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 2009  febbraio 26 Giovedì calendario

ESPRESSO, FATTURATO GIù DEL 6,6%


I conti 2008 del gruppo editoriale. Sotto la lente il calo dei ricavi pubblicitari e dei collaterali

Utile netto a -78,5%. Margine operativo lordo: -36,2%

Il gruppo Espresso, alla cui presidenza, nonostante l’annunciato addio, rimarrà tranquillamente seduto Carlo De Benedetti, ha chiuso un 2008 con fatturato in calo del 6,6% sul 2007, un mol (margine operativo lordo) giù del 36,2% e un utile netto precipitato a -78,5%. Ciò significa che, pur considerando i particolari oneri straordinari da riorganizzazione (22,1 milioni di euro) che hanno eroso il mol stesso, il polo editoriale di via Cristoforo Colombo sta perdendo competitività proprio nei settori in cui la marginalità è più alta. Come se avesse una struttura di costi un po’ troppo rigida, a fronte di un ventaglio ricavi dove la ciccia sta nei prodotti opzionali e nella pubblicità, ovvero le voci più in crisi in questa fase.

E allora che fare? Monica Mondardini, il nuovo amministratore delegato del gruppo Espresso, sa che deve incidere di più sulla voce costi. Con tagli del personale (-70 unità nel 2008), per ora, nel comparto amministrativo, dei poligrafici, e nella concessionaria Manzoni.

A metà 2008, con un fatturato in calo del 3,3% sul 2007, si parlava di un piano di 100 esuberi da smaltire in tre anni; nella trimestrale di settembre, invece, il dato era stato ufficialmente corretto a 150, con un fatturato giù del 4,4%. Adesso, tenuto conto che il fatturato cala del 6,6%, e che le previsioni del 2009 sono ancora più fosche, è chiaro che i tagli saliranno oltre le 200 unità, sfoltendo i 3.344 dipendenti a fine 2008. Al momento, tuttavia, non si toccano i giornalisti, e in particolare le 470 firme del quotidiano La Repubblica: i sacrifici richiesti dalla Mondardini alla redazione sono relativi allo smaltimento ferie (il 50% delle ferie arretrate da consumare entro l’anno, con un premio di 500 euro), al contenimento delle spese viaggi, e a qualche sporadico pensionamento incentivato. Un recupero costi vi sarà anche attraverso la sforbiciata dei compensi ai collaboratori esterni, e con la riduzione del formato e della foliazione di Repubblica, risparmiando carta.

Oltre che sui costi, ci sarà da lavorare, e parecchio, sulle entrate pubblicitarie: nel 2008 hanno raggiunto i 608,2 milioni di euro, ovvero il -7,4% sul 2007, e con prospettive nere, tenuto conto che l’ultimo trimestre della carta stampata italiana, nel 2008, ha chiuso, in base ai dati Nielsen Media Research, a -13,4%. Per questo in Manzoni è stato chiamato un amministratore delegato giovane, Fabio Vaccarono, a cui si chiede di risolvere quello che lo stesso De Benedetti aveva definito «il problema» del gruppo Espresso. Ovvero, una scarsa dinamicità nella raccolta pubblicitaria.

Non distribuendo in dividendi i 20,6 milioni di utili 2008, Mondardini, nel 2009, potrà pure contare su un tesoretto che, visti i chiari di luna, potrebbe non esservi più a fine anno. E quindi anche di questo dovrà tenere conto nell’elaborare le sue strategie, che verranno riviste dopo giugno.

Riassumendo i numeri del gruppo nel 2008, il fatturato è stato di 1.025,5 mln di euro (-6,6%), di cui 276,3 mln da diffusione giornali (-0,3%), 608,2 mln da pubblicità (-7,4%) e 114,9 mln da prodotti opzionali (-10,2%). Il mol è stato di 142,5 mln, giù del 36,2%. Quanto ai costi, c’è stata la riduzione delle operazioni promozionali e del costo del lavoro, con l’avvio di piani di riorganizzazione aziendale: «I risparmi derivanti da tali misure ammonteranno a regime a 47 milioni di euro su base annua, comportando oneri straordinari per 25,6 milioni, di cui 22,1 mln vanno a incidere sul mol 2008. L’esercizio 2008 recepisce la totalità degli oneri straordinari e solo parzialmente le riduzioni dei costi previste, di 15,7 mln». In sostanza, l’Espresso carica il bilancio 2008 di tutti i costi possibili, e rinvia al bilancio 2009 i minori costi. Un po’ di maquillage contabile, peraltro piuttosto diffuso, per fare sì che il confronto 2009 vs 2008 non sia troppo impietoso.