Claudio Gatti, Il sole 24 ore 28/2/2009, 28 febbraio 2009
QUEI TUNNEL SOTTO LE FRONTIERE AMERICANE
Il contrabbando di merci e persone attraverso gallerie scavate sotto il confine. Siamo abituati a ritenerlo un problema della Striscia di Gaza, dove i primi tunnel apparvero negli anni Ottanta, subito dopo la restituzione del Sinai all’Egitto. Dal giugno del 2007, quando Gerusalemme e il Cairo chiusero i confini con Gaza, ne sono stati scoperti più di 200. Che hanno contribuito ad armare i circa 30mila combattenti di Hamas, provocando i bombardamenti degli israeliani e spingendo gli americani a intervenire sull’Egitto perché aumentasse la sorveglianza sul proprio territorio.
Adesso, per una disattenzione di un funzionario del Pentagono, si scopre che le gallerie non sono solo un problema per la sicurezza di Israele. Ma anche per quella degli Stati Uniti. Insomma, gli americani hanno un problema tunnel anche a casa loro. E come Egitto e Israele non riescono a tenerlo sotto controllo.
A lanciare l’allarme è stato un rapporto del Us Northern Command, il comando militare americano responsabile della difesa del territorio statunitense, inavvertitamente messo in rete e poi prontamente ritirato. Quel briefing, preparato da una speciale task force di base a Fort Bliss, in Texas, descriveva il potenziale rischio di infiltrazione da parte di cosiddetti special-interest aliens - ovvero stranieri di interesse speciale - un eufemismo che nel linguaggio del Pentagono sta a indicare potenziali terroristi.
Secondo la task force, il territorio americano potrebbe essere "penetrato" sia da Nord che da Sud. Perché in Canada, e in particolare nella regione dei Grandi Laghi, come si legge nel rapporto, ci sarebbe una significativa presenza di «organizzazioni estremiste con una forte rete di supporto». Mentre in Messico sarebbe attiva una cellula di Hezbollah.
Vista l’intensificazione dei controlli di frontiera, il documento spiega che uno dei possibili metodi per entrare negli Usa potrebbe essere quello del passaggio sotterraneo. E rivela che dal 1990 al 2008 c’è stato un vero e proprio boom di gallerie scoperte. Una scheda, classificata "per uso interno" ma ottenuta dal Sole 24 Ore, ne elenca 93. Di queste, 92 interessavano il confine meridionale con il Messico - 57 portavano in Arizona e 35 in California. Una era invece al confine settentrionale con il Canada: lunga 110 metri, era stata scavata tra la cittadina di Lynden, nello Stato di Washington, e quella di Aldergrove, in British Columbia.
«Quello che sappiamo è che sono state usate per traffico di droga, denaro, armi e persone, che il numero dei tunnel esistenti ma non individuati è molto più alto e che potrebbero costituire un punto di ingresso primario per qualsiasi minaccia transnazionale» si legge nella scheda.
L’ironia è che, come a Gaza e nella West Bank, il boom delle gallerie è coinciso con l’erezione di mura o recinzioni di confine. Di fronte all’emergenza dovuta all’esplosione di immigrazione clandestina dal Messico, negli ultimi anni il Governo americano ha infatti finanziato la costruzione di svariati chilometri di mura e recinzioni lungo i confini delle aree più a rischio, in particolare San Diego, in California, e Nogales, in Arizona.
Secondo un recente studio del Congressional Research Service, braccio analitico del Congresso, «c’è motivo di pensare che mura e recinzioni abbiano ridiretto il flusso illegale... Una conseguenza inaspettata di queste barriere è stata la proliferazione di gallerie scavate sotto la linea di confine... ed è logico aspettarsi che nel momento in cui aumenteranno le barriere di superficie aumenteranno anche le gallerie».
A provarlo è il fatto che il numero più alto di tunnel è stato scoperto proprio nelle zone con mura e recinzioni - San Diego e Nogales. E che le scoperte sono in netto aumento. Solo nella zona di Nogales, tra l’ottobre 2008 e il gennaio scorso, ne sono stati scoperti altri 14. «La scoperta di 14 nuovi gallerie in appena quattro mesi rappresenta una chiara minaccia alla nostra integrità territoriale. Soprattutto se si considera che in tutti i 12 mesi precedenti ne erano state scoperte solo nove», dice al Sole 24 Ore Robert Daniels del Border Patrol dell’area di Novales. Quando gli abbiamo chiesto se ad essere minacciata è anche la sicurezza nazionale, Daniels risponde: «Organizzazioni criminali che hanno la capacità di fare entrare illegalmente droga o persone possono far entrare anche armi e terroristi».
Il record della galleria più lunga appartiene a quella scoperta nel 2006 dalla San Diego Tunnel Task Force, una squadra speciale creata dalla polizia di frontiera californiana. A circa due chilometri di distanza dal punto di confine di Otay Mesa, era lunga oltre mille metri, pavimentata in cemento, e dotata sia di luce elettrica che di sistemi di areazione.
Un’altra opera di sofisticata ingegneria sotterranea è stata scoperta a Calexico. Sia sul lato messicano che su quello californiano l’ingresso era sotto il pavimento di una stanza da letto di un’abitazione privata. Supportato da travi di legno spesse 15 centimetri e alte un metro, il tunnel era stato pavimentato in cemento, aveva luce elettrica, due ventilatori per dare aria e persino un sistema di pompe per l’estrazione dell’acqua in caso di allagamento. Nel tunnel erano poi stati trovati degli skateboard, utilizzati per il trasporto della merce.
Ma dal sottosuolo potrebbe venire una minaccia alla sicurezza anche del Messico. Un’inchiesta bilaterale, resa pubblica mercoledì, ha confermato quello che il Governo di Città del Messico e lo stesso presidente Felipe Calderon ormai sostengono da tempo: la maggior parte delle armi da guerra che vengono confiscate alle gang di trafficanti di droga, e che da mesi stanno insanguinando il Paese, proviene dagli Stati Uniti. Secondo le stime delle stesse autorità Usa, fino al 90% delle 20mila armi sequestrate a queste gang nel 2008 erano di provenienza americana. Quasi tutte comprate sul mercato legale (in Texas e in molti altri Stati di confine si possono comprare anche mitragliatori AK-47) e poi contrabbandate in Messico. E qual è uno dei sistemi più sicuri ed efficaci per farlo? I tunnel. Of course.