Stefani Fiorucci, Novella 2000 (da Dagospia 4/3/2009), 4 marzo 2009
"Specialmente all’inizio è stato molto imbarazzante», confessa Désirée Colapietro Petrini, seduta al tavolo dell’atelier romano di una sua amica stilista, Nadia Mari, con la quale fin da adolescente divide la passione per i bei vestiti e per la moda
"Specialmente all’inizio è stato molto imbarazzante», confessa Désirée Colapietro Petrini, seduta al tavolo dell’atelier romano di una sua amica stilista, Nadia Mari, con la quale fin da adolescente divide la passione per i bei vestiti e per la moda. Désirée è una trentacinquenne curvilinea ed esuberante che di solito sui giornali ci scrive e della quale ora i giornali scrivono a causa un fidanzamento illustre. Collaboratrice del Tempo, di Di Tutto, del sito di cinema My Movies, da qualche mese è la compagna di un potentissimo della finanza Luigi Abete. Qualcuno lo ricorderà per essere stato a lungo legato a Carole André, indimenticata Perla di Labuan dello sceneggiato tv Sandokan, ma Abete, 62 anni compiuti il 17 febbraio, è soprattutto il presidente della Bnl, una delle più grandi banche italiane, ed è amministratore delegato dell’Ente cinema e presidente di Cinecittà; già presidente di Confindustria e dell’Università Luiss di Roma, ha una società di famiglia, la Abete Spa, che controlla tra l’altroApCom. Tra i suoi amici più cari annovera Luca di Montezemolo, Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle, Carlo Rossella, Enrico Mentana, Clemente Mastella e altri big della finanza, della politica e dell’informazione. Désirée si ritrova ora da cacciatrice a preda: abituata a braccare i personaggi per avere dichiarazioni e interviste, è adesso a sua volta sotto la lente dei colleghi giornalisti, oltre che delle signore dei salotti, che la scrutano interrogandosi più o meno maliziosamente su quei 27 anni d’età che la separano dal potente compagno. LUIGI ABETE E DESIRE PETRINI - Copyright Pizzi Désirée, a chi obietta che un uomo importante sia un biglietto d’ingresso per il jet set, che cosa risponde? «Che io ho fatto sempre una vita piuttosto agiata. Mio papà era un calciatore di serie A, non mi è mai mancato niente, anzi, ho avuto tanto: una buona educazione, scuole private. Mia madre mi ha sempre lasciata libera di fare quello che amavo, come quando ho vissuto a Londra per un anno per un corso di fotografia all’Università di Westminster. Non mi ha lasciato sola nemmeno nelle scelte difficili come può essere avere un figlio a 25 anni. inevitabile quindi che, essendo cresciuta in un ambiente benestante ho stretto amicizie in un certo ambiente». Ambiente al quale va aggiunto quello del cinema, che segue per lavoro. «L’ambiente del cinema, dei personaggi famosi, l’ho sempre frequentato. Nel 2002, al Festival di Taormina ho conosciuto Hugh Grant. Mi invitò a cena e proprio Novella insinuò che tra noi ci fosse più di una amicizia». E vedemmo giusto? «Non raccontai niente allora, perché non c’era niente da raccontare. I colleghi mi telefonarono dicendo: "Ma come, vai a cena con Hugh Grant e non ci dici nulla? Com’è andata, cos’è successo?". Lui era Hugh Grant, sì, ma soprattutto una persona simpatica e divertente, sensibile». Lei e Grant vi siete risentiti? «Ci siamo rivisti a un’altra cena due anni fa in occasione del suo film Scrivimi una canzone. E di nuovo i colleghi mi hanno tempestato. Le solite domande. Ah, i giornalisti!». Luigi Abete e Desire Petrini - Copyright Pizzi Si dice anche che lei abbia passato una notte con Johnny Depp. «Certo, fino alle cinque del mattino, ma al Bar del Cipriani a Venezia, immersi in dolce conversazione, dolce perché si parlava di figli. Mi si è avvicinato lui, a una serata in onore di Tim Burton. Sa? Alle feste si scambia una battuta con tutti. Io ero però un po’ preoccupata perché dovevo prendere un aereo alle otto del mattino per andare a Roma e accompagnare mia figlia al suo primo giorno di scuola. Quando gliel’ho detto abbiamo cominciato a parlare. Sia Ginevra che sua figlia sono del ’99. Ovviamente, quando i colleghi l’hanno saputo, apriti cielo!». Quindi già prima di Abete sapeva che cosa provavano i vip a essere nel mirino. «Infatti da giornalista, pur occupandomi di spettacolo, ho sempre evitato di sfociare nel gossip». Ora che è la compagna di Abete, ci sarà qualcuno che tenta di entrare nelle sue grazie. «Ho gli stessi amici dei tempi del liceo. Però, sul lavoro, sono un po’ cambiati gli atteggiamenti di alcune persone, ma io sono come i cinesi, che si mettono sul ponte, sopra al fiume». ...E aspettano che passi il cadavere del nemico. «Io mi ricordo di tutti, di come si sono comportati nel tempo, so chi mi avvicina semplicemente perché ora sono una persona esposta. Mantengo rapporti cordiali, ma ricordo chi in passato mi ha fatto del male o mi ignorava e oggi mi tratta con familiarità». Lei saprà che molti guardano maliziosamente alla differenza d’età che la divide da Abete. «Semmai, la mia preoccupazione era di non avere interessi comuni con un uomo tanto più grande, qualcosa che ci tenesse uniti al dì là dell’attrazione o dell’affetto. In passato ho avuto rapporti con coetanei, lo stesso padre di mia figlia Ginevra ha soli quattro anni più di me. Ma Luigi in molte cose è anche più giovane di me: è un entusiasta, un curioso, condividiamo tante passioni come i viaggi, il cinema, l’arte. Ha moltissima energia, entra in ufficio alle sette e un quarto del mattino e va a dormire all’una di notte, non è mai stanco, ha una fame di vita che compensa la sua età. Poi è una persona pura, nel senso che è attento, ha mille attenzioni e questa qualità è una di quelle che mi ha fatto innamorare di lui e che mi ci fa stare bene nonostante i pettegolezzi». Come vi siete conosciuti? «A Taormina, ai Nastri d’Argento. Lui era lì come Presidente della Banca Nazionale del Lavoro, sponsor dell’evento, io come giornalista del sindacato cinema che istituisce il premio. L’ho incontrato su una terrazza dal panorama meraviglioso e l’ho trovato subito simpatico ed interessante. stata istintiva simpatia, ma per me finiva lì. Grazie a frequentazioni comuni ci siamo rivisti e abbiamo scoperto che la simpatia si stava trasformando in qualche cosa di più. E ci siamo innamorati». Uscendo con Luigi Abete, lei incontra tanti personaggi importanti. Non si mangia le mani per non poterli intervistare? «Certe volte sì, quando sono a cena per esempio con tanti tutti insieme: potrei fare decine di interviste. Una volta al mio stesso tavolo c’erano Vittorio Feltri, Franca Sozzani, Antonio Matarrese. In passato chissà cosa avrei dato per stare seduta accanto a loro e intervistarli uno per uno. Oggi però è più forte l’idea di essere una persona che loro possano apprezzare per la sua riservatezza. Perderò qualche opportunità di lavoro, ma pazienza. E quando mi capitano conversazioni che farebbero titoloni sui giornali, sto zitta». Titoloni? un buon segno, vuol dire che queste persone si fidano. «All’inizio erano tutti più chiusi, si sbottonavano meno davanti a me. Adesso parlano tranquillamente. Ora gli amici di Luigi sono anche i miei amici». Ma è vero che lei e Abete, anche alle cene con gli amici, finite per isolarvi a chiacchierare solo voi due? «Ma no, io riesco a stare bene contemporaneamente con il mio fidanzato e in compagnia. Gli amici di Luigi, per citare quelli con cui spesso è stato fotografato, quindi non tradisco alcun segreto, come Carlo Rossella o Diego Della Valle, sono persone squisite che ti mettono a proprio agio, compongono un’allegra brigata». Possibile che non ha mai sfruttato la fama del suo fidanzato? «Una volta è successo, ma solo perché volevo conoscere a tutti costi Marcello Lippi, che giocava a pallone con mio papà, ex calciatore della Sampdoria, mancato tre anni fa. Approfittando del fatto che eravamo allo stadio Olimpico in tribuna autorità, mi sono presentata. Lippi mi ha abbracciato e mi ha detto: "Che bello conoscere la figlia di Sauro, lo sai che tuo papà mi ha presentato quella che oggi è mia moglie?". stata l’unica volta che ho approfittato della posizione di Luigi per conoscere qualcuno, un peccato veniale credo». Lei è molto brava a tenersi alla larga dai paparazzi. Ad esempio, della sua festa di compleanno non ci sono foto. «Questo perché la lista degli invitati l’ho sottoposta a Luigi. Erano tutte persone di provata fiducia che non avrebbero divulgato l’informazione». Si dice: dimmi cosa ti regalano, e ti dirò chi sei. «Generalmente mi regalano libri, perché sanno che mi piacciono. Io sono nipote di un poeta, mio nonno materno era un poeta famoso a Frosinone da lui ho ereditato la passione per la bella lettura». Suo nonno era Paolino Colapietro, noto come il più grande poeta dialettale di Frosinone e della Ciociaria? «Il cognome Colapietro, che ho aggiunto a Petrini, deriva proprio da lui». E tornando ai regali? «Apprezzo molto chi mi dona oggetti dei quali mi ha sentito parlare o che si ricollegano ad avvenimenti che mi sono successi. Faccio l’esempio di mia figlia. In un viaggio con Luigi a New York, dove era venuta anche lei, il mio fidanzato mi aveva regalato un anello di Tiffany. E lei, per Natale, mi ha dato un libro intitolato proprio Un anello da Tiffany. Un gesto che mi ha commosso, perché Ginevra, in quel modo, a distanza di mesi aveva voluto ricreare per me quel momento magico in cui Luigi mi aveva regalato l’anello». Il suo compagno, dunque, ha accortezze da innamorato. «Sì, gli uomini generalmente sono poco attenti a quelle che considerano frivolezze, ma non Luigi. Lui, ad esempio, sapendo che mi piace la musica di Pacifico, quando è uscito il suo nuovo album me l’ha regalato. Sono delicatezze queste che non hanno prezzo». [04-03-2009]