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 2009  marzo 04 Mercoledì calendario

C’E’ LA CRISI? PROVATE I FRATTALI"

All’epoca nessuno mi ascoltò». Seguono sospiro e bonaria risata. E se il padre dei frattali avesse ragione?
Non lo sapremo mai. Quasi mezzo secolo fa Benoit Mandelbrot fu il primo a scoprire che i prezzi del cotone violavano le regole classiche dell’economia, perché fluttuavano oltre le curve standard, e cinque anni fa ha pubblicato un saggio - «The Misbehaviour of Markets» - sintetizzato così: «Le teorie finanziarie, quelle insegnate nelle business schools, sono fondamentalmente sbagliate».
Intanto è crollato tutto e una chance per ascoltare uno dei maggiori matematici del momento sarà la lezione pubblica del 10 marzo a New York: è uno degli ospiti del «Festival della Matematica», che per 48 ore si trasferisce a Manhattan a interrogarsi sulle alchimie tra numeri ed economia prima di esibirsi a Roma, dal 19 al 22.
Professore, la sua «lectio» si intitolerà «Il disordine dei mercati. Una visione frattale del rischio»: secondo lei, chi è il colpevole del caos attuale?
«Certo, è un pasticcio. E non è nato da solo, è stato creato».
Da chi?
«Ci sono molte cause. Una, in particolare: tante contrattazioni erano diventate segrete e tante regole per garantire i controlli sono state soppresse dal Congresso di Washington. Non voglio scendere nella polemica politica, ma la situazione è andata fuori controllo».
E le responsabilità dei suoi colleghi economisti? Lei non ne salva nessuno, a cominciare da Louis Bachelier, il padre dei modelli classici del XX secolo, come la Portfolio Theory e l’Efficient Market Hypothesis.
«L’economia è un settore che ho cominciato a studiare 50 anni fa e ci sono tornato tante volte: chi avrebbe detto che sarebbe diventato un argomento così popolare? Comunque, è vero che il mio libro è un attacco alla statistica finanziaria convenzionale. Bachelier, in particolare, ha elaborato la teoria di un mercato che non esiste: ecco perché ne ho proposta una alternativa».
Quali caratteristiche ha?
«Include due caratteristiche-chiave del mercato reale. Primo: i mercati sono discontinui. Significa che, quando le condizioni della Borsa cambiano, i prezzi possono oscillare di colpo da un valore iniziale a un altro successivo molto diverso, tra ”crashes” e ”booms”. Bachelier, invece, pensava al progredire di piccoli ”steps”, il che è sbagliato. Il fatto curioso è che la storia l’ha confermato spesso, già ai tempi dei banchieri della Firenze dei Medici, e che anche la letteratura se n’è accorta, per esempio nel ”Mercante di Venezia” di Shakespeare».
E la seconda caratteristica?
«E’ il cosiddetto ”clustering”: se si osserva la storia di un prezzo, si notano variazioni minime per lunghi periodi e oscillazioni violente e soprattutto improvvise, proprio come in questo momento».
La discontinuità economica sembra simile a quella geometrica dei suoi frattali, le formule che permettono di studiare gli uragani o i terremoti: è così?
«Quando iniziai le mie ricerche, i frattali non esistevano. Sono arrivati dopo il mio trasferimento a Harvard: nacquero in modo avventuroso e in un contesto più ampio».
E così alle sue teorie economiche ha aggiunto il «Flexible time fractal», il tempo flessibile frattale, con cui valutare i rischi di un investimento: lo spiega?
«I mercati vengono analizzati in fasi temporali che si deformano. E’ un’esperienza che chiunque nota: quante volte, alla fine di una giornata di Borsa, un investitore si lascia andare a un ”Oggi non è successo niente!” e in altre si dispera: ”Non ho avuto nemmeno un attimo per pensare!”. Io ho trasformato questa vaga impressione in un modello matematico: è stata un’innovazione importante, perché permette, con cambiamenti minimi nei parametri, di passare dall’analisi di mercati relativamente stabili ad altri estremamente volatili».
Lei sostiene che le bolle speculative sono inevitabili: perché?
«In certe condizioni sono perfettamente razionali. Prendiamo il caso di un’azienda che si espande: le azioni salgono sulla base delle attese future di sviluppo e poi, quando irrompe una crisi, gli elementi di previsione su cui si basavano i prezzi crollano: e allora i valori delle azioni non possono che andare in fumo. E’ logico: il sistema economico trasforma le informazioni in elementi di discontinuità. C’è molto più della stupidità di cui tanti parlano».
Come giudica il pacchetto anti-crisi di Barack Obama?
«Preferisco non rispondere. Ci vuole tempo per stabilire una politica e anche per valutarla. Ma voglio dire che sono scioccato dalla quantità di individui che si dichiarano specialisti di cose economiche, anche se sono privi di qualunque comprensione dei fatti».

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