Alessandra Retico, la Repubblica 03/03/2009, 3 marzo 2009
Piace a Barack Obama, e a Britney Spears. Il presidente ci ha fatto campagna elettorale, lei l´ha usato per parlare di frullati e paparazzi
Piace a Barack Obama, e a Britney Spears. Il presidente ci ha fatto campagna elettorale, lei l´ha usato per parlare di frullati e paparazzi. Entrambi sono stati ugualmente brevi: centoquaranta caratteri non uno di più. I loro messaggi sono passati sulla piattaforma di microblogging Twitter, dove tutto ruota attorno alla domanda: «Che stai facendo adesso?». Si risponde con sms, messaggeria istantanea, e-mail, feed RSS. Subito, sull´onda. «Utente cucina strepitosa torta di mele». Sei milioni di utenti registrati dal 2006 quando è nato. Facebook ha cercato di comprarlo, ora è Google che si fa avanti. Perché tanto interesse? Mentre uno chef entusiasta del New Jersey infornava il suo dolce, dall´altro capo del mondo «utente in hotel Mumbai è sotto attacco terroristi». Ottanta messaggi ogni cinque secondi sono partiti da testimoni dell´attentato nell´albergo indiano nel novembre scorso. Cronaca per istantanee, flash di informazioni, socialità e business, amicizia e politica. Durante il discorso di insediamento di Obama, con perfetto contrappasso mediatico, una ventina di senatori e oltre 60 deputati hanno digitato per fare i loro (non sempre elogiativi) commenti. Ecco, in poche parole Twitter è molto. Un po´ Facebook, ma più leggero e immediato. Spartano nella grafica come Google, ma adesso: non archivia notizie, le dà subito. social network, mette in contatto. Ma anche microgiornalismo, haiku di articoli che possono persino cambiare il corso degli eventi. Come appunto a Mumbai, o a New York: «utente su aereo vittima di bird strike atterra sull´Hudson»». 140 battute di testo per segnalare prima di chiunque altro l´inusitato ammaraggio. Brevi cinguettìi nel coro informatico: questo significa twitter che ha come logo un uccellino. Versi di informazioni sul qui e ora nell´esatto qui e ora di tutti i "followers", gli interlocutori che ognuno può accettare di ascoltare (ma è possibile anche dialogare con tutti, senza restrizioni, un´eco pazzesca). Registrazione gratuita, poco altro da imparare per entrare nel concerto. Si pubblicano i twitt, frasi minimali(ste) su cosa si sta facendo in quell´esatto momento. Chi ha scelto di seguire legge, e risponde, e riceve, e rimanda in un´interminabile sequenza frazionata del tempo. Tutte le schegge di testo vengono pubblicate sulla Pubblic Timeline, dove ci sono i cinguettìi provenienti da ovunque, all´unisono. Lo scopo. La socialità, la tracciabilità, l´iperconnessione. Il mezzo più breve per il flusso di coscienza internettiano, la geografia delle emozioni proprio in quell´unico transitorio istante che non tornerà più, la manìa del tempo reale. Chi twitta vuole iconizzare il proprio status, la propria attualità sincronica, anche quando informa su propri gusti e disponibilità economiche: «Utente compra scarpe da mille euro». Dal settembre 2007 a quello successivo Twitter è diventato il social network che ha registrato il più alto incremento di utenti (+600%) e di visitatori unici (+343%). molto indietro rispetto ai big del genere, ma a febbraio Compete.com, misuratore di accessi web, nella sua classifica l´ha piazzato per terzo: davanti ha solo MySpace e al primo posto Facebook, il più popolare di tutti (ieri di nuovo attaccato da hacker, la quinta volta in una settimana). A novembre FB ha provato a comprare Twitter per 500 milioni di dollari, ma l´Obvious Corp, la società di San Francisco che fa capo ai tre 30enni californiani (Jack Dorsey, Evan Williams, Biz Stone) che l´hanno creato, hanno detto no grazie: «Vogliamo mantenere la nostra indipendenza». Pare che in realtà il rifiuto sia stato dovuto alle modalità di pagamento: stock options FB, troppo volatili anche per i tre che hanno inventato lo svolazzante cinguettìo. Ma le trattative vanno avanti, e adesso anche rumors sull´interesse all´acquisto di Google. La disarmante facilità è una sua dote, e anche quell´intimità digitale che consente. Ma pure lo "stato d´ansia", altro significato di twitter, è interessante. Compulsivo desiderio della diretta, per dire i frammenti della vita in onda.