Marco Zatterin, la Stampa, 4/3/2009, 4 marzo 2009
La Grecia spende e finisce fuori dal patto di stabilità-- Tutta colpa di un deficit che fa paura ai guardiani del trattato di Maastricht
La Grecia spende e finisce fuori dal patto di stabilità-- Tutta colpa di un deficit che fa paura ai guardiani del trattato di Maastricht. A fine anno il buco nei conti pubblici greci dovrebbe fermarsi secondo le stime (da rivedere) della Commissione appena sotto il 4% del pil, dunque un punto oltre la soglia minima. Sordo ai richiami della Commissione Ue, il governo conservatore di Konstantínos Alexandrou Karamanlís continua a spendere nel tentativo di dopare una congiuntura resa debole da una domanda decisamente fiacca. Dopo anni di crescita sostenuta, il paese ellenico dovrebbe finire l’anno in recessione. Per affrontare la crisi dei mutui, Atene ha varato un piano da 28 miliardi rivolto a banche e industri e per alleviare i mutui delle famiglie. E’ il massimo, visti i pochi euro rimasti in cassa. Le banche soffrono. Il governatore della banca centrale George Provopoulos ha messo in conto che le aziende di credito più piccole potrebbe essere costrette a fondersi. Il sistema è meno esposto rispetto al resto dell’Europa, ma la crisi strutturale è stata alimentata dalle pesanti tensioni sociali e dalla violente manifestazioni antigovernative delle scorse settimane. Risultato: le agenzie di rating non la vedono bene. Moody’s ha abbassato l’outlook sui bond governativi greci a ”stabile” da ”positivo”, sottolineando ci sono scarse probabilità che il rating del Paese possa essere elevato dall’attuale livello A1 nei mesi a venire. Il mese scorso Standard & Poor’s ha tagliato il giudizio sul debito ellenico ad A-, vale a dire sei livelli sotto il massimo, motivando la decisione con le difficoltà del Paese a mantenere in linea il bilancio.