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 2009  febbraio 26 Giovedì calendario

MORATTI DA’ LA SCOSSA ALL’INTER «A MANCHESTER PASSIAMO NOI»

«La paura è superata e lo 0-0 crea più problemi a loro»
Ci sono almeno cinque buone ragioni per pensare che i nerazzurri siano in grado di eliminare la squadra di Ferguson
MILANO – Travolti da improvviso ottimismo, gli uomini dell’Inter non hanno perso occasione per spiegare che alla fine elimineranno il Manchester United a Old Trafford. Lo 0-0 di San Siro, invece di deprimere l’ambiente, ha avuto (per ora) un effetto rigenerante; come se la squadra si fosse liberata dal peso di affrontare i campioni del mondo. Ha cominciato Mourinho («abbiamo ancora il 50% di possibilità di passare il turno»); hanno proseguito i giocatori in ordine sparso (Ibrahimovic: «nessun dubbio, ce la faremo »); ha chiuso Massimo Moratti. Ha detto il presidente: «All’inizio eravamo molto con-tratti, c’erano il rispetto per l’avversario e la paura di sbagliare, ma la forza della squadra si è vista nella ripresa. Penso che in coppa sia importantissimo riuscire a non prendere gol nelle partite in casa, come è importantissimo segnare in trasferta. Immagino che il Manchester United sia molto dispiaciuto per non aver segnato, noi siamo felici di poter andare a Old Trafford e giocare una partita che sarà davvero come una finale, per poi presentarci ai quarti».
Premesso che la partita di San Siro, anche rivisitata in tv il giorno dopo, ha chiarito la sproporzione di forze fra le due squadre in campo, a favore del club inglese, che gioca a memoria e con un’intensità persino innaturale, quali possono essere i motivi di ottimismo da parte dell’Inter?
Il primo è legato a Mourinho, che sa come si batte lo United anche a casa sua. Lo ha fatto per tre volte con il Chelsea, mentre resta incancellabile la beffa del 9 marzo 2004, l’1-1 di Costinha al 45’ della ripresa, dopo il vantaggio di Scholes (e il 2-1 in Portogallo). Questo per dire che per Mourinho il Manchester United è un libro aperto: le idee ci sono, resta da verificare se i nerazzurri sono in grado di applicarle.
Il secondo motivo è legato al fatto che l’Inter non è obbligata a vincere, ma a fare gol (salvo puntare ai rigori attraverso i supplementari). E pareggiare in casa dello United può essere complicato, ma non impossibile. Non solo: dovendo portare a casa almeno l’1-1, anche se l’Inter dovesse andare sotto di un gol nel primo tempo, non sarebbe un evento irreparabile. La terza ragione per la quale è possibile credere nella qualificazione è legata al rendimento del-l’Inter che, in generale, tende ad esprimersi meglio lontano da San Siro, dove trova più spazio per dare efficacia alla potenza dei propri giocatori. Non solo, se il Manchester Utd tende a scoprirsi alla ricerca del vantaggio, dovrà preoccuparsi di una squadra che in contropiede sa far male.
Il quarto motivo è legato agli dei del calcio. Non una questione tecnica, ma una legge non scritta del pallone: chi spreca troppo (lo United nel primo tempo), alla fine può anche pagare il conto. La quinta ragione è legata ancora a Mourinho (come al punto 1): non si può dire che sia un allenatore sfortunato; il finale di partita con il Bologna e il primo tempo con il Manchester United confermano che le stelle sono dalla parte del tecnico portoghese. E che per questo sarebbe piaciuto a Napoleone. Se non fosse che è lui stesso a credersi Napoleone.