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 2009  febbraio 25 Mercoledì calendario

L’ESPRESSO, DE BENEDETTI MANTIENE LA PRESIDENZA


Carlo De Benedetti, su richiesta del cda promossa dal figlio Rodolfo, ha deciso di restare presidente del gruppo L’Espresso. L’annuncio è stato comunicato ieri al termine del consiglio di amministrazione della società editoriale, chiamato ad esaminare i conti del 2008 che hanno visto l’utile netto in forte flessione a 20,6 milioni dai 95,6 milioni nel 2007. Abbastanza per portare il consiglio di amministrazione a proporre all’assemblea di non distribuire il dividendo per l’esercizio appena archiviato.
De Benedetti alla presidenza
La conferma di De Benedetti alla presidenza dell’Espresso arriva dopo che lo scorso 26 gennaio l’Ingegnere aveva annunciato pubblicamente la sua intenzione di lasciare i ruoli operativi ricoperti all’interno di tutte le società di cui è azionista, incluso il gruppo editoriale. Ma a ben vedere, già in quella occasione il presidente aveva preannunciato di voler mantenere la «responsabilità editoriale» del gruppo Espresso. Un ruolo "politico" che – come del resto è stato finora – sarà accompagnato da un incarico operativo. Ma con una precisa separazione dei ruoli: l’Ingegnere si limiterà a una maggiore incisività sulle scelte editoriali e in qualità di presidente ed editore si riserverà di proporre al consiglio la nomina dei direttori di testata; il management del gruppo romano e l’amministratore delegato Monica Mondardini, a stretto contatto con l’azionista di riferimento Cir e il suo amministratore delegato Rodolfo De Benedetti, si concentreranno sulla gestione del gruppo. Non solo. La scelta di De Benedetti di mantenere la presidenza dell’Espresso sembra anche il segnale di una ritrovata armonia famigliare dopo le voci, circolate negli scorsi mesi, di diversità di vedute tra l’Ingegnere e il figlio Rodolfo sul futuro delle attività editoriali. Tutti elementi su cui, probabilmente, ha ragionato ieri anche il mercato, dove le azioni del gruppo L’Espresso si sono mosse in controtendenza: il titolo ha guadagnato il 6,6% a un prezzo di riferimento di 0,73.
La crisi pesa sui conti
Sul fronte dei risultati, il 2008 si chiude per il gruppo L’Espresso con un utile netto in flessione a 20,6 milioni rispetto ai 95,6 milioni nel 2007, con un calo dei ricavi del 6,6% a 1,025 miliardi e una riduzione del 36,2% del margine operativo a 142,5 milioni. Da qui la scelta del cda di non distribuire alcun dividendo nel 2008 e di destinare l’utile di esercizio alla riserva utili a nuovo. Sui risultati ha pesato la difficile congiuntura economica, spiega la società nella nota diffusa ieri, e gli stessi «vanno inquadrati nel contesto di grande criticità che sta interessando l’economia e il mercato di riferimento in particolare. La situazione dell’editoria - continua la nota - già critica nel corso del primo semestre, ha subito un’evoluzione estremamente negativa nella seconda parte dell’anno come conseguenza della drastica caduta degli investimenti pubblicitari, in un contesto di intensificazione della recessione economica». I ricavi pubblicitari del gruppo, infatti, risultano in calo del 7,4% a 608,2 milioni di euro (è risultata soddisfacente la raccolta sui quotidiani locali e su Internet), mentre i ricavi diffusionali si sono mantenuti in linea con i livelli dello scorso anno a 276,3 milioni. Il calo del margine operativo lordo, invece, oltre all’impatto della contrazione del mercato pubblicitario, risente di oneri straordinari per riorganizzazioni per 22,1 milioni, solo parzialmente compensati dai risparmi già ottenuti nell’esercizio grazie ai primi effetti delle misure di contenimento dei costi. L’indebitamento finanziario netto risulta invece pari a 278,9 milioni, in aumento di 14,1 milioni rispetto ai 264,9 milioni di fine 2007. Quanto, infine, alle prospettive, il gruppo sottolinea che la crisi del mercato pubblicitario permane e «l’attività dei primi mesi del 2009 conferma il trend negativo», con il risultato che saranno necessarie «nuove e più incisive misure di riduzione dei costi».