Luciano Mondellini, MilanoFinanza 26/2/2009, 26 febbraio 2009
SCELTI I QUATTRO BIG CINESI DELL’AUTO
Fra le società selezionate da Pechino spicca Saic, partner di Fiat. In Francia, intanto, lo Stato continua il suo programma di interventi diretti nel comparto, portando all’8,3% la partecipazione nell’azienda di componentistica Valeo
Non più tardi di un paio di mesi fa l’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne aveva vaticinato che il mercato globale dell’auto sarebbe andato incontro a un rapido processo di consolidamento, tanto che nell’arco di due anni sul mercato potrebbero restare soltanto sei gruppi automoblistici. E in Cina, dove alle tendenze del mercato si sovrappongono le imposizioni politiche, non hanno perso tempo. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, il governo di Pechino ha scelto quattro gruppi automobilistici nazionali perché guidino il consolidamento del settore e competano per diventare produttori su larga scala. I gruppi scelti sono: Saic Motor (Shanghai Automtive Industry Coropration), Faw, Dongfeng e Changan, ma il piano prevede anche l’indicazione di gruppi più piccoli per farne leader su scala regionale. Il presidente cinese Hu Jintao starebbero puntando a ridurre il numero dei costruttori con l’obiettivo di ritrovarsi nel prossimo futuro con soli due-tre gruppi capaci di una produzione superiore ai 2 milioni di veicoli l’anno.
Pensando all’Italia, riveste un’importanza particolare l’inclusione nel gruppo dei quattro di Saic, che può vantare alcuni accordi con la Fiat. Numerose sono infatti le divisioni del Lingotto che hanno stretto intese con il gruppo di Shanghai. Magneti Marelli, per esempio, di recente ha sottoscritto un accordo di joint-venture mirato alla produzione di componenti idraulici. In precedenza avevano creato joint-venture o accordi produttivi con Saic anche Cnh (la controllata americana di Fiat, attiva nelle macchine di costruzione e agricole), Teksid (componentistica), Iveco e Fiat Powertrain Technologies. Va però segnalato che la stessa Saic ha siglato intese anche con altre case automobilistiche occidentali, come Volkswagen e General Motors.
Intanto in Europa, il governo francese, dopo aver varato un piano di aiuti al settore auto per circa 6 miliardi di euro, ha confermato una particolare attenzione al settore. Fsi, il fondo statale transalpino per gli investimenti creato in funzione anticrisi lo scorso novembre per volere del presidente Nicolas Sarkozy e controllato al 51% dalla Caisse des depòts et consignations, è entrato nel capitale di Valeo, leader francese della componentistica auto (che in passato era controllato dalla Cerus di Carlo De Benedetti). La partecipazione statale per il momento è di piccola entità (è stato acquistato il 2,35% del gruppo per 19 milioni, che però insieme a un pacchetto già in mano alla Cdc porta la parte pubblica all’8,33%), ma in futuro la quota potrebbe aumentare, come ha spiegato l’Fsi. Il fondo ha una dotazione di 6 miliardi, punta a salire a 20 entro il 2009 e, secondo il responsabile Gilles Michel, sta già esaminando numerose altre richieste di sostegno. Michel ha sottolineato che Fsi non ha ancora deciso se chiedere posti nel consiglio di amministrazione di Valeo.