Daria Egidi, Fogli dei Fogli, 2/3/2009, 2 marzo 2009
DARIA EGIDI PER IL FOGLIO DEI FOGLI
Regalo di Gianfranco Fini a Nancy Pelosi, speaker del Congresso Usa in visita in Italia: uno dei 33 esemplari del libro Michelangelo, la dotta mano (edito da Marilena Ferrari-Fmr). Venti chili di peso, 70 centimetri d’altezza, copertina con bassorilievo in marmo (Panorama 5/3).
L’ex presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, in un negozio di Dallas, in Texas, è entrato dicendo: «Cerco lavoro». Il responsabile della catena Elliott’s Hardware, Andrea Bond, lo ha messo ad accogliere i clienti per qualche ora (la Repubblica 23/2).
Ministro Brunetta, perché la sua riforma della pubblica amministrazione dovrebbe funzionare meglio di quelle di Lucifredi, Giannini, Cassese, Bassanini? «Tutti questi galantuomini si preoccupavano della coerenza formale delle norme. Io faccio piazza pulita delle pippe autoreferenziali» (Alessandro Barbera, La Stampa 26/2).
Proposta di Sandro Gozi (Pd): le quote grigie. «Si stabilisce che per statuto gli ultracinquantenni con più di due mandati hanno diritto al 20 per cento dei posti» (Curzio Maltese, la Repubblica 25/2).
Elisa Meloni da Torrita di Siena, 32 anni da compiere il 1° maggio, è stata chiamata da Dario Franceschini nella segreteria nazionale del Pd. Laureata in Giurisprudenza con una tesi sulla tutela e la valorizzazione dei centri storici, è stata segretaria della Sinistra giovanile della sua città nel ”99, poi responsabile organizzazione e comunicazione dei Ds toscani, infine di nuovo sul territorio, a gennaio eletta col 94% dei voti come segretaria provinciale del Pd. Da piccola voleva fare il magistrato, è mamma single di Bianca (18 mesi). Nella pagina su Facebook dichiara la sua passione per gli U2, le costruzioni Lego, la Nutella, Barack Obama, Che Guevara, Nelson Mandela, Giorgio Napolitano e Walter Veltroni (Francesca Schianchi, La Stampa 26/2).
Pier Ferdinando Casini alle Europee candiderà Magdi Cristiano Allam: «Anche noi abbiamo il nostro ”abbronzato”» (Paola Di Caro, Corriere della Sera 26/2).
Adel Bin Salim Al Kalbani, il primo imam nero nominato alla guida della Moschea Sacra della Mecca. I video delle sue preghiere del venerdì spopolano sui siti Internet arabi. Le sue letture delle sure del Corano vengono scambiate con hit di musica pop (Giordano Stabile, La Stampa 26/2).
Dani Sperle, ballerina di samba, durante il carnevale di Rio de Janeiro ha sfoggiato un tanga fatto con tre centimetri di stoffa. Ha battuto il record dell’anno scorso, quando una Viviane Castro ne indossò uno di quattro centimetri (corriere.it 24/2).
Enrico Ruggeri da ragazzo era punk. Con la sua band esordì il 4 ottobre 1977: «Concerto in discoteca. Vennero a sentirci punk da tutta la Lombardia. E i compagni di Lotta continua e di Avanguardia operaia li riempirono di botte, perché vestivano di nero: per loro era un colore fascista. Stesso problema con gli occhiali scuri: la miopia è di sinistra, la fotofobia di destra. Ma io senza non ci vedevo». Una volta, per colpa del look, provocò un incidente stradale: «Un tale alla guida non aveva staccato gli occhi dalla mia capigliatura gialla». Ha un figlio rasta: «Non nego che lo preferirei con i capelli corti e in ordine» (e.ser., Corriere della Sera 24/2).
Roberto D’Agostino s’è fatto tatuare sul braccio destro il logo ”Dagospia”, con la bomba a posto della ”O”. I tatuatori erano Massimo Di Clemente e Gabriele Donnini (lo stesso che ha fatto il gladiatore a Francesco Totti) (Dagospia 21/2).
«A me i boa di piume e i lustrini hanno salvato la vita» (Renato Zero a Gianni Poglio, Panorama 5/3).
La modella Susanna Giaroli, 23 anni, dice che i locali per gay sono i migliori: «Senza buttafuori antipatici, senza tavoli da centinaia di euro, senza vanesi che ti tartassano per avere il numero di telefono» (Francesco Rigatelli, La Stampa 25/2).
Antonio Di Franco dal 1965 è il barman pluridecorato dell’hotel Posta di Cortina. Abruzzese di Villa Santa Maria, a 15 anni viveva da clandestino a New York: «Lavoravo sulle navi da crociera nei Caraibi, volevo imparare l’inglese, poi sono sceso a terra». Ultimi cocktail inventati: Porta a porta (vodka, mandarino, vermouth dry e spumante) e Matrix (lamponi, limone, Cointreau e spumante). Dice: «I clienti li ho sempre etichettati dalle scarpe, ma adesso con questi stivali tecnologici posso sbagliare» (G.A., Vanity Fair 4/3).
Lo chef Marc Veyrat, 58 anni, sta per chiudere il suo ristorante (Auberge de l’Eridan, in Alta Savoia, tre stelle Michelin). Aprirà un locale «autarchico e biologico», con tanto di riciclo d’acqua, a Manigod, sulle Alpi, oltre a un altro più grande alle porte di Praga, e fast food biologici in giro per la Francia con menù da 15 euro (A.Ni., Corriere della Sera 26/2).
Massimo D’Alema vorrebbe comprare dei vigneti a Otricoli, in provincia di Terni. un grande estimatore del sagrantino (il Giornale 27/2; Corriere della Sera 28/2).
Piero Fassino, un metro e 92 di altezza per 66 chili, talvolta si dimentica di mangiare: «Quando sono sotto stress perdo interesse per i sapori, nutrirmi diventa un gesto meccanico che devo impormi». Era così già da studente, quando la madre lo tentava coi suoi piatti preferiti: purè, melanzane alla parmigiana, pasta al ragù (Corriere della Sera 27/2).
«Sono un divoratore di pasta e di arrosti, adoro lo stinco. Vorrei vivere in quei quadri che raffigurano banchetti medievali, con cinghiali e pernici» (Carlo Lucarelli, la Repubblica 24/2).
Anna Longhi prima di recitare con Alberto Sordi (la moglie ”buzzicona” in Le vacanze intelligenti, Il malato immaginario, Il tassinaro) era camerinista, cioè addetta ai camerini degli attori nello stabilimento di produzione cinematografica Rizzoli a Roma. Fu Sordi a volerle fare il provino e a sceglierla. Ha conosciuto un sacco di attori. Gli antipatici: «Anna Magnani era scontrosa, le dava fastidio tutto, amava solo i gatti e meno i cristiani. Era avara, baccagliava spesso: forse nella vita non era felice. Marcello Mastroianni non dava confidenza a nessuno. Paolo Stoppa si credeva chissà chi. Vittorio Gassman era burbero, sembrava un professore. Sophia Loren aveva un po’ di puzza sotto al naso, poi però è diventata più socievole». I simpatici: «Omar Sharif, dolce e coccolone, ma aveva la fobia del viola: una volta mi vide con delle ciabatte di questo colore e mi dette i soldi per comprarne altre. Orson Welles era un matto, spesso ubriaco. Jack Lemmon generoso, mi lasciò una busta con tanti dollari dentro. Gérard Depardieu un vulcano: la sera, quando riordinavo il suo camerino, mi capitava spesso di trovare in bagno la tavoletta del water rotta. Una volta gliel’ho detto: ”Ahò, Gérard, ma come mai la rompi sempre?”. E lui mi rispose solo ”Amore!”, facendomi capire che là sopra ci faceva l’amore con le donne!». La Mangano «bella vera, non aveva bisogno di ore di trucco. E poi era gentile con tutti. Credo che Sordi ne sia stato innamorato» (Emilia Costantini, Corriere della Sera 25/2).
Franco Zeffirelli appoggia l’idea di Alessandro Baricco: basta con i soldi di Stato ai teatri. Vorrebbe chiedere al ministro di eliminare gli aiuti pubblici agli enti lirici e detassare totalmente i biglietti («All’Arena di Verona sul biglietto c’è il 42 per cento di tasse. Se le levassero, l’Arena sarebbe in pari»). Poi gli sponsor, che adesso vengono poco incoraggiati: «Guardi cos’è successo alla Scala, dove un imprenditore tessile si era offerto di finanziare un Rigoletto in un momento di difficoltà del teatro. finita che siccome ha dato mezzo miliardo alla Scala, lo Stato ha pensato bene di andare a indagare sui suoi conti correnti. Ebbene, questo signore è morto con gli agenti del Fisco che gli frugavano dappertutto». Infine si può pensare a un supporto pubblico solo per i teatri di prosa «ma chi decide se un testo vale la pena finanziarlo o no? Gli assessori?». Il Dante di Benigni lo finanzierebbe? «Io sono fiorentino e sentire uno di Prato che legge Dante mi fa diventare matto» (Paolo Bracalini, il Giornale 27/2).
Keith Stansell, Thomas Howes e Marc Gonsalves, i tre militari americani detenuti assieme a Ingrid Betancourt dalle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) hanno scritto il libro di memorie Out of Captivity. Rivelano che la Betancourt mangiava il loro cibo e si prendeva sempre il giaciglio migliore per dormire. A un certo punto avrebbe anche messo in pericolo le loro vite dicendo agli aguzzini che erano spie della Cia (Alessandra Farkas, Corriere della Sera 27/2).
Grazie alle truffe di Bernard Madoff, Elie Wiesel (premio Nobel per la pace nel 1986, sopravvissuto all’Olocausto) ha perso i risparmi suoi, della moglie e altri 15,2 milioni di dollari della sua fondazione umanitaria. «Psicopatico è una parola troppo gentile per definire Madoff. Bisognerebbe inventare qualcosa per farlo soffrire e dovrebbe stare in isolamento per almeno cinque anni costretto a guardare le foto delle sue vittime» (la Repubblica 28/2).
Jas Gawronsky solo per errore partecipò alle manifestazioni contro il nucleare nel 1977 a Capalbio (tra gli altri c’erano Nicola Caracciolo e Alberto Asor Rosa): «Arrivai quella mattina da Nuova York, e subito da Fiumicino corsi a rivedere i miei amici. Erano sulle rotaie e mi ci misi anch’io, per solidarietà, immaginando che la causa fosse giusta. Quando mi accorsi del mio errore era troppo tardi, eravamo già stati tutti immortalati in gruppo dai fotografi» (Corriere della Sera 27/2).
Sandro Bondi non ha più paura del dentista grazie alla sua odontoiatra Emanuela Ortolani, «brava quanto dolce». Per lei ha composto una poesia: «Sorriso infantile / Intrepido bacio / Spavaldo bagliore / Occhi riconoscenti» (Vanity Fair 4/3).
Letture di Luca Laurenti: libri di biologia e fisica quantistica, «e poi Bibbia e Vangeli, sinottici e apocrifi» (Giancarlo Perna, il Giornale 23/2).
Andrea Vasa, 30 anni, calciatore della squadra milanese del Brera, vivrà nel negozio-appartamento ricavato nella mega boutique di Dirk Bikkembergs (in piazza Cavour, a Milano). Tra divani, boiserie, una camera da letto degna di un nababbo, il bagno tappezzato con le pagine della Gazzetta dello sport, sarà assistito da una governante e circondato da commesse e clienti. La gente da fuori, attraverso le vetrine, potrà spiare la sua vita, ma quando sarà stanco di farsi osservare chiuderà le tende. Commento di Vasa: «Non sono un esibizionista ma questa è una sfida che mi piace. Sabato darò la prima festa, così i miei amici sapranno dove sto di casa» » (Laura Asnaghi, la Repubblica 26/2).
Aldo Montano da ragazzino era soprannominato ”il manzo”. Non è mai stato senza donne: «Forse una volta, una settimana». Il fisico delle sportive non gli piace tanto, specie quello delle nuotatrici: «Sedere piatto, tette piccole, spalle troppo grosse. Federica Pellegrini piace a tutti ma a me no, è tutta strana». Frase: « una grossa soddisfazione tornare a casa stanco, spezzato in due, morto di allenamento e di crampi» (Fabrizio Paladini, Panorama 5/3).
Valentina Vezzali ha vinto la Coppa del Mondo a Lipsia (Ballando con le stelle era in pausa per il Festival di Sanremo).«Con un po’ più di tango e un po’ meno scherma nelle gambe, ho affrontato la sudcoreana Nam piazzando la stoccata vincente a pochi secondi dalla fine» (Maria Teresa Veneziani, Corriere della Sera 28/2).
La presidente del Piemonte, Mercedes Bresso, fan sfegatata di Claudio Villa. Insieme alla sorella Paola scrisse per lui i testi di Furibondo twist: storia di una donna proto femminista e di un partner remissivo e accomodante, che è disposto a obbedire in tutto e per tutto alla sua innamorata a condizione che gli conceda una notte di danze scatenate (il testo: «Io quando parli ti do ragione Sempre ragione oh oh oh oh E se comandi non dico niente Ti so obbedire oh oh oh oh» eccetera). Dovrebbe uscire tra poco il suo romanzo giallo: ambientato nelle Langhe tra i trifolau, i cercatori di tartufo, «l’ho scritto tra le 7 e le 8.30 del mattino, come passione personale da coltivare prima del lavoro. Al computer, naturalmente, anche perché la mia scrittura è così brutta che non sarei in grado di riconoscerla a poche ore di distanza» (Giuliano Zincone, magazine 26/2; il Giornale 27/2).
Fausto Bertinotti fa le faccende domestiche. Dice la moglie Lella: «Sparecchia e sistema tutto nella lavatrice mentre stiamo ancora mangiando, non dà tregua». Rifà bene il letto, sa cucinare a perfezione le bistecche e le uova (Barbara Romano, Libero 22/2).
Laura Chiatti ama fare la spesa e le pulizie di casa (Cristiana di San Marzano, A 25/2).
Ad Afef Jnifen la tv italiana non piace e il teatro non è la sua passione: « troppo serio: preferisco ridere» (Claudia Provvedini, Corriere della Sera 26/2).
«Qualunque barzelletta che riguardi una scoreggia mi fa sganasciare» (l’attrice Marisa Tomei a Paola Jacobbi, Vanity Fair 25/2).