W. Bush quando a dicembre concedette i primi aiuti alla Gm e alla Chrysler. In vista di quella scadenza il team dell´auto - presieduto formalmente dal ministro del Tesoro Tim Geithner - «lavora giorno e notte per trovare le soluzioni più saggie», secondo quando ha riferito ieri la Casa Bianca nella speranza di rasserenare gli animi dopo l´allarme della Deloitte & Touche. Sempre ieri, del resto, Rattner e Bloom si sono incontrati per due ore e mezza al ministero del Tesoro con Sergio Marchionne, chiamato a illustrare l´ipotesi di alleanza tra Fiat e Chrysler. L´ad della casa torinese ha ribadito che proprio questa è la migliore opzione per il rilancio della Chrysler e dovrebbe essere favorita con la concessione di 5 miliardi di aiuti supplementari. A rafforzare la posizione negoziale della Fiat hanno contribuito i dati provvisori degli ordinativi del settore auto in Italia che, secondo quando ha riferito ieri il ministro per le Attività produttive Claudio Scajola (che ha parlato di «timido segnale positivo»), registrano un incremento del 4% rispetto allo stesso mese del 2008.