varie, 26 febbraio 2009
Mohamed Barakat, 52 anni, e il suo bambino di 10 anni. Il Barakat padre, egiziano, qualche precedente alle spalle, una passione per la bottiglia, cinque anni fa s’era separato dalla convivente italiana Antonella, da allora poteva vedere il figlio, «un bimbo ben integrato, appassionato di sport e bravissimo a scuola», solo una volta a settimana nell’ufficio dei servizi sociali, questa situazione lo rendeva rabbioso e più volte aveva minacciato all’ex consorte: «Lo porterò con me in Egitto»
Mohamed Barakat, 52 anni, e il suo bambino di 10 anni. Il Barakat padre, egiziano, qualche precedente alle spalle, una passione per la bottiglia, cinque anni fa s’era separato dalla convivente italiana Antonella, da allora poteva vedere il figlio, «un bimbo ben integrato, appassionato di sport e bravissimo a scuola», solo una volta a settimana nell’ufficio dei servizi sociali, questa situazione lo rendeva rabbioso e più volte aveva minacciato all’ex consorte: «Lo porterò con me in Egitto». Martedì scorso si presentò all’incontro col ragazzino celando nelle tasche una vecchia calibro 22 e un coltello da cucina, a un certo punto, a pochi passi allo psicologo che assisteva a ogni colloquio, tirò fuori la pistola, sparò un colpo alla testa del figlio che s’accasciò per terra, poi impugnò il coltello, glielo infilò nel cuore e infine la stessa lama se la ficcò nel petto. Alle 16.45 di martedì 24 febbraio nel Centro Sociosanitario in via Sergnano a San Donato, periferia sud di Milano.