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 2009  marzo 03 Martedì calendario

RAGGIO INQUILINO ABUSIVO DELLA VILLA VACCA AGUSTA


Meravigliosa e maledetta, allegramente affacciata sul mare di Portofino e mestamente ripiegata su di sè per il peso della malasorte che l’ammorba da quando, oltre un secolo fa, è stata costruita. Ieri la maledizione di Villa Altachiara si è abbattuta su Maurizio Raggio, l’ex compagno della contessa Francesca Vacca Agusta. La maledizione che, in questo caso, è una mazzata da 655mila euro, una sentenza del Tribunale di Chiavari che ha condannato l’ex compagno della nobildonna a pagare per non aver traslocato in tempo dalla villa. Raggio ”l’abusivo” dovrà saldare i conti con la Dmc, la società immobiliare milanese che gestisce l’eredità della contessa. L’ex playboy che occupava la casa con la moglie Rocio Saldivar e il figlio Aronne, avrebbe dovuto lasciare le quaranta stanze, il salone con camino, le terrazze, la depandance, la biblioteca tappezzata di seta e i diecimila metri quadrati di parco con piscina, palestra e pista d’atterraggio per gli elicotteri, il 28 aprile del 2006. Non l’ha fatto e ieri è arrivata la condanna: settecento euro di penale per ogni giorno in più vissuto nella residenza di Portofino.

Dicono che il destino infausto, quello spettro che aleggia minaccioso sulla casa, risalga al costruttore Lord Carnavon, l’egittologo inglese che scoprì la tomba di Tutankhamen senza fare troppo caso né dare troppo peso al geroglifico impresso all’ingresso del sepolcro. Una scritta che si è rivelata poi un anatema: ”La morte colpirà con le sue ali spietate chiunque oserà turbare il sonno del faraone”. Poco dopo lo studioso morì vittima di un incidente, senza che i medici dell’epoca riuscissero a individuare le cause del decesso. Svariati anni dopo sua nipote Claire scivolò sui gradini di Villa Altachiara e così perse la vita. Negli anni Cinquanta i fratelli Corradino e Marco Agusta, titolari dell’azienda più famosa al mondo per la costruzione di aerei ed elicotteri, comprarono la dimora. Il matrimonio di Corrado con Marina Maresca andò a rotoli, lui sposò Francesca. Nell’89 la Vacca ereditò la villa, il titolo, il cognome e anche svariati miliardi. Nei primi giorni del 2001, quando la contessa sparisce misteriosamente le malelingue parlano a briglia sciolta di fantasmi e sortilegi che da sempre incombono sulla vita di chi abita in quelle lussuose stanze. Per i superstiziosi la conferma arriva quando vengono ritrovati in mare il suo accappatoio lacerato, le pantofole da nobildonna e la montatura degli occhiali da sole. Dopo qualche giorno, dalle acque davanti a Cap Benat riaffiora il corpo. La donna fu riconosciuta per l’anello di diamanti che portava al mignolo. Si è uccisa? L’hanno uccisa? Un anno e mezzo dopo la Procura di Chiavari sentenzia: « stato un incidente, non c’è omicidio». La sera dell’8 gennaio del 2001 la contessa esce in accappatoio e in ciabatte sotto la pioggia, scavalca il muretto a picco sul mare del giardino della sua villa, ma al posto del terrapieno trova foglie secche, un tappeto che la scaraventa giù per sempre. Ingoiata dal mare davanti alla villa maledetta.

Una persecuzione che nei confronti di Raggio prende la forma di sentenze e cartelle esattoriali, come quelle dell’ottobre scorso, quando la Finanza bussa alle porte della Villa per chiedergli 20 milioni di euro «imposte sui redditi presunte dai vorticosi giri di denaro della Mani Pulite milanese». I finanzieri requisiscono mobili, quadri e il Rolex d’acciaio, che Raggio ha al polso. Ieri la mazzata da 700mila euro. Non c’è da stupirsi se le trattative per l’acquisto della villa saltano, se nessuno vuol comprare questa casa meravigliosa e maledetta.