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 2009  febbraio 26 Giovedì calendario

ADESSO BASTA CON LE BANCHE ZOMBIE


Sei mesi per aderire agli aiuti statali. Saranno considerati i titoli in bilancio entro fine 2008. I governi chiederanno un livello di remunerazione in linea con quello delle ricapitalizzazioni

«Se non affrontiamo la questione, rischiamo di prolungare questa crisi con delle banche zombie, incapaci di rivestire un ruolo utile nelle nostre economie», ha detto ieri il commissario Ue al mercato interno Charlie Mc Creevy, in occasione della pubblicazione delle linee guida della Commissione sulle misure di intervento dei governi sugli asset tossici delle banche europee. Insomma, l’obiettivo è che le banche tornino a impiegare le proprie risorse nel finanziamento della crescita invece di tenere i soldi sotto il materasso per paura di dover coprire ulteriori perdite. Che, come ha rivelato MF-MilanoFinanza la scorsa settimana, citando i numeri contenuti nella bozza del documento della Commissione, potrebbero essere una buona percentuale di quei 18mila e 200 miliardi di euro di asset, attualmente sui libri delle banche europee, pronti per la vendita e che vanno valutati a fair value. Una stima esatta la Commissione non l’ha fatta, ma come già MF ha ricordato, la stessa Commissione ha precisato che un concetto di asset tossico troppo restrittivo non permetterebbe di raggiungere l’obiettivo di riportare stabilmente la fiducia nel sistema bancario. E così il nuovo documento della Commissione individua vari basket di attività sui bilanci delle banche tra i quali i governi potranno scegliere nel momento in cui dovranno decidere quali rilevare o assicurare. L’allegato 3 del documento elenca nel dettaglio gli asset a rischio di tossicità (si veda tabella in pagina). Sono soprattutto cartolarizzazioni, di mutui residenziali e commerciali, di debiti e di altri asset, finanziamenti strutturati, compresi quelli alle aziende, oltre a quelli normali alle imprese, i mutui e i prestiti personali. In questi ultimi casi, peraltro, si tratta di asset contabilizzati tra quelli che andrebbero tenuti a bilancio fino a scadenza, e che quindi non sarebbero nemmeno considerati nel novero dei 18,2 trilioni di euro, ma fanno invece parte degli altri 23 trilioni di asset che costituiscono il resto dell’attivo delle banche europee.

Detto questo, bisogna che le banche facciano emergere la reale entità dei cosiddetti impairment, cioè delle svalutazioni di asset che ciascuna deve ancora sostenere. E a questo proposito la Commissione raccomanda che si considerino soltanto gli asset caricati sul bilancio delle varie banche entro una certa data, che potrebbe essere la fine del 2008, per evitare operazioni di arbitraggio e moral hazard. Non solo. Le banche avranno solo sei mesi di tempo dal momento dell’annuncio del programma di aiuti statali per aderirvi. Dopodichè andrà definito il giusto prezzo da assegnare agli asset tossici nel momento in cui verranno effettivamente trasferiti a una bad bank oppure saranno oggetto di uno schema assicurativo, a seconda della scelta che faranno i vari governi. Il punto di partenza resta il prezzo di mercato corrente. Ma, visto che questo può comunque essere molto distante dal valore di libro di quegli asset nelle attuali circostanze o addirittura potrebbe essere zero, la Commissione dice che «il valore di trasferimento (o il valore assicurato degli asset nel caso di assicurazione, ndr) si collocherà inevitabilmente al di sopra dei prezzi correnti di mercato proprio per ottenere l’effetto di sollievo» e «rifletterà il valore economico sottostante di lungo termine (il reale valore economico) degli asset, sulla base dei flussi di cassa sottostanti e di ampi orizzonti temporali».

Ma non è finita qui. «Chiediamo che le banche contribuiscano adeguatamente ai costi. E’ possibile che debbano essere ristrutturate in cambio dell’aiuto statale che riceveranno», ha detto ieri il Commissario alla concorrenza Neelie Kroes. E infatti il documento della Commissione dice per esempio che «dovrebbero essere prese in considerazione restrizioni alle politiche di dividendo e tetti alla remunerazione dei top manager». In cambio degli aiuti gli stati dovranno ottenere adeguata remunerazione, che tenga conto del rischio che in futuro il valore degli asset acquisiti o assicurati possa essere inferiore a quello stimato come reale valore economico. La Commissione potrebbe fissare quindi il prezzo di traferimento degli asset al di sotto del loro reale valore economico in modo da ottenere un adeguato premio per il rischio. Quanto all’entità del premio, dovrebbe essere in linea con quello che sarebbe chiesto nel caso di ricapitalizzazione e potrebbe anche includere l’emissione da parte delle banche di warrant per un valore equivalente agli asset acquisiti o assicurati. Nel caso di una bad bank, questi warrant sarebbero resi alla banca, una volta che la bad bank avesse venduto gli asset con un rendimento in linea con quanto atteso. Se però dalla vendita di questi asset la bad bank non ottenesse quanto atteso, la banca dovrebbe pagare la differenza in contanti al governo oppure il governo si rifarebbe vendendo sul mercato i propri warrant.