Jessica Vascellaro, MilanoFinanza 19/2/2009, 19 febbraio 2009
FACEBOOK, RETROMARCIA SULLA PRIVACY
Ritirate le regole che introducevano una maggior protezione delle informazioni personali. Il portale gestito da Zuckerberg adesso potrebbe andare incontro a un’altra ondata di proteste
Martedì scorso, cedendo alle pressioni di utenti e difensori della privacy, Facebook ha ritirato le controverse modifiche alle condizioni d’uso, criticate da alcuni perché concederebbero al social network eccessiva libertà di utilizzo delle informazioni personali degli utenti. In un comunicato inviato a 175 milioni di utenti del sito, la società ha reso noto di voler tornare ai precedenti termini di servizio, solo un giorno dopo aver approvato le revisioni. «Negli ultimi due giorni abbiamo ricevuto numerose domande e commenti sull’aggiornamento dei termini e sulle sue implicazioni per gli utenti e i loro dati», recita la dichiarazione divulgata dall’ad Mark Zuckerberg. «I feedback che abbiamo ricevuto ci hanno convinti a tornare ai precedenti termini d’uso finché non avremo risolto i problemi solevati dai nostri utenti». Ed ha aggiunto che la società opererà una «revisione sostanziale» dei termini del contratto dando voce in capitolo agli utenti, che potranno esprimere le proprie opinioni in un gruppo del sito dal titolo «Facebook Bill of Rights and Responsibilities» (Legge sui diritti e le responsabilità di Facebook).
La ritirata giunge in seguito alle riserve avanzate da utenti ed esperti di privacy circa le modifiche che la società ha introdotto nei termini di utilizzo del servizio poche settimane fa, ma che hanno attirato l’attenzione di alcuni blog soltanto lo scorso weekend. In particolare, secondo la nuova politica di Facebook il diritto di utilizzare e modificare i contenuti personali non sarebbe espirato immediatamente nel caso l’utente avesse rimosso le informazioni dal sito.
I difensori della privacy hanno obiettato che i nuovi termini avrebbero potuto dare a Facebook un potere eccessivo sulle informazioni relative agli utenti, aldilà delle condizioni stabilite da altri social network. Lunedì Mark Zuckerberg aveva inizialmente difeso il provvedimento nel post di un blog, sostenendo che le modifiche fossero pesante solo per chiarire le questioni che la vecchia linea non era riuscita a risolvere in maniera adeguata. In particolare, Facebook voleva evitare che i contenuti che gli utenti rimuovono dal sito continuassero a esistere se condivisi con altri membri di Facebook.
Le proteste sono andate avanti e decine di migliaia di utenti hanno manifestato contro la decisione creando gruppi. Nella serata di martedì Zuckerberg ha pubblicato un secondo post per annunciare il dietrofront. Dopo aver consultato alcuni esperti esterni, la società ha deciso di ripristinare i termini in vigore prima del 4 febbraio.
Non è la prima volta che Facebook ritratta decisioni controverse e tenta di calmare gli animi chiedendo un feedback agli utenti. Nel 2007, la società aveva modificato un prodotto chiamato Beacon, che consentiva agli utenti di condividere con altri membri le azioni svolte su altri siti. Gli utenti avevano reclamato perché il nuovo servizio non permetteva di controllare cosa condividere o meno.