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 2009  febbraio 27 Venerdì calendario

Gm alle corde, perdita da 31 miliardi ----- NEW YORK - Poco prima di incontrarsi ieri mattina con il «team» cui Barack Obama ha affidato le sorti dell´auto americana, Rick Wagoner, chief executive della General Motors, ha presentato il consuntivo dell´anno più nero del colosso di Detroit

Gm alle corde, perdita da 31 miliardi ----- NEW YORK - Poco prima di incontrarsi ieri mattina con il «team» cui Barack Obama ha affidato le sorti dell´auto americana, Rick Wagoner, chief executive della General Motors, ha presentato il consuntivo dell´anno più nero del colosso di Detroit. Nel 2008 la Gm ha perso 30,9 miliardi di dollari, di cui 9,6 nell´ultimo trimestre. E ora sopravvive grazie ai 13,4 miliardi di aiuti pubblici, che però finiranno tra poche settimane: di qui la richiesta di 16,6 miliardi di prestiti aggiuntivi. Anche la Chrysler vuole altri 5 miliardi. Ma il suo chief executive, Bob Nardelli, ha spiegato l´altro ieri al «team» di Obama che i soldi dello stato non finirebbero in un pozzo senza fondo, ma a preparare l´alleanza strategica con la Fiat: che rappresenta - a suo avviso - «la migliore opzione per rilanciare la società». Secondo gli accordi preliminari con Sergio Marchionne, la casa torinese riceverebbe almeno il 35 per cento della Chrysler offrendo in cambio la tecnologia per la produzione di vetture efficienti e di piccola cilindrata che il mercato americano chiede con impazienza e che la terza casa americana non è in grado di offrire, anche perché non ha i mezzi per finanziare lo sviluppo di nuovi modelli. Pur senza riscontri dalla controparte governativa, che per il momento si limita a studiare i problemi e a valutare le opzioni, l´ottimismo di Nardelli ha avuto subito effetti sui mercati azionari: gli investitori si sono convinti che il matrimonio Torino-Detroit si farà e ieri a piazza Affari il titolo Fiat è salito del 9,5 per cento, con effetti positivi su tutto il listino. Più grave, soprattutto per le sue dimensioni, è la crisi della Gm. L´azienda di Wagoner, che una volta era il simbolo della potenza industriale americana, ha eliminato negli ultimi quattro anni 92mila posti di lavoro e accumulato 82 miliardi di dollari di perdite: cioè 44 milioni di euro al giorno dall´inizio del 2005. Alle tradizionali difficoltà legate ai modelli offerti e ai maggiori costi rispetto ai concorrenti asiatici, si sono aggiunti il congelamento del credito e il crollo della domanda dovuto alla recessione. Risultato: il fatturato è sceso a 149 miliardi di dollari nel 2008 rispetto ai 180 dell´anno prima e l´azienda ha bruciato le riserve di capitali. Mentre i revisori dei conti potrebbero sollevare delle obiezioni nei prossimi giorni, la Gm continua a essere perseguitata dallo spettro del fallimento. Nel discorso di martedì al Congresso Obama ha fatto capire che farà di tutto per salvare l´industria automobilistica americana. Ma non è un compito facile. L´Ue non esclude un ricorso al Wto se gli aiuti americani dovessero violare le regole della concorrenza a danno delle imprese europee. Molti repubblicani sono contrari a soccorrere Detroit perché - dicono - farebbe lievitare spesa pubblica senza speranze di una svolta. A risolvere il rebus sarà comunque il «team» scelto dalla Casa Bianca: presieduto formalmente dal ministro del tesoro Tim Geithner e da Larry Summers, consigliere economico del presidente, è guidato in realtà da Steven Rattner, che ha lasciato il mondo ovattato del private equity newyorkese per sporcarsi le mani con la politica dell´auto.