varie, 4 marzo 2009
CALE J. J. (John W. Cale)
CALE J. J. (John W. Cale) Oklahoma City (Stati Uniti) 5 dicembre 1938. Cantautore • «[…] il cavaliere solitario del rock. Eric Clapton, che gli ha regalato la fama incidendo le sue After Midnight e Cocaine, lo chiama “maestro”. Ma Cale non ha mai approfittato del successo. Schivo e misterioso, è un uomo di pochissime parole e artista da sporadici album. […] La sua musica è il sinonimo di ballate morbide e languidi fraseggi di chitarra, però J.J. ha un animo inquieto. In tutti questi anni non è stato fermo nel suo eremo di tre acri in California (“Mi dedico ai lavori domestici”): con Clapton, nel 2006, ha registrato The Road To Escondido, con il quale ha vinto il suo primo Grammy. […] “Ero senza un dollaro prima che Clapton incidesse After Midnight, ero tornato a Tulsa e avevo abbandonato la carriera discografica” […] Ma Clapton non è stato l’unico: le sue canzoni le hanno incise anche Johnny Cash, Santana, Deep Purple: “La più grande ambizione di un songwriter è che i tuoi pezzi diventino delle cover, non importa se belle o brutte. A me è successo parecchie volte. E mi ha rafforzato l’ego”. Nato a Oklahoma City, cresciuto a Tulsa, Cale ha lavorato come ragazzo degli ascensori, cucinato hamburger e hot dog. Poi, di notte, si esibiva nei bar. “Quando arrivò il rock facevo il chitarrista nelle retrovie, era l’epoca di Chuck Berry, Elvis. Più tardi ho iniziato a incidere dischi... la musica era diventata aggressiva, i cantanti ti urlavano in faccia. Io ho cercato di rendere tutto più... calmo, per differenziarmi dalla massa”. Della sua vita privata ha raccontato in un documentario girato da Jörg Bundschuh che è stato sposato due volte e che, nella sua vita da gitano, ha vissuto anche nelle roulotte. “Ero giovanissimo quando mi trasferii per un periodo a Los Angeles, amavo vivere come un hippy. Con i miei amici eravamo sempre a un passo dalla prigione e circolava un sacco di droga e di alcol”. Ma con gli eccessi ha smesso presto. Oggi è l’esempio del rock pulito, un’icona americana e una leggenda vivente. Gli pesa? “No. Il bello è quando ti arriva un assegno a casa”» (Sandra Cesarale, “Corriere della Sera” 4/3/2009).