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 2009  febbraio 25 Mercoledì calendario

VIGEVANO

La prima notizia, che era nell’ aria, è che l’ udienza è stata rinviata. Per sapere se Alberto Stasi sarà processato o meno davanti alla Corte d’ Assise di Pavia bisognerà aspettare (almeno) il 7 marzo. Così ha deciso il gup Stefano Vitelli, ieri mattina, dopo due ore di udienza preliminare nell’ aula magna del tribunale di Vigevano. Un "aggiornamento" stabilito, in pratica, a seguito della memoria difensiva depositata l’ altro giorno dai legali di Stasi. Il giudice ha concesso al pm Rosa Muscio e alla parte civile - su loro richiesta - alcuni giorni di tempo per poterla esaminare. La seconda notizia, anche questa abbastanza prevista, è che Alberto - il giovane accusato dell’ omicidio della fidanzata Chiara Poggi - e i familiari della vittima in aula si sono ignorati. Nemmeno uno sguardo. Solo indifferenza. Quella che Rita Poggi aveva annunciato alla vigilia di questa prima puntata giudiziaria sul giallo di Garlasco. Come da programma il prologo ha rispettato il copione del processo show: una folla di curiosi e di giornalisti ha circondato, dalle 8 del mattino, il palazzo di giustizia. A un anno e otto mesi dal massacro di via Pascoli, il grande atteso era lui, Alberto, l’ unico indagato per il delitto di Chiara. Giubbotto Parca grigio, sciarpa e maglione a righe, Stasi è arrivato su un Audi station wagon, i vetri scuri, guidata da uno dei suoi difensori (il collegio è formato dal professor Angelo Giarda e dai fratelli Giuseppe e Giulio Colli). Due ore dopo, quando l’ auto con a bordo il giovane è riemersa dalla pancia del tribunale, dalla strada sono partiti degli insulti. L’ udienza è iniziata alle 9.45. Doppio procedimento: quello per l’ omicidio, e quello in cui Alberto è accusato di detenzione di materiale pedo pornografico. Il gup Vitelli, per smorzare il clima di tensione, ha invitato i protagonisti, accusa, difesa e parte civile, al fair play e al rispetto delle regole. A tutela dell’ indagato, Stasi, e dei familiari di Chiara. Assolte le formalità, e accolta la richiesta della famiglia Poggi di costituirsi parte civile, si è passati alle questioni preliminari. L’ accusa (il pm Rosa Muscio) ha chiesto la riunificazione dei due procedimenti: un’ istanza alla quale si è associata anche la parte civile (rappresentata dall’ avvocato Gianluigi Tizzoni). C’ è una correlazione per motivi tecnici legati al computer sequestrato ad Alberto - ha spiegato Rosa Muscio. E cioè il Compaq sul quale sono state trovate le foto e i video pedofili. Ma dopo una breve camera di consiglio, il giudice ha rigettato l’ istanza. I due capi d’ accusa, dunque - omicidio aggravato dalle «sevizie» e dalla «crudeltà» e detenzione e divulgazione di materiale pedo pornografico - rimarranno divisi in due procedimenti paralleli e separati. Quando siè affrontato il capitolo riguardante la copiosa memoria difensiva (600 pagine) depositata dai legali di Alberto, il gup ha deciso di rinviare l’ udienza al 7 marzo. Il prossimo round sarà dedicato proprio alla «raffica di eccezioni» annunciate dai difensori. Parlano di tracce di sangue cancellate dagli investigatori sulla scena del delitto; negano che non fosse possibile che Alberto si sia sporcato di sangue le scarpe camminando sul pavimento della casa dove è stata uccisa Chiara. « una relazione tecnica molto debole», replica Marzio Capra, il consulente genetico dei Poggi.