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 2009  febbraio 27 Venerdì calendario

Salvatore Franzese, sessant’anni appena compiuti. Primario del reparto di chirurgia oncologica dell’ospedale Cardarelli, molto noto e stimato, «buono, generoso, tenace», sposato con la neurologa Rita Roberti, padre di Sara, Alberta e Carolina, da qualche tempo appariva avvilito, diceva che in questo mondo «pieno di gentaglia» non era più a suo agio, «l’aveva ripetuto anche ascoltando il festival di Sanremo, aveva trovato volgare Bonolis», e negli ultimi giorni si sentiva «oltraggiato» perché era finito fra gli indagati in un’inchiesta della Guardia di Finanza per la sua attività per la casa di cura privata "Villa del Sole" (c’erano alcune irregolarità: pazienti dell’ospedale portati in clinica, sospetti di evasione fiscale, ecc

Salvatore Franzese, sessant’anni appena compiuti. Primario del reparto di chirurgia oncologica dell’ospedale Cardarelli, molto noto e stimato, «buono, generoso, tenace», sposato con la neurologa Rita Roberti, padre di Sara, Alberta e Carolina, da qualche tempo appariva avvilito, diceva che in questo mondo «pieno di gentaglia» non era più a suo agio, «l’aveva ripetuto anche ascoltando il festival di Sanremo, aveva trovato volgare Bonolis», e negli ultimi giorni si sentiva «oltraggiato» perché era finito fra gli indagati in un’inchiesta della Guardia di Finanza per la sua attività per la casa di cura privata "Villa del Sole" (c’erano alcune irregolarità: pazienti dell’ospedale portati in clinica, sospetti di evasione fiscale, ecc.). L’altra mattina come al solito restò a lungo in sala operatoria, nel pomeriggio fece il consueto giro di visite nel reparto e poi, come spesso faceva, si chiuse a chiave nel suo studio. Lì cominciò a lavorare alla relazione per un convegno che si sarebbe svolto l’indomani, a un certo punto cambiò idea, prese un foglio, scrisse una lettera alle tre figlie («Credo di essere una persona profondamente onesta», «Non si può più fare questo mestiere così», «Andate via da Napoli»), poi si legò un laccio emostatico al braccio, e si iniettò nelle vene un miscuglio di cianuro, anestetici e potassio. Due ore dopo, siccome non rispondeva ai colleghi che bussavano, quelli chiesero alla moglie di aprire la porta con le sue chiavi. Lei entrò e vide il consorte stecchito sul divano, il volto disteso, rilassato, la siringa ancora stretta in mano. Verso le 16.30 di giovedì 26 febbraio all’ospedale Cardarelli di Napoli.