Vladimir Sapozhnikov, Il sole 24 ore 25/2/2009, 25 febbraio 2009
AFFONDA (-8,8%) IL PIL RUSSO
Economia russa in picchiata: lo scorso gennaio il prodotto interno lordo è diminuito dell’8,8% sullo stesso mese del 2008, mentre nel dicembre scorso la contrazione è stata del 2,4 per cento. La produzione industriale, che sempre in gennaio è scesa del 16% rispetto a un anno fa, ha realizzato la peggior performance degli ultimi dieci anni. Il ministro dell’Economia, Elvira Nabiullina, ha dichiarato che la recessione continuerà per tutto il primo trimestre: «L’economia reale non riesce ad accedere ai crediti, diminuisce la domanda interna ed esterna dei prodotti russi, aumenta la disoccupazione mentre sono in calo i redditi reali della popolazione», ha detto la Nabiullina. Secondo le stime dell’agenzia Standard & Poor’s, nel 2009 a causa del calo dei prezzi dell’energia e delle materie prime - petrolio, gas e metalli dominano l’export russo - la quota delle esportazioni nel Pil rischia di scendere dal 32% al 25 per cento.
Il calo dei redditi reali e degli stipendi (rispettivamente dell’8,3% e del 4,1%) e come conseguenza della domanda rischia di colpire nel 2009 il Pil in maniera molto più dura rispetto alle stime del Governo (-2,2%). «Possiamo scendere a meno 5 per cento», ha dichiarato al quotidiano Vedomosti Natalja Orlova di Alfa-bank.
La recessione mette in forse la realizzazione dei programmi più ambiziosi del Cremlino che vanno dalle Olimpiadi invernali di Sochi del 2014 ai preparativi al summit dell’Associazione della cooperazione economica del Pacifico, in programma nell’Estremo Oriente russo nel 2012. In particolare potrebbero essere tagliati di due terzi nel 2009 i finanziamenti alla società statale "Olimpstroy", incaricata di costruire le infrastrutture sportive: «I finanziamenti di "Olimpstroy" dovranno scendere da 49,8 miliardi di rubli a 16,6 miliardi, mentre la parte mancante sarà coperta da altre fonti», ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico delle regioni russe, Viktor Basarghin. Il Cremlino spera di finanziare i lavori di costruzione con gli sponsor: la società petrolifera Rosneft ha già stanziato 180 milioni di dollari. E la crisi non risparmia nessuno: per la prima volta almeno 100 posti di lavoro verranno tagliati all’interno dell’amministrazione presidenziale.
Cattive notizie anche per le banche. L’agenzia Moody’s ha abbassato il rating sui depositi in valuta locale di otto banche russe a causa della crescente dipendenza dagli aiuti pubblici. Tra gli istituti bocciati figurano Sberbank, Vnesheconombank, Gazprombank, Bank of Moscow, la Russian Agricultural Bank e le filiali della banca pubblica Vtb. «Nel corso degli ultimi mesi, la maggior parte delle banche interessate è stata costretta a legarsi al sostegno di capitale e di liquidità fornito direttamente o indirettamente dal governo russo, perché l’accesso alle altre fonti di finanziamento era diventato difficile».