Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  marzo 01 Domenica calendario

QUESTIONARIO FANTASTICO DI ECONOMIA REALE


Immaginavo quel che non potrebbe accadermi, nella piattezza di trascrittura grafica del migliore giornalismo italiano, che assegna i ruoli d’intervento con fissità quasi maniacale e diffida del larghissimo ventaglio di possibilità con cui si accarezza l’aura uno scrittore di provata professione: immaginavo mi fosse richiesto di rispondere a un preciso, arido Questionario su temi esclusivamente di politica economica.
Rispetto ai competenti attualmente vivi e operanti la mia incompetenza, la mia incapacità a trattarne è totale. Lo stesso gergo oggi noto a tutti, o quasi, composto per lo più di parole inglesi e americane sgradevolmente (forse inevitabilmente) messe in contesti italofoni, mi è estraneo fino alla ripugnanza, all’inaccettabilità di quelle simmetrie glaciali, di un apparato soluzionista che spenzola nel vuoto di un pensiero vero. Talvolta leggo qualche articolo o interviste fatte a gente di bravura, fornita di poteri del decidere, senza capirne niente, aiutato anche da una indomabile riluttanza a un capire schematico. E tuttavia l’argomento sento che mi riguarda: per igiene mentale, evidentemente, lo rimuovo.
Per ribaltamento etico, già il termine di immediata comprensibilità, e correttamente italiano, risparmiatori, il più usato negli approfondimenti, a me dà il senso di accumulatori. Sulla spesa si risparmia; il denaro versato sul conto corrente è lavoro di accumulazione del capitale, fosse pure di dieci euro e cinquantacinque. Il clochard risparmia o spreca, il borghesino urbano, quando non spende e guadagna qualcosa, accumula. Se poi investa, è uno speculatore - un giocatore che punta alla roulette del mercato azionario, soggetto a némesis, qualora varchi, ignorandolo, il limite trascendente. Forse bastano dieci euro appena, o cinque-seimila euro o dollari o franchi svizzeri sul nostro conto - ed ecco già varcata l’oscura soglia, dove potrebbe manifestarsi la forca karmica.
Ci sono limiti cosmici all’impunità, non ce ne sono alla punibilità metafisica. Non è neppure da escludere che il limite sia pre-fissato per ognuno che si riscaldi con un eccesso di denaro disponibile (uomo o banca - istituzione in cui non si finisce di far scendere e scendere il ròbot dei fondali introvabili) - ma la regola, da dove viene? E da quando? Se c’è un limite per ciascuno che sia uscito dalla malvista libertà dell’esser povero, chi glielo avrebbe fissato ab aeterno? Un uomo intelligente come Bill Gates mi pare abbia percepito qualcosa in tal senso, uno sguardo che lo fissava, decidendo impaurito di ridistribuire qua e là i suoi insensati tesori. Un esempio... Perché non dovrebbero fare altrettanto l’Europa, l’America, l’Occidente? «Il tuo pane géttalo sulla faccia dell’acqua» avverte il biblico Qohélet, mia frusta e inevitabile giubba di operaio intellettuale. Non potrebbe, questa, essere una via da battere, per autentici risparmiatori?
Ecco il foglio col questionario che mi è stato passato sotto la porta e ho trovato al risveglio, mai oltre le 5,45 del mattino. Per le risposte utilizzerò le relative insulse caselle S - NO - FORSE - NON SO. Giochiamo e pensiamo.
1. Il denaro è in essenza pazzo? S.

2. progressivamente e irrimediabilmente pazzo? S.

3. Una psico-economia tutta da inventare potrebbe proporre qualche rimedio? FORSE.

4. Ritieni risolvibile, come ripete la vulgata politica, l’attuale crisi mondiale entro il 2010? NO.

5. La ritieni perpetuabile indefinitamente, in grovigli di eventi che non ci è dato di fermare? S.

6. Ritieni il linguaggio che ne tratta, in italiano, in inglese, in mongolo e ogni altro sermone (e il pensiero soggiacente ai termini usati) confacenti e adeguati? NO.

7. Hai preferenza per qualcuna delle misure prese e delle soluzioni proposte (Obama, Tremonti, Sarkozy, Merkel, Russia, Cina...)? NO.

8. Tali misure potrebbero frenare in modalità razionali la trasformazione progrediente dei singoli punti critici in un’unica tastiera di collassi precipitosi? NO.

9. L’introvabilità dei freni, dei tamponi adeguati, dei linguaggi, dei rimedi possibili, è un segno di qualcosa? S.

10. Di un segno buono? NON SO.

11. Di un segno maligno? NON SO.

12. Di un segno da decifrare? S.

13. Nel risvolto pratico, ritieni che la soluzione consista nella ripresa dei consumi? NO.

14. Nella ripresa della produzione e degli investimenti? NO.

15. Nelle volontà politiche? NO.

16. Nelle cifre statistiche di Borse e PIL quando ri-crescessero? NO.

17. Nella de-crescita globale? NON SO.

18. Economia in continuo sviluppo e pervertimento climatico sono conciliabili? NO.

19. Energie industriali di ogni tipo, e vita di quanto, su questo periferico pianeta, vive, sono conciliabili? NO.

20. Tra diffusione dei tumori ed economie dello sviluppo e delle tecnologie, ci può essere una relazione stretta? S.

21. L’adozione, elevata a sistema di governo, del wu wei (il NON AGIRE taoistico) potrebbe avere effetti positivi? FORSE.

22. Condividi questo pensiero del fisico olistico Fritjof Capra (Il punto di svolta, Feltrinelli 1982): «Le nostre strutture economiche e istituzionali sono dinosauri, incapaci di adattarsi a mutamenti ambientali e quindi destinate a estinguersi»? S.

23. Consideri Malthus un pensatore più attuale e degno di ascolto di Keynes? S.

24. Un calo demografico nella popolazione mondiale, arrivata a una cifra record di sette miliardi (due di infelici cronici, il resto di affamati, l’insieme di incurabili mentali), un calo anche di popolazione in Italia, potrebbero avere esiti positivi? S.

25. Si va in questa direzione? NO.

26. L’enormità dei consumi d’acqua in Occidente è, grecamente, Hybris, Varcato Limite? S.

27. L’agricoltura con OGM e sequestro delle sementi, e la deviazione dei cereali dal piatto all’uso energetico, avranno secondo te conseguenze catastrofiche? S.

28. La spesa coi carrelli al trabocco nei supermercati e l’alimentazione, in aumento, mediante ristorazione pubblica, implicano uno spreco immane di risorse? S.

29. Questo parlare continuo di crisi economica, invariabilmente a senso unico, onnimediatico, può disturbare (o aver disturbato già da un pezzo) la mente? Può averla resa incapace, in alto come in basso, di concepire una sola, anche piccola, verità sostanziale? Può renderci tutti ciechi, di fronte a qualsiasi pericolo? SI.

30. Violenza e deterioramento ambientale sono un unico nodo? S.

31. L’ossessione economicista è madre di paranoie? S.

32. I processi storici seguono percorsi razionali? NO.

33. In che mani è l’esistenza umana, e sarà, domani? NON SO.

34. Che fare? NON SO.

Il Questionario Ceronetti si ferma qui. Una folla di domande ulteriori, ramificate, ansiose di risposta, premeva per entrarci; ma bisogna saper mettere punto e rischiare l’insufficienza.
Chiunque potrebbe, volendo, iscrivere nelle quattro immaginarie caselle risposte concordi o del tutto altre. Il binario tracciato, naturalmente, è fatto a mia misura, in modo rapsodico; resta tuttavia, pur nei suoi limiti, per altre forme di pensiero, percorribile. Ha sicuramente il merito di escludere il diluvio delle spiegazioni superflue e dei Luoghi Comuni.
Questa Economia non è un potere di questo o di quello. E’, come la Tecnica, un potere in sé. Tale potere tende a farsi totalitario e sta occupando tutto: dunque è immune da crisi. Pone domande, come la Sfinge. Nessuna delle nostre risposte può soddisfarlo.