Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  febbraio 19 Giovedì calendario

GERMANIA PRONTA A NAZIONALIZZARE


Il governo Merkel approva un progetto di legge che prevede l’esproprio delle azioni degli istituti in crisi. E anche negli Usa si fa strada l’ipotesi di statalizzare temporaneamente il credito

Resta l’ultima opzione disponibile. Ieri il governo tedesco ha approvato un progetto di legge che consente la nazionalizzazione delle banche in crisi, se necessario anche attraverso l’esproprio delle azioni degli istituti. «Non c’erano alternative», ha affermato il cancelliere Angela Merkel, assicurando che l’esproprio potrà essere effettuato entro il prossimo 30 giugno e solo per il salvataggio delle banche di «rilevanza sistemica», quando «non ci siano altre ragionevoli, legali ed economiche soluzioni in grado di salvaguardare la stabilità dei mercati». Il progetto di legge, che verrà esaminato dal Bundestag il prossimo 3 marzo è stato varato per risolvere un caso specifico, quello di Hypo Real Estate, la seconda banca tedesca nella concessione di mutui immobiliari. Il governo tedesco, che ha già investito 102 miliardi di euro in Hypo Re, teme che una bancarotta della banca, che è molto ramificata anche fuori dalla Germania, soprattutto nel comparto degli enti locali, possa ripercuotersi a catena su tutta l’economia europea, un po’ come è avvenuto su scala mondiale dopo il crack di Lehman Brothers. Hypo Re detiene un gran numero di obbligazioni jumbo Pfandbriefe, cioè emissioni garantite da enti locali e sottoscritte da un gran numero di piccoli investitori, casse di risparmio e compagnie assicurative, soprattutto tedesche. Si tratta di covered bond nati nel 1995 e destinati al mercato istituzionale per garantire liquidità agli investimenti di lungo periodo.

Il governo tedesco è già entrato nel capitale di Commerzbank con una quota del 25%, ma stavolta punta a una partecipazione di maggioranza. Per ottenerla, ha bisogno del via libera dell’investitore statunitense J.C. Flowers, che controlla circa il 25% di Hypo Real Estate. Ma il fondo si è mostrato restio a cedere la quota, anche perché l’indennizzo promesso da Berlino è piuttosto basso (viene calcolato sulla base dell’andamento medio del titolo nelle ultime due settimane). Ora il governo Merkel punta a forzare le trattative con Flowers, minacciando l’esproprio. Prospettiva paradossalmente gradita dal mercato, visto che ieri il titolo Hypo Real Estate ha guadagnato il 46,8% alla borsa di Francoforte.

La mossa del governo tedesco arriva in un momento in cui anche negli Stati Uniti sta progressivamente facendosi strada l’ipotesi di nazionalizzare le banche in crisi. Ieri perfino l’ex presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, da sempre paladino del liberismo, ha dichiarato che «potrebbe essere necessaria la nazionalizzazione temporanea di alcune banche, per favorire e rendere più veloce e ordinata la loro ristrutturazione», spiegando che questo «permetterebbe al governo di trasferire gli asset tossici in una bad bank, senza che ci sia il problema di attribuire agli asset stessi un prezzo». E il senatore repubblicano Lindsey Graham ha dichiarato che molti suoi compagni di partito pensano che l’ipotesi dovrebbe essere posta in discussione.