Giorgio Santilli, Il sole 24 ore 26/2/2009, 26 febbraio 2009
«PONTE, VIA AI LAVORI GIA’ NEL 2009»
Tira una ventata di ottimismo sulle infrastrutture nel Governo, a ridosso del Cipe che domani dovrebbe assegnare i cinque miliardi disponibili. Per il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, «la stragrande maggioranza delle opere previste dal piano varato dal Governo può partire entro il 2009, anche il Ponte sullo Stretto». Il suo collega dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, si è detto convinto, invece, che al terzo valico della Milano-Genova andrà un miliardo dell’1,2 miliardi della legge obiettivo per il centro-nord. E che anche in questo caso i cantieri potranno aprire entro il 2009.
Esce confermata dal pre-Cipe che si è tenuto ieri, comunque, la linea di assegnare i 4,9 miliardi ancora disponibili (3,7 miliardi dal Fas, 1,2 miliardi dalla legge obiettivo) a poche grandi opere: oltre a Ponte e terzo valico, sono in lizza la Treviglio-Brescia (primo tratto dell’Alta velocità Milano-Verona) e un primo lotto della Pontremolese nel centro-nord, mentre al Sud è scontato il completamento del finanziamento della Salerno-Reggio Calabria cui dovrebbero andare 2,3-2,4 miliardi.
Al Ponte andranno 1,3 miliardi che non serviranno a ricostituire il capitale della concessionaria Stretto di Messina Spa (come nello schema di tre anni fa) ma costituiranno un contributo a fondo perduto. Cambierà quindi l’organizzazione dell’intervento con una concessionaria più leggera di quella ipotizzata nel piano finanziario del 2005. La società conferma, per altro, che l’avvio dei lavori è previsto per la seconda metà del 2010 e l’apertura al traffico per il 2016. Questo sempre che la decisione del Cipe riesca a rimettere in moto la macchina finanziaria e della progettazione.
Quel che ancora non è stato risolto è il piano straordinario per le piccole opere, chiesto dal presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti. «Ci sto lavorando proprio in queste ore», ha detto Matteoli, confermando la propria disponibilità all’ipotesi. La soluzione di cui si sta valutando la percorribilità è la destinazione al «fondo infrastrutture» di un’altra quota del Fas (fondo aree sottoutilizzate) nazionale, che pure sarà riprogrammato complessivamente dal Cipe di domani. In tutto ci sono sul tavolo risorse per 25,4 miliardi di competenza nazionale mentre il Governo ha già assicurato che non saranno intaccati i 27 miliardi da assegnare ai programmi operativi regionali (Por).
Ma - oltre al rilancio delle piccole opere comunali, accelerabili anche con una revisione dei vincoli imposti dal patto di stabilità ai Comuni - l’Ance apre oggi anche un altro fronte con il Governo, con le proposte per un «piano di sostegno della domanda di edilizia ecocompatibile». A presentarle sarà oggi il vicepresidente di Assimpredil, Piero Torretta. L’Ance ricorda come il piano del Governo per allinearsi agli obiettivi di Kyoto preveda «di ottenere da interventi sull’involucro edificio nel settore residenziale risparmi per 3.722 GWh/anno al 2010 e 13.730 Gwh/anno al 2016». L’analisi dettagliata commissionata dai costruttori dice che le misure attualmente previste - come le agevolazioni fiscali del 55% sugli interventi di risparmio energetico - «non permetteranno di raggiungere gli obiettivi fissati dal piano del Governo». Ecco quindi la proposta in quattro mosse: detrazione Irpef commisurata al 50% dell’Iva dovuta sull’acquisto di nuove abitazioni da ripartire in cinque anni; mutuo agevolato a tasso fisso con la copertura statale per cinque anni del differenziale tra tasso di mercato e soglia del 4%; detrazione fiscale, da ripartire in cinque anni, dei maggiori costi di costruzione; un’ulteriore detrazione fiscale per il minore consumo di energia. Lo studio Ance stima anche i costi per lo Stato e gli effetti benefici sulla domanda immobiliare.