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 2009  febbraio 26 Giovedì calendario

«La crisi? Non prendetevela col segreto bancario»---- MILANO – La Svizzera non è di moda di questi tempi e Konrad Hummler lo sa

«La crisi? Non prendetevela col segreto bancario»---- MILANO – La Svizzera non è di moda di questi tempi e Konrad Hummler lo sa. Partner di Wegelin, la più antica banca elvetica, presidente dell’Associazione nazionale dei banchieri privati, Hummler non intende assistere senza reagire agli assalti: l’America che costringe Ubs a cedere sul segreto bancario, l’Europa che rinnova gli attacchi ai paradisi fiscali. Per allentare la pressione, Hummler propone un patto: tassare meglio e senza vie di fuga i depositi degli stranieri, in cambio di una tregua sui conti anonimi. Cosa la preoccupa? «I ministri finanziari europei combattono la guerra sbagliata, facendo della Svizzera un capro espiatorio. Siamo in una delle crisi più gravi della storia e il segreto bancario non ne è certo la causa. La soluzione non passa di qui». I governi, sempre più indebitati, vogliono ridurre l’evasione. «Cercano scuse per quel che non riescono a fare. La quantità di spesa pubblica attuale supera di gran lunga quel che potrebbero raccogliere dall’evasione fiscale all’estero ». Ma non crede che la Svizzera oggi sia in difficoltà? «Decisamente lo è. La Svizzera si è cacciata in una posizione di grande debolezza, con margini di manovra ridotti sia finanziariamente che nei fatti». Com’è potuto accadere? «Ubs e Crédit Suisse erano diventate troppo grandi per l’economia nazionale, con modelli di business troppo complessi. E quando il governo ha deciso di salvare Ubs a qualunque costo, ha rinunciato a imporle di cedere la divisione di banca d’investimento. La conseguenza, è che adesso ogni svizzero nella Confederazione ha un’esposizione da sei-settemila franchi su attivi tossici americani in dollari». Pesa il fatto che la Federal Reserve ha concesso liquidità in dollari alla Banca nazionale svizzera? «Certo, per il salvataggio di Ubs la banca centrale di Berna aveva assoluto bisogno di dollari. Ma ora gli Stati Uniti fanno leva su quel sostegno per forzare la Svizzera a cedere sul segreto bancario». La Francia propone che anche l’Europa prema sulla Svizzera. «Con l’Unione europea, abbiamo già trovato un accordo sulla direttiva per la tassazione del risparmio e mi pare una via più intelligente: resta la possibilità di mantenere i conti anonimi, ma con aliquote da versare agli Stati dei depositanti sui loro redditi da capitale ». Lei propone di mantenere questa soluzione? «La si può migliorare con una "flat tax", una tassa piatta. Oggi molte banche sono diventate bravissime nel creare prodotti strutturati in modo da nascondere gli interessi, quindi evitare la ritenuta». La «flat tax» invece sarebbe impossibile da aggirare? «Si applicherebbe calcolando un interesse pari a un investimento privo di rischio, ma a tappeto su tutti i conti dei non residenti. Senza possibilità di elusione. Così si aumenta la base tributaria per i governi esteri, si tassano meno gli individui che non eludono il fisco e si evita di dare informazioni sui nomi dietro i conti bancari». Federico Fubini Contrattacco Konrad Hummler, presidente dell’Associazione dei banchieri privati svizzeri e partner di Wegelin