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 2009  marzo 02 Lunedì calendario

L´Iran ha la bomba? Ce l´avrà? In quanti anni? Ma poi la vuole davvero? In media una volta al mese l´Iran e il suo programma nucleare ritornano sulle prime pagine dei giornali per allarmi, avvertimenti, minacce e valutazioni sul tempo che manca agli ayatollah per farsi la bomba nucleare

L´Iran ha la bomba? Ce l´avrà? In quanti anni? Ma poi la vuole davvero? In media una volta al mese l´Iran e il suo programma nucleare ritornano sulle prime pagine dei giornali per allarmi, avvertimenti, minacce e valutazioni sul tempo che manca agli ayatollah per farsi la bomba nucleare. Nessuno sa per davvero cosa abbiano in testa l´ayatollah Khamenei e i capi dei vari apparati della semi-democrazia iraniana. Quello che invece è noto sono i rapporti e le valutazioni dell´Aiea, l´agenzia per il controllo del nucleare dell´Onu. Rimangono misteriose le reali intenzioni della dirigenza iraniana, mentre invece sono molto chiare le condizioni politiche, lo scenario in cui gli iraniani giocano e continueranno a giocare questa carta nucleare per rafforzare il loro regime. Ieri la stessa amministrazione americana è stata capace di smentire se stessa, col Segretario alla Difesa e il capo di Stato maggiore a dire l´uno il contrario dell´altro. Sia Robert Gates che l´ammiraglio Mullen parlavano dello stesso quantitativo di uranio arricchito (1010 chilogrammi) che l´ente iraniano per l´energia atomica è riuscito a processare nei suoi impianti. Sono stati gli ispettori della Aiea a certificare la quantità e il grado di arricchimento, che sarebbe del 3 per cento. Rispondendo la settimana scorsa alle domande dei giornalisti, un direttore dell´agenzia ha però aggiunto che «con quel quantitativo di uranio e con la tecnologia per l´arricchimento raggiunta l´Iran non è ancora in grado di costruirsi una sola bomba atomica». Un esperto del ministero degli Esteri italiano che segue la partita dice che «con gli ispettori della Aiea in Iran, passare dal 3 al 90 per cento di arricchimento dell´uranio è praticamente impossibile». Il 90 per cento è il livello dal quale partire per la fase successiva, quella della "weaponizzazione", ovvero la trasformazione dell´uranio in un ordigno utilizzabile militarmente. Già per arricchire l´uranio al 90 per cento l´Iran dovrebbe importare o dotarsi di tecnologie molto più sofisticate e affidabili di quelle che ha utilizzato sino ad oggi. Il processo di "weaponizzazione" sarebbe ancora più complicato. Proprio in questi giorni, però la Russia ha consegnato l´ultimo carico delle 82 tonnellate di uranio arricchito a basso livello che serviranno a far funzionare il reattore di Bushehr. Se l´Iran avesse la tecnologia e disponesse di quel quantitativo di uranio, allora sì che le cose sarebbero più serie. Ma il reattore russo di Bushehr è gestito dai russi sotto il controllo dell´Aiea, e soprattutto la Russia non ha nessuna intenzione di permettere che l´Iran si doti a breve o a lungo periodo dell´atomica. Certo, la Russia di Putin ha tutto l´interesse a usare l´Iran contro gli americani. Negli ultimi mesi Mosca, soprattutto dopo la guerra in Georgia, sembrava aver ritrovato la volontà di creare problemi agli Usa per difendere i suoi interessi nel Caucaso e nell´ex Europa orientale. Quale strumento migliore se non l´Iran con il suo nucleare per destabilizzare l´Iraq e l´Afghanistan occupati dagli americani e non permettere una pace stabile neppure in Palestina? Mosca ha sempre giocato a rallentare il gioco delle sanzioni contro l´Iran, proprio per permettere a Teheran di continuare ad essere un problema per Israele e quindi per gli Usa. Eppure storicamente la Russia in Iran è stato il grande rivale della Gran Bretagna nel gioco per il controllo dell´area che dal Caucaso va all´Asia centrale. L´impero zarista, l´Urss e la Russia di Eltsin e Putin sono stati prima un nemico ma poi solo un alleato inaffidabile per l´Iran, e gli iraniani hanno sempre avuto difficoltà a ricorrere ai russi negli ultimi 30 anni come carta da giocare contro americani e britannici. Se addirittura l´Iran dovesse raggiungere uno status nucleare, o se soltanto Teheran si consolidasse troppo nel Caucaso e nell´Asia centrale, Mosca avrebbe ottenuto un risultato paradossale: per fermare gli Usa in crisi, avrebbe contribuito a far crescere un rivale con cui potrebbe negoziare molto più difficilmente. Ecco perché, per ora, è molto improbabile che quelle 82 tonnellate di uranio arricchito custodite dai tecnici russi a Bushehr finiscano nelle mani dei tecnici iraniani.