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 2009  febbraio 28 Sabato calendario

PENSIONATE A 65 ANNI: RISPARMI PER 2,3 MILIARDI


L’allungamento dell’età per la pensione di vecchiaia delle dipendenti pubbliche, fino ad equipararne il requisito ai 65 anni degli uomini, garantirà un risparmio di spesa di 2.377 milioni nei sette anni previsti per la graduale armonizzazione. La stima è contenuta nella versione definitiva della relazione predisposta dalla Commissione di esperti voluta dal ministro per la Pa e l’Innovazione, Renato Brunetta.
Il documento, consultabile da ieri sul sito della Funzione pubblica, tra le diverse proposte di modifica ipotizzate per adeguare le regole sulle pensioni Inpdap alle richieste della Corte di giustizia del Lussemburgo, individua anche la strada (poi in effetti scelta in sede di confronto interministeriale) di una parificazione limitata al solo pubblico impiego.
Minime le differenze con il testo predisposto la scorsa settimana dai tecnici del ministero del Lavoro e già inviato alla Commissione europea per una valutazione informale. Gli esperti di Brunetta ipotizzano l’aumento di un anno ogni 18 mesi (mentre la soluzione finale è stata quella di un anno ogni 24 mesi) e il via degli scalini a partire dal secondo semestre dell’anno (invece, stando al testo inviato a Bruxelles, si dovrebbe partire il primo gennaio prossimo). Come si vede nella tabella qui sotto, i risparmi al netto degli effetti fiscali, contributivi e comprendendo anche il calcolo della buonuscita, partono da 315 milioni nel 2010 per salire fino a 517 milioni nel 2012. Le minori spese resterebbero attorno a 220 milioni fino al 2016 quando, per effetto dei maggiori oneri cumulati sul trattamento di fine servizio, si torna alla neutralità. Sulle cifre non si è ancora pronunciata la Ragioneria generale dello Stato ma è chiaro che, se confermate, rappresenterebbero una dote interessante per pianificare una politica attiva a sostegno del lavoro femminile nella Pa già a partire dalla prossima legge Finanziaria. «Il mio auspicio - ha dichiarato il ministro Renato Brunetta al Sole 24 Ore - è che prima di arrivare al Consiglio dei ministri che dovrà decidere, su questa ipotesi si apra un confronto parlamentare, nella Commissione per le politiche dell’Unione europea». Alla Camera è attualmente in discussione la legge Comunitaria 2008, che recepisce anche la direttiva sulla parità di trattamento tra i sessi sul luogo di lavoro: potrebbe essere quello il veicolo scelto dal Governo per introdurre le modifiche con un proprio emendamento.
L’ipotesi di innalzamento di un anno ogni 24 mesi dell’età di vecchiaia comporterà un ritardo nell’uscita dal lavoro diverso, per le coorti interessate, a seconda del momento in cui si matura il diritto a pensionamento (primo o secondo semestre) visto che fino a tutto il 2011 sono in vigore le finestre anche per la pensione di vecchiaia. Secondo il testo ora all’esame della Commissione europea, il primo gradino, che innalza di un anno l’età, scatterà il primo gennaio del prossimo anno, il quinto e ultimo scatterà il primo gennaio del 2018, data in cui potranno ritirarsi le dipendenti che oggi hanno 56 anni (secondo dati Inpdap attualmente sono circa 110mila le donne impiegate nella Pa con un’età compresa tra i 58 e i 60 anni).