Alberto Fiz, MilanoFinanza 28/2/2009, 28 febbraio 2009
YSL RESISTE ALLA CRISI
Risultati di poco superiori alle aspettative per la collezione messa all’asta da Christie’s
Di fronte al pianto greco degli ultimi mesi, la vendita della collezione Yves Saint Laurent è stata una piccola boccata d’ossigeno. Non cambierà certo il trend del mercato, ma ha dimostrato che il collezionismo della fascia alta sopravvive nonostante l’assenza dei russi e degli asiatici.
La sessione più importante dell’asta, quella dedicata all’arte moderna, proposta il 23 febbraio al Grand Palais di Parigi a Christie’s, ha ottenuto un risultato di 206 milioni di euro superando di 30 milioni le stime massime, mentre complessivamente l’asta ha fruttato 373 milioni di euro contro le stime di circa 300 milioni.
La collezione dello scomparso stilista francese e del suo compagno, Pierre Bergé, non solo ha stabilito il nuovo top price per una singola raccolta di provenienza privata, ma ha consentito di raggiungere sette nuovi record mondiali per Henri Matisse, Constantin Brancusi, Piet Mondrian, Marcel Duchamp, Paul Klee, James Ensor e Giorgio De Chirico. L’unica cocente delusione l’ha patita Pablo Picasso, di cui è stato ritirato un oggetto cubista, Strumenti musicali su un tavolino, che aveva una valutazione di 30/40 milioni di euro. E forse non è un caso che sia stato proprio il maestro spagnolo a rimanere al palo: lui è tra i moderni quello che ha contrassegnato, con le sue aggiudicazioni, la fase euforica del mercato, con non poche opere sopravvalutate. Ora che le regole sono cambiate i premi maggiori vanno agli autori classici del Novecento, rimasti lontani dalla speculazione.
Si tratta di una purificazione di un sistema deciso a punire i titoli tossici, e chi rischia di più sembra essere proprio l’arte contemporanea degli ultimi vent’anni. bene non dimenticare che nel settembre scorso le opere seriali realizzate nel 2008 da Damien Hirst con uno stuolo di collaboratori hanno ottenuto complessivamente da Sotheby’s a Londra 111 milioni di sterline, pari a 125 milioni di euro, ed è probabile che ora si farebbe molta fatica ad assicurarle per meno della metà.
Le opere vendute a Parigi da Christie’s sono capolavori rimasti nella stessa collezione per almeno vent’anni e questo ha certamente ingolosito i collezionisti, incidendo sui prezzi finali. Tuttavia, al contrario di quanto poteva accadere solo sei mesi fa, i prezzi corrispondono alla logica del mercato senza apparire totalmente sconsiderati. Per esempio, Le coucous tapis bleu et rose di Henri Matisse è una sintomatica composizione del 1911 da cui emerge lo sviluppo di una pittura che abolisce la distinzione tra l’immagine e il fondo, in totale antitesi con il cubismo. Il risultato è stati pari a 39,5 milioni di euro, il doppio delle stime ma un prezzo non dissimile da quanto avrebbe potuto realizzare due anni fa. Di assoluto rilievo il record di De Chirico, a dimostrazione che di fronte alle opere metafisiche con date indiscutibili la fascia alta del collezionismo non si tira indietro. Il Ritornante del 1918 ha cambiato proprietario a 11,04 milioni di euro, superando il record precedente del 2004 quando Il Grande metafisico del 1917 era stato venduto da Christie’s a New York per 7,1 milioni di dollari (5,5 milioni di euro). E’ stato invece letteralmente spazzato via il primato di Marcel Duchamp che resisteva dal 1999, quando la sua opera simbolo l’Urinatoio aveva ottenuto da Sotheby’s a New York un’aggiudicazione di 1,7 milioni di dollari (1,3 milioni di euro). Ma anche l’Urinatoio, come tutti i readymade dell’artista, è un rifacimento di epoca successiva dal momento che gli originali sono andati distrutti. Questa volta, invece, Yves Saint Laurent possedeva un’opera indiscutibile sebbene meno famosa come Belle Haleine-Eau de violette del 1921, dove il maestro del dadaismo ha giocato sulla società dei consumi inventando un nuovo profumo virtuale. Quest’opera che tanto ha ispirato gli artisti contemporanei (basterebbe vedere l’attuale mostra di Francesco Vezzoli da Gagosian a Roma) è stata aggiudicata per 8,9 milioni di euro.
Non c’è dubbio, tuttavia, che l’effetto Yves Saint Laurent abbia avuto un peso specifico, con un’incidenza del 20-30% sui valori finali.
L’onda lunga della moda potrebbe ripercuotersi anche su Sotheby’s, che il 18 marzo ripropone l’antico sodalizio con Gianni Versace. Dall’anno della sua scomparsa, avvenuta nel 1997, la sua collezione è stata sminuzzata dal mercato in diverse occasioni, senza rispettare i desideri dello stilista che avrebbe voluto realizzare una grande Fondazione a Milano. S’inizia nel 1999 con la vendita dei suoi Picasso, che hanno consentito a Sotheby’s di incassare 17,5 milioni di dollari (13,6 milioni di euro). Successivamente è stata la volta degli arredi custoditi nella villa di Miami, organizzata nel 2001, ma l’anno di maggiori soddisfazioni è stato il 2005, quando è andata all’incanto la collezione d’arte contemporanea con opere di Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Jean Michel-Basquiat, Francesco Clemente e Mimmo Paladino. In quell’occasione è stata la pop art a trascinare la vendita e il risultato di 11,4 milioni di dollari (8,9 milioni di euro) ha avuto come protagonista Blue Nude di Lichtenstein, passato da una valutazione di 2 milioni di dollari sino a un risultato finale di 5,2 milioni.
Versace è stato anche un eclettico collezionista di arte antica, con la predilezione assoluta per il neoclassico come emerge dalla sua inconfondibile ricerca di stilista. stato proprio con un’asta di antiquariato che nel 2005 Porro & C è riuscita a spezzare il monopolio di Sotheby’s con una raccolta di antiquariato che ha avuto esiti alterni.
Ora la saga continua e lo scettro torna saldamente nelle mani di Sotheby’s che il 18 marzo, nella sede di Londra, metterà all’asta una serie di mobili e oggetti d’arte conservati nella villa Fontanelle a Moltrasio, sul Lago di Como, dove sono stati ospitati tra gli altri, la principessa Diana, Madonna, Sting ed Elton John. Ma non sarebbe stato più logico realizzare la vendita a Milano, evitando di spostare una collezione di gusto prettamente italiano all’estero? Sotheby’s abbandona l’Italia ma fa finta di nulla, ricostruendo gli ambienti della sala di Versace nella City e giocando tutto sulla spettacolarizzazione.
Il progetto che sta alla base della raccolta, del resto, appare assai visionario e Versace aveva intenzione di realizzare una sua personale Arcadia con la creazione di un rinnovato ambiente neoclassico e impero totalmente fuori dal tempo, con estrema cura verso i particolari, dai mosaici floreali agli argenti. Nonostante tutto, una cosa è certa: in asta non ci sono capolavori ma in tempi di crisi i collezionisti hanno l’opportunità di spartirsi ben 550 lotti che giocano la carta della classicità sfiorando il kitsch (fa tanto Las Vegas), in un coacervo di oggetti apprezzabili più per il loro sapore estetico che per il loro autentico valore. I prezzi, del resto, ne tengono conto con valutazioni anche al di sotto dei mille euro. Non manca, poi, l’opportunità di acquistare arredi ottocenteschi in stile Napoleone III al di sotto degli 8 mila euro o eleganti candelieri intorno ai 10 mila euro. Si può tentare qualche affare anche nella pittura, dove prevalgono i soggetti mitologici come nel caso di Ercole tra Vizio e Virtù di Pelagio Palagi, in vendita a 25/40 mila sterline (28/45 mila euro). Nell’ambito della boiserie vale la pena tenere d’occhio la libreria di Karl Ross, proposta a 60/100 mila sterline (70/115 mila euro), che ricorda quella di Palazzo Borghese a Roma commissionata da Paolina Borghese.
In un tripudio di forme che richiamano la tradizione è d’obbligo l’omaggio ad Antonio Canova. Così, nella camera da letto di Versace si trovavano Creugas e Damoxenos, i due celebri lottatori dell’antichità riprodotti a formato naturale dal modello del grande scultore di Possagno. Ora sono in vendita e la richiesta è di 20/40 mila sterline (22/45 mila euro).
A Londra, insomma, sarà possibile ritrovarsi nel regno quasi disneyano del neoclassicismo per tutte le tasche secondo la rivisitazione personalissima e sontuosa di Versace, che voleva costruire a Villa Fontanelle la sua leggenda in maniera persino ingenua.
Vale dunque la pena addentrarsi nel favoloso mondo dello stilista che ha fatto immortalare ogni ammenicolo della sua casa dal grande fotografo Helmut Newton in una pubblicazione esclusiva, Do not Disturb. «La villa sul lago di Como è il luogo della contemplazione, la casa di Proust, mentre quelle di Milano e Miami sono più Batman», affermò Versace fiero della sua collezione, di cui a Londra si celebra l’ultimo atto.