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 2009  febbraio 26 Giovedì calendario

IL SUO NOME E’ GIUSEPPE TAIBI ED E’ UNA STAR DEL SOFTWARE


L’applicazione più scaricata dall’App Store per iPhone, nella categoria sport, ai primi di febbraio, è stata realizzata da Giuseppe Taibi, un ingegnere die si è laureato a Palermo con una tesi relativa all’intelligenza artificiale, ha insegnato a Harvard, ha fondato diverse imprese tecnologiche in Italia e negli Stati Uniti e collaborato alla commercializzazione internazionale dell’olio d’oliva prodotto ij Sicilia dalla sua famiglia. Lo ha segnalato sul suo blog l’amico e, in qualche occasione, socio, Leandro Agrò, a sua volta importante e acclamato designer di interfaccia. L’applicazione per iPhone realizzata da Taibi, con l’azienda californiana Whagaa, si chiama Learn Skateboarding. Ed è, appunto, arrivata al primo posto nella sua categoria.
Un risultato non facile,da raggiungere, a causa dell’accesa competizione tra i softwaristi che propongono i loro prodotti su quella piattaforma. Ci sono ormai più di 20mila programmi utilizzabili con l’iPhone e ne sono state scaricate 500 milioni di copie. L’App Store è ormai il luogo principe per gli sviluppatori che cercano il successo globale. Il meccanismo tecnico e logistico offerto dalla Apple per chi voglia esplorare questa opportunità è molto chiaro. E anche il modello di business è semplice: chi offre software gratis puà distribuirlo liberamente sulla piattaforma di Apple dopo che questa rabbia approvato; chi lo offre
a pagamento darà alla Apple il 30% del fatturato. Ma per i softwaristi è meglio provare a distribuire i loro programmi a pagamento o gratuitamente collegandoli a inserzioni pubblicitarie?
Secondo una ricerca della Pinch Media, Solo il 20% degli utenti che scaricano un’applicazione gratuita torna a usarla il giorno dopo. E dopo 30 giorni soltanto il 5% la usa ancora.
In media, un’applicazione gratuita viene usata 80 volte. Basta per ripagarla con la pubblicità? Le applicazioni a pagamento, scaricate sei volte meno spesso di quelle gratuite, producono in media un fatturato di 70 centesimi di dollaro per utente: non è detto che gli utenti siano sufficientemente numerosi da ripagare il software, ma le probabilità che il fatturato delle applicazioni a pagamento sia superiore alla raccolta pubblicitaria di quelle distribuite gratuitamente, calcolano a TechCrunch sulla base di questi dati, è molto elevata. Tanto più se il software è venduto in grande quantità e ha un prezzo elevato, per esempio 5 dollari, come nel caso del bestseller di Taibi.
Insomma, il fascino dell’App Store consiste nel fatto che - con una tecnologia pratica e affidabile e con poche e semphci regole - ha creato nuovo mercato nel quale tutti coloro che hanno un’idea potenzialmente attraente peri consumatori possono cimentarsi a realizzarla e provare averificarla. Soprattutto per i giovani sviluppatori la strada aperta e strata da Taibi è un motivo di speranza.
Anche perché la logica dell’Apple Store ha ispirato la progettazione di altre piattaforme, come quella della Nokia, leader mondiale nei telefonini. Grazie a queste innovazioni nella struttura dei mercato, il software si scrive per gli utilizzatori di pc, ma anche per i possessori di cellulari.
E sono i consumatori finali a decidere il successo o l’insuccesso dei prodotti.
La morale della storia non è soltanto tecnologica. Insegna che se un mercato funziona bene, le opporturnità sono aperte. Vincono i bravi. E non importa se sono americani, coreani o italiani. Come volevasi dimostrare.