Galapagos, il Manifesto 19/2/2009, 19 febbraio 2009
PIANGE PLAYBOY L’ACCIAIO AFFONDA PNEUMATICI BRUCIATI
La crisi colpisce anche il sesso «non hard»: nel quarto trimestre 2008 il gruppo editoriale Playboy ha perso 146 milioni di dollari. Nulla a confronto dei rischi di «recessione sociale» che potrebbe travolgere centinaia di milioni di persone. L’allarme è stato lanciato da Juan Somavia, direttore dell’Ilo - l’Ufficio internazionale del lavoro - secondo il quale solo in Asia sono 23 milioni i lavoratori che rischiano il licenziamento e altre 140 milioni di persone finirebbero sotto della soglia di povertà.
Negli Stati uniti ieri sera Obama ha annunciato un provvedimento da 275 miliardi di dollari per sostenere il settore immobiliare: 200 miliardi saranno utilizzati per sostenere Fannie Mae e Freddie Mac, le due agenzie che erogano mutui. Gli altri 75 miliardi saranno utilizzati per aiutare nove milioni di famiglie a rifinanziare il proprio debito o ad evitare di finire in default. Per ora, però, l’attività edilizia seguita a sprofondare: in gennaio - dai del Dipartimento al commercio - l’apertura di nuovi cantieri è crollata - settima caduta consecutiva - del 16,8%, peggio di dicembre quando la caduta era stata del 14,5% in dicembre. Su base annua la flessione è addirittura del 56,2%. In caduta anche i nuovi permessi edilizi: sono scesi del 4,8%. Non va meglio in Italia: secondo un documento approvato ieri da Feneal, Filca e Fillea, inviato agli industriali del settore per definire un «AvvisoComune» ed attivare un tavolo di confronto presso la presidenza del Consiglio dei ministri, è specificato che «dopo anni di crescita ininterrotta anche l’edilizia - afferma una nota sindacale - è interessata dagli effetti della crisi internazionale» e nel 2009 c’è il rischio della perdita di 250 mila posti lavoro. L’unica buona notizia (per chi ha un mutuo indicizzato) arriva dall’ ulteriore flessione dei tassi Euribor: quello a 3 mesi è scesi all’1,9%. Si tratta del livello più basso da quando è stata costituita l’eurozona. Quello a un mese è sceso invece all’1,59%
Anche l’Ocse, è pessimista: non vede inversione di tendenza rispetto alla crisi attuale. Che diventa sempre più pesante: i dati del quarto trimestre 2008 sul del Pil sono decisamente pessimi: la caduta dell’1,5% globale - rispetto ai 3 mesi precedenti - nei 30 paesi dell’organizzazione è la peggiore performance dal 1960, anno di inizio della rilevazione. La crisi è ancora più evidente confrontando il dato tendenziale: rispetto all’ultimo trimestre 2007 la caduta è dell’1,1% contro una crescita dello 0,8% nel terzo trimestre. L’inizio del 2009 non ha portato una svolta. Anzi i primi dati macroeconomici indicano che la produzione si sta ulteriormente contraendo. Dal Giappone hanno fatto sapere che in gennaio la produzione di acciaio grezzo è crollata su base annua del 37,8%: si tratta della maggiore caduta dal 1949, data di inzio della rilevazione. La produzione di acciaio è invece scesa ai livelli più bassi degli ultimi 40 anni.
Non va meglio negli Usa dove, in gennaio, la produzione industriale è scesa di un altro 1,8% e il tasso di utilizzo degli impianti è sceso al 72% dal 73,3% del mese precedente. La colpa - spiega la Fed - è della « pesante flessione nella produzione di auto e di parti di ricambio». E, a proposito di auto, la Goodyear che produce pneumatici - ha annunciato di aver perso nel quarto trimestre 1,37 dollari per azione. Che farà? Ovvio: licenzierà 5 mila lavoratori (4 mila li ha già mandati a casa nel secondo semestre 2008) e congelerà gli stipendi. Nel frattempo moltissime banche mondiali hanno annunciato nuove perdite, Rilevanti quelle della olandese Ing e della Commerzbank. Per Greenspan molte banche dovrebbero essere nazionalizzate. A tempo determinato, ovviamente: il tempo di scaricare le perdite sulla collettività.