Adriana Marmiroli, la Stampa 02/03/2009, 2 marzo 2009
Un milione di dollari per noleggiare il Brooklyn Bridge per una festa di compleanno. Sarà possibile non dico farlo, ma anche solo raccontarlo con i tempi di crisi che fischiano di là e di qua dell’Atlantico? Le serie sentiranno il contraccolpo della crisi? Specchio delle emozioni e tensioni che muovono la società americana, in questi ultimi anni, come hanno raccontato indirettamente la guerra in Iraq, così si sono spesso divertite a mostrare i superricchi e arroganti, volgari ma tanto tanto attraenti
Un milione di dollari per noleggiare il Brooklyn Bridge per una festa di compleanno. Sarà possibile non dico farlo, ma anche solo raccontarlo con i tempi di crisi che fischiano di là e di qua dell’Atlantico? Le serie sentiranno il contraccolpo della crisi? Specchio delle emozioni e tensioni che muovono la società americana, in questi ultimi anni, come hanno raccontato indirettamente la guerra in Iraq, così si sono spesso divertite a mostrare i superricchi e arroganti, volgari ma tanto tanto attraenti. Di quel mondo Dirty Sexy Money è stato in qualche modo l’epigono: appunto con quella festa sfarzosa, con la vita al limite dell’accettabile di una famiglia di ricchi e spendaccioni. La nuova stagione, appena partita da noi su Fox, è stata scritta e girata mesi prima che la bolla dei prestiti immobiliari trascinasse con sé il resto del mondo e racconta una festa sopra le righe, organizzata dalla famiglia Darling per il "morigerato" Nick, tra misteri, accuse e recriminazioni: ma non si sfiora mai davvero l’argomento denaro. Che tuttavia sarà centrale solo pochi episodi dopo: Tripp Darling/Donald Sutherland è assediato dagli azionisti delle sue società, che temono nasconda gravi dissesti economici, soprattutto sul fronte immobiliare. Fa parte della politica di demolizione che il milionario afro-americano-russo Simon Elder sta montando contro l’odiato rivale, o c’è del vero? Sono le prime crepe di malessere che filtrano dal mondo reale, o solo un nuovo cliff-hanger per tenere in sospeso l’attenzione del pubblico? L’escamotage non ha davvero funzionato, perché alla fine la rete ha deciso di sospenderne la produzione. Non ci sarà un’altra stagione: addirittura un ultimo pugno di episodi già girati non è stato mandato in onda. Perdita d’ascolti (reale) o senso dell’opportunità e responsabilità (supposto) del network? E in declino, ideativo e di pubblico, appaiono in genere le serie che (de)cantano il fascino dei ricchi & cattivi. Traballano Gossip Girl e Lipstick Jungle. Altri, per sensibilità ai tempi e amore del suspense, corrono ai ripari e registrano i segnali delle crescenti difficoltà delle famiglie: i Walker di Brothers & Sisters, clan più che benestante, è dalla prima puntata della stagione in corso che lottano per tenere a galla l’azienda di famiglia, ricorrendo a tagli nel personale (anche un fratello viene segato) e accettando affari non sempre limpidi. La casa editrice di Ugly Betty è, sempre quest’anno, periodicamente sull’orlo del tracollo finanziario, costretta a economie e talvolta ad allenze impensabili, Daniel e Wilhelmina, per salvare il salvabile. Il cinque anni dopo di Desperate Housewives 5 gioca come non mai sul fronte della scarsa liquidità delle signore: con Gabrielle e il marito Carlos decorosamente impoveriti dalla sua cecità, pur nell’inevitabile tentazione di recuperare il proprio status di abbienti, che esitano di fronte ai compromessi più bassi, anche a costo di un portafoglio molto smilzo. Vedremo nella ripresa, a metà aprile, che ne sarà di loro. Chi si rivelerà in bolletta sparata sarà Susan, tanto da pensare (finalmente!!) di trovare un lavoro. E Lynette, indebitatasi oltre ogni dire per salvare il figlio Potter, dovrà trovare un nuovo socio, Bree: possiamo già immaginare le conseguenze. Anche tra le serie partite a dicembre, se può leggersi una tendenza, è il ritorno alla vita di provincia, alla middle class cuore dell’America. Come United States of Tara, scritta da Diablo Cody e prodotta da Spielberg, che racconta delle difficoltà comportamentali di una signora dalla personalità multipla: ancora una casalinga piuttosto disperata, ma il sobborgo in cui vive è tanto più chip di Wisteria Lane. Come Trust Me: con Eric McCormack (Will& Grace) pubblicitario che vive tutte le ombre e le difficoltà di quell’ambiente. Ma se svolta ci sarà, si dovrà attendere il prossimo autunno. I network decideranno allora di puntare sul sogno americano e anestetizzare il pubblico con fiabe belle, o sulla dura realtà in chiave di caduta e redenzione? Certo, ridotti gli introiti pubblicitari, ci sarà meno innovazione e meno coraggio sul fronte creativo. Ecco perché la prima puntata della nuova stagione di DSM che abbiamo appena vista, con quel grande yacht pavesato a festa e tutta quella gente che ballava e si divertiva, appare oggi come un contemporaneo Titanic popolato da immemori e spensierati che non sanno (o non vogliono sapere) che l’iceberg si avvicina inesorabile.