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 2009  marzo 03 Martedì calendario

PIU’ CELTI I VENETI O I ROMANI?

La vicenda è ormai nota anche a chi non si occupa di sport: la Celtic League di rugby, che riunisce squadre scozzesi, gallesi e irlandesi, ha deciso di cooptare due squadre emergenti di casa nostra. Lo farebbe per dare vigore a una pratica sportiva che in Italia sta facendo passi promettenti.

L’organizzazione si chiama ”celtica” perchè è nata fra formazioni di una specifica area culturale in cui tale identità si è conservata più vigorosa; in realtà il rugby è molto popolare anche in Francia e Inghilterra, anche loro terre di sicura radice celtica. Non c’è totale certezza che esista un legame diretto fra la tradizione degli europei più antichi e questo sport. Di sicuro le prove di forza, di coraggio e di coordinamento collettivo, finalizzate alla gagliardia in combattimento, erano ampiamente praticate ed è piuttosto probabile che una derivazione esista, considerando anche le aree di attuale diffusione della pratica. Che il rugby sia filiazione certa della celticità sembrano sicuri gli autori di Asterix che raccontano di una partita fra le squadre di Durovernum e Camolodunum, vinta da questi ultimi grazie alla pozione magica portata dalla Bretagna. E poi Obelix gioca una continua partita contro i romani.
L’unitàdella penisola

Asterix o non Asterix, i rugbisti nordici si sono rivolti alla parte di mondo dove il celtismo è antico anche se la sua riscoperta è recente. La cosa è subito stata letta come una sorta di riconoscimento di un legame mai interrotto. Qualcuno ci ha aggiunto una interpretazione politica: è però interessante che a farlo non sia tanto la Lega – in periodo di fiacca identitaria – quanto certi suoi avversari che ci vedrebbero una sorta di riconoscimento internazionale della diversità e - con un po’ di italico melodramma – un attentato alla sacralità dell’unità della penisola. Forse anni fa – erano i tempi del Po – l’entusiasmo leghista sarebbe stato maggiore in un tripudio di ampolle e palle ovali, oggi che hanno assunto un aplomb governativo - quasi britannico - la mettono sul piano della diffusione geografica dello sport e sul legame con tradizioni padane di socialità e di forza applicata al comune obiettivo. Più Don Bosco che Brenno.

Agli altri però la cosa non va giù e insistono perché - per par condicio - una delle due squadre sia romana. Si dice che la cosa sia un po’ forzata sul piano della qualità tecnica: aggregazioni atleticamente più promettenti sono reperibili nelle nebbie celtiche della valle padana; e non basta che la squadra quasi sicuramente promossa faccia riferimento ai Benetton, che non hanno certo mai esagerato nel manifestare la loro pur innegabile veneticità. Neppure serve più tirare fuori la vecchia storia della contrapposizione fra celti e veneti basata su differenze più formali che sostanziali, o ricamare su una mitica origine comune (tutti pargoli di Troia) di veneti antichi e romani che non è mai stata ricordata con orgoglio dai primi e che è stata invece una straordinaria operazione di ”divide et impera” dei secondi.

Si dice che la vicenda sia stata presa a cuore da Alemanno, che, nonostante il cognome, è diventato il più prode difensore della romanità, come certi generali antichi reclutati al di là del Limes danubiano.
Una squadrachiamata Obelix

C’è più confusione che nelle mischie in campo. Certo, avrebbe più senso che della Celtic League facessero parte squadre della vecchia Gallia Cisalpina, fino al Rubicone o all’Esino, ma quasi sicuramente – come in quasi tutte le più recenti battaglie padaniste – finirà per vincere la squadra romana.

Non tutti i mali vengono per nuocere. Si maligna che gli scozzesi giochino a rugby soprattutto per avere la possibilità di bastonare legalmente gli inglesi. Vorrà dire che i padani potranno fare lo stesso con i romani. Il nome della squadra potrebbe essere Obelix.