varie, 27 febbraio 2009
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Martella Fernando
• San Paolo di Civitate (Foggia) 28 dicembre 1948 • «L’uomo che per primo in Italia ha bloccato una città inchiodando tram e autobus - la Torino dei cupi anni Ottanta - adesso è un pensionato di 61 anni che vive a Giaveno all’imbocco della combattiva Val Sangone, tra cani e aironi. [...] un passato prima di approdare ai tram da minatore in Germania, cuoco in un circolo, infermiere all’ospedale psichiatrico di Collegno, operaio [...] per una brevissima stagione [...] è stato un personaggio torinese, il simbolo di un sindacalismo inquieto. Era una sua creatura il Cobas dell’Atm, l’azienda del trasporto urbano, che per una volta, una sola bloccò tram e autobus. E non in una giornata qualsiasi, ma il 26 ottobre del 1987. Si apriva l’ennesimo processo per la strage di piazza Fontana a Catanzaro e a Torino la giunta di centro sinistra (ma nel senso del secolo scorso: Dc, Psi e alleati centristi) inaugurava in gran pompa la metropolitana leggera. Leggera perché di superficie, niente buco, solo binari per grandi tram protetti da barriere metalliche. A quella proclamazione di sciopero di 24 ore - nel corso di una lunga vertenza contrattuale nella quale Martella denunciava anche lo stress dei conduttori- nessuno aveva dato credito. Indetto dal solo Cobas non preoccupava. E invece arrivò lo schiaffo in faccia alla città: tutto fermo. Incredula la direzione aziendale, incredula la giunta comunale, increduli e anche qualcosa di più i sindacato confederali. Martella lo ricorda con l’orgoglio di chi ha fatto una cosa nella vita: ”Due notti prima io e altri del Cobas eravamo andati in giro per la città a affiggere manifesti per annunciare lo sciopero che, peraltro avevamo comunicato con 15 giorni di anticipo; avevamo la sensazione che l’Atm non informasse la cittadinanza. Ma la direzione li ha fatti togliere”. Come che sia si arriva al fermo. E anche alla manifestazione all’inaugurazione della metropolitana leggera contestata dal Cobas. Dopo che la direzione non tratta con i rappresentanti dei Cobas Martella proclama un altro sciopero per il mese d’ novembre. L’ex sindacalista ancora è pieno di rabbia: ”Veniamo precettati illegalmente dal prefetto preventivamente e con telefonate a casa. Molti mi chiedono di andare avanti e scioperare malgrado il divieto, ma non lo facciamo”. E la protesta viene rinviata di quindici giorni. Ma questa volta l’adesione è del 40 per cento, tanto per una forza esigua come il Cobas torinese, ma la magia è finita. E il Cobas anche. Anni dopo Martella sarà licenziato, dieci anni di cause, poi la vittoria e il reintegro al lavoro» (Marina Cassi, ”La Stampa” 27/2/2009).