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 2009  marzo 01 Domenica calendario

LAURA: COME ERA BELLO QUANDO ERO FIRST LADY


Preston Hollow è l’elegante sobborgo immerso nel verde a Nord di Dallas dove si rifugiano i miliardari texani. Fra le case dell’ex candidato presidente Ross Perot, del petroliere T. Boone Pickens e di Tom Hicks, proprietario del Liverpool, da una settimana vivono anche George W. e Laura Bush. La villa in mattoni rossastri di 800 mq pagata 3,8 milioni di dollari era stata acquistata a fine anno ma i lavori di ristrutturazione si sono protratti più del previsto, obbligando l’ex coppia presidenziale a passare quasi un mese nel ranch di Craword, a due ore di auto distanza, prima di potervi mettere piede.
Laura aveva scelto casa e quartiere pensando ad una residenza comoda e agevole, circondata da amici e finanziatori, ma lo sbarco si sta rivelando assai più duro del previsto, come lei stessa ha confessato in un’intervista alla tv Abc. I problemi hanno a che vedere con le difficoltà quotidiane di una coppia dell’aristocrazia bianca, anglosassone e protestante che dalla sera del 20 gennaio è entrata a far parte dell’universo dei pensionati, lasciandosi alle spalle otto anni di presidenza degli Stati Uniti e cinque di governatorato del Texas durante i quali hanno potuto delegare le faccende domestiche ad uno stuolo di collaboratori, domestici, assistenti e autisti.

Abbiamo davvero pochi mobili» ammette a denti stretti Laura, spiegando che «ci manca il tavolino del caffè e anche il tavolo da pranzo» con il risultato di essere stati obbligati a «chiedere in prestito ai vicini un tavolo da cucina» per poter mangiare assieme. Anche di sedie ve ne sono poche. Così l’altra sera, quando si sono trovati improvvisamente con 16 ospiti a cena, Laura è dovuta uscire, andare in fretta nella casa vicina dove vivono gli agenti della scorta del servizio segreto e «chiedergli delle sedie» che l’indomani ha poi riportato lei stessa ai legittimi proprietari, con tanto di ringraziamenti.
Salone a parte, la villa ha quattro stanze da letto in gran parte ancora spoglie e Laura si trova ora a dover pianificare acquisti di comodini, docce e stampelle come non ha mai fatto dal 17 gennaio 1995, quando si insediò con il marito nella residenza del governatore ad Austin. Fra le prime novità con cui Laura si è scontrata ci sono i viaggi dal locale ferramenta - segno che la ristrutturazione non deve essere stata proprio perfetta - e l’inattesa incapacità del «Dallas Morning News» di far arrivare con puntualità il giornale al mattino di fronte alla porta di casa.
Per un presidente abituato a iniziare la giornata ricevendo il briefing dell’intelligence con l’aggiornamento sui segreti del Pianeta, non riuscire neanche a leggere un quotidiano all’ora del breakfast deve essere stata una pesante umiliazione. Da qui le ripetute lamentele di Laura alle quali la redazione ha però prontamente ribattuto diffondendo su Internet un comunicato in cui si imputano i ritardi «ai controlli di sicurezza e posti di blocco che impediscono ai nostri ragazzi di lasciare il giornale davanti alla casa». Quale che sia il motivo, il quotidiano locale - l’unico a cui hanno scelto di abbonarsi, confermando la nota ritrosia per la carta stampata - «ancora non ci arriva» e Laura è corsa ai ripari mettendosi di fronte al computer. Ma anche qui qualcosa non ha funzionato. «Ho incontrato qualche difficoltà con l’invio delle e-mail», ha spiegato.
Fra stanze vuote, assenza di giornali e problemi col computer i Bush si consolano grazie ai «molti amici che ci vengono a trovare», come racconta Laura confessando riconoscenza per il fatto che spesso gli ospiti portano in omaggio ogni tipo di pietanze. Il risultato è che l’ex First Lady confessa di «non aver ancora ricominciato a cucinare» lasciando intendere che questa si annuncia come una prova assai più difficile del riprendere a volare su aerei di linea - al posto dell’Air Force One - o dover chiedere delle sedie in prestito.
Una delle conseguenze dei tanti imprevisti domestici è il fatto che Laura Bush - e forse anche il marito - racconta di essersi rinchiusa dentro casa fino al punto da «aver completamente dimenticato di guardare il discorso del presidente sullo Stato dell’Unione». «Quando mi sono accorta di quanto avvenuto ho pensato all’ironia del fatto di aver per otto anni aspettato nervosamente il discorso sullo Stato dell’Unione - ha detto l’ex First Lady - mentre questa volta è tutto avvenuto senza neanche che me ne accorgessi».
Per evitare di essere risucchiati da una realtà nella quale si trovano evidentemente a disagio, i Bush guardano ai nuovi reciproci progetti: Laura spera di tornare in Afghanistan per andare a trovare le giovani donne «che già per due volte ho incontrato nei miei viaggi» e immagina di promuovere eventi di lettura mentre per George W. la priorità è lanciare la Biblioteca presidenziale presso la Southern Methodist University di Dallas, dove avrà anche sede il suo «Freedom Institute» in nome del quale punta a fare conferenze per raccogliere fondi.