Varie, LiberoMercato 26/2/2009, 26 febbraio 2009
ARTICOLI AUTO DA LIBEROMERCATO
Rolls Royce chiude il 2008 con utili in crescita del 10% e fatturato del 22
Rolls-Royce, nel presentare i dati di bilancio 2008, si mostra fiduciosa nonostante la crisi internazionale. Profitti prima delle imposte per 880 milioni di sterline, con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente e fatturato in rialzo del 22% a 9,1 miliardi di sterline. Questi i risultati principali di un bilancio che porta il motorista inglese a immaginare per il nuovo anno profitti in linea con il precedente. Quello che tranquillizza Rolls Royce è l’ampio portafoglio ordini che ha raggiunto la cifra record di 55,5 miliardi di sterline, con un incremento del 21% rispetto al 2007. Prospettive a lungo termine positive, nonostante l’attuale burrasca finanziaria internazionale, con la previsione di raddoppiare i fatturato nell’arco di un decennio. La società ha recentemente chiuso un contratto con il Naval Air Systems Command statunitense del valore di 221,7 milioni di dollari per la fornitura dei motori AE 1107C-Liberty dei tiltrotor MV-22 dell’U.S. Marine Corps e CV-22 dell’U.S. Air Force. La variazione comprende 96 motori da consegnare nel 2010.
Boeing e Lockheed Martin pronti a consegnare 16 velivoli per 2,9 miliardi
Boeing e Lockheed Martin hanno firmato un contratto con le forze armate degli Emirati Arabi Uniti per la fornitura di 16 aerei da trasporto. Secondo l’accordo Boeing provvederà a fornire quattro C-17 per un valore di 1,3 miliardi di dollari, mentre Lockheed Martin costruirà 12 C-130J per un valore di 1,61 miliardi. La parte finanziaria dell’operazione sarà svolta localmente dalla Waha Capital. La notizia è stata data ad Abu Dhabi nel corso del salone Idex 2009 (International Defence Exhibition & Conference). Sempre nel corso dello stesso salone Selex Sistemi Integrati si è aggiudicata un contratto del valore di circa 70 milioni di euro per la fornitura alla Marina Militare degli Emirati Arabi Uniti di sistemi di comando e controllo che andranno ad equipaggiare le nuove navi da pattugliamento veloce. Oltre al sistema di comando e controllo, Adsi, la joint venture del gruppo Finmeccanica nell’ambito del programma Ghannatha, fornirà il sistema di sorveglianza elettro-ottico, il sistema di navigazione e sarà responsabile dell’integrazione di tutti gli apparati, sia per le nuove navi sia per le unità che saranno ammodernate.
Sarkò usa il fondo sovrano per l’indotto auto
Doppia mossa. La Francia va in soccorso del settore auto non solo concedendo prestiti ai due campioni nazionali, Renault e Psa Peugeot, ma anche rafforzando il capitale delle imprese fornitrici. Ieri il Fondo strategico per gli investimenti (Fsi), il ”fondo sovrano” alla francese istituito lo scorso novembre da Nicolas Sarkozy, ha annunciato l’acquisto del 2,35% del capitale di Valeo (componenti auto) al prezzo di 18,7 milioni di euro. E altri investimenti sono già stati annunciati per il mese di marzo.
Nel concedere finanziamenti alle grandi case produttrici delle quattro ruote lo Stato aveva chiesto, come contropartita, l’impegno a non chiudere gli stabilimenti in territorio francese. «Nessun contribuente accetterebbe l’erogazione di aiuti pubblici per 6 miliardi di euro a produttori che poi chiudessero gli impianti nel Paese», aveva osservato il primo ministro francese, Francois Fillon, giustificando una misura che la Commissione europea guarda con sospetto, considerandola protezionista. Significativo è il fatto che, quando il provvedimento era ancora in fase di gestazione, molti a Parigi ipotizzavano che lo Stato avrebbe posto alle aziende beneficiarie un’ulteriore condizione: accettando soldi pubblici, Renault e Psa Peugeot avrebbero avuto l’obbligo di ricorrere a fornitori francesi. L’idea, difficilmente difendibile a Bruxelles, è poi tramontata, ma la Francia ha trovato comunque un altro modo per intervenire a sostegno della sua filiera auto.
Il Fondo strategico per gli investimenti è una filiale della Caisse des Depots et Consignations (Cdc), una sorta di Cassa Depositi e Prestiti d’oltralpe. La Cdc e il secondo azionista, lo Stato francese, doteranno il fondo di un capitale di 20 miliardi di euro. Ad oggi, il Fsi dispone già di un miliardo di euro, immediatamente spendibili. L’operazione di ieri su Valeo è stata coordinata con la Cdc, che già deteneva il 5,98% del capitale del gruppo. Insieme, Fsi e Cdc ne detengono ora l’8,33% e vantano il 10,55% dei diritti di voto. Ancora non è chiaro, però, se un rappresentante del Fsi siederà in consiglio di amministrazione. Valeo nel 2008 ha accusato una perdita netta di 207 milioni, dopo il forte calo del fatturato nell’ultimo trimestre dell’anno (meno 26,6%).
Come si diceva, l’investimento sarà presto seguito da altri. Già a marzo verranno annunciate nuove operazioni, ha detto ieri il direttore generale del Fsi, Gilles Michel. Il quale ha anche ricordato gli obiettivi che questo ”fondo sovrano” francese si prefigge: investimenti «di medio-lungo periodo», destinati «ad accompagnare le imprese in una difficile fase di recessione e di difficoltà economica generale», cercando di «rafforzarne e migliorarne la posizione». I soggetti interessati sono le aziende piccole e medie considerate particolarmente innovative, che rischiano di non trovare finanziamenti sul mercato a causa dell’attuale crisi di liquidità, e quelle classificate dallo Stato come strategiche. Al momento il Fsi ha allo studio 39 dossier e il settore auto è naturalmente in primissimo piano. Un’investimento in Trèves (componentistica) sembra già cosa fatta, come anche quello, già preannunciato dal governo, in Daher (che rifornisce anche il settore aereonautico), che dovrebbe ammontare a 85 milioni di euro. Altri nomi in lista d’attesa: Heuliez (carrozzerie) e Technip (impiantistica per l’industria del petrolio e degli idrocarburi).
La produzione inpponica incassa un calo del 50%
Scendono in picchiata le esportazioni giapponesi. Il dato riesce a stupire ancora e segnala ormai con chiarezza il peso della crisi sulla seconda economia mondiale. A gennaio le consegne all’estero sono crollate del 45,7%, portando il deficit commerciale a 952,58 miliardi di yen, quasi 8 miliardi di euro, un record assoluto. Le esportazioni di automobili si sono ridotte di due terzi (-66,1%), in accelerazione rispetto al calo del 45% riportato a dicembre, mentre quelle dell’elettronica sono calate del 47,2%. Il Giappone soffre più di altri la dimensione globale della recessione, vedendo calare le esportazioni verso tutti i suoi principali mercati di sbocco: Cina (-45,1%), Stati Uniti (-52,9%, solo le auto -80,7%), Unione Europea (-47,4%) e Russia (-65,5%). , ha detto Takeshi Minami, capo economista del centro studi Norinchukin, interpellato da Reuters. , ha aggiunto Minami, soffermandosi sul dato delle esportazioni verso l’Asia (-46,7%), e in particolare verso la Cina, . Un report di Barclays Capital spiega che . Il calo delle esportazioni giapponesi del 45,7% annuale è comunque il peggiore fra quelli registrati nel continente asiatico. Le importazioni si sono invece ridotte del 31,7%. La bilancia commerciale è in rosso da quattro mesi: si tratta della serie peggiore dai 14 mesi consecutivi del periodo luglio 1979-agosto 1980, provocata dal secondo choc petrolifero. Il Pil del Sol Levante è arretrato del 3,3% nel quarto trimestre del 2008, del 12,7% su base annuale. Il Fondo monetario internazionale stima che l’economia nipponica si contrarrà quest’anno del 2,6%, contro il meno 2% atteso per l’insieme delle economie avanzate. Pesa soprattutto l’andamento dell’auto. In gennaio la produzione da parte dei principali costruttori si è dimezzata rispetto allo stesso mese 2008. Il colosso mondiale Toyota ha costruito 413.285 vetture, compreso il marchio Lexus, con una flessione del 42,6%. Per Honda il calo è stato del 33,5% e per Nissan del 54%. In frenata ovviamente anche la componente della produzione all’estero e le esportazioni.
Paga ridotta ai manager Ford
Alan Mulally e Bill Ford, rispettivamente amministratore delegato e presidente della Ford, procederanno a un taglio dei loro emolumenti relativi al 2009 e al 2010 pari al 30 per cento. A darne notizia per prima è stata ieri l’Associated Press, sulla base di un memo di cui è venuta in possesso. La decisione del vertici del secondo produttore di auto Usa non stupisce, se si considera la forte crisi che ha colpito l’intero settore e che si è tradotta nel calo più sostenuto delle vendite degli ultimi 26 anni.
L’annuncio, che era nell’aria de alcuni giorni non ha mancato di sollevare polemiche. L’opinione pubblica americana, infatti, è perplessa sulla reale entità del taglio: se si dovesse limitare allo stipendio, base, infatti, sarebbe poca cosa rispetto ai maxi bonus che potrebbero vedersi riconoscere i gold collars americani nel caso in cui riuscissero a salvare i gruppi in crisi.
I tagli degli emolimenti di chi sta al vertice della catena di comando della Ford sono però soltanto la punta dell’iceberg. La società, dopo aver raggiunto un accordo preliminare con il sindacato United auto workers, proporrà il prepensionamento a 42mila dipendenti negli Stati Uniti.
Alla fine, sebbene la notizia non sia ancora ufficiale, il sindacato avrebbe optato per la strada delle concessioni; tra queste, anche quelle di sospendere sia gli aumenti degli stipendi in relazione al costo della vita sia l’erogazione dei bonus a fine anno, nei tre anni rimanenti del contratto siglato con Ford. Ancora, la United auto workers ha acconsentito ad assumere una partecipazione del 50% nei pagamenti che Ford verserà per costituire un fondo fiduciario, che sarà gestito dallo stesso sindacato. A tal proposito, Ford deve versare nel fondo una somma che si aggira sui 13,2 miliardi di dollari. Dal canto suo l’azienda si impegnerà a procedere ai versamenti nei pimi tre anni di vita del fondo, anche se il valore delle proprie azioni ordinarie scenderà. L’accordo preliminare raggiunto tra le controparti fa sperare in un accordo del sindacato anche con Chrysler e Gm. Intanto sia il presidente Ford sia Mulally hanno scritto nel memo che i tagli che colpiranno i loro compensi vanno interpretati come una decisione che l’azienda ha deciso di adottare per continuare a essere operativa, senza dover ricorrere agli aiuti statali, come hanno fatto invece sia Chrysler sia Gm. Dal memo risulta inoltre che gli stessi membri del consiglio di amministrazione non riceveranno compensi in contanti nel corso del 2009, e che il compenso spettante a Bill Ford è stato già accantonato, ma non verrà distribuito fino a quando il colosso non tornerà in attivo. Eliminati anche i bonus per il 2009 sia ai dirigenti sia ai dipendenti.
Nuovo crollo delle vendite i Spagna Il mercato auto è precipitato del 53%
La produzione di auto in Spagna ha sofferto un vero e proprio crollo nel mese di gennaio: secondo i dati diffusi ieri dall’asssociazione dei fabbricanti Anfac, il calo è stato del - 53%, mentre anche le esportazioni sono rimaste dimezzate (-50%). A gennaio, in particolare, sono stati prodotti 123.762 veicoli e,secondo l’Anfac, solo le misure di incentivo prese in altri paesi dell’UE come Francia, Germania e Italia potrebbero aiutare una grand eindustria nazioanle proprioa, è sede di numerose fabbriche di marche come Seat (Wolkswagen), Nissan, Renault, Citroen e Iveco. Per questo i produttori hanno chiesto al premier Zapatero aiuti per 4,1 miliardi.