Claudia Cannella, Corriere.it 25/02/2009, 25 febbraio 2009
Per certi aspetti dispiace un po’ raccontare questo spettacolo. Per altri è meglio andarci preparati
Per certi aspetti dispiace un po’ raccontare questo spettacolo. Per altri è meglio andarci preparati. Nel «Boris Godunov» che i catalani della Fura dels Baus portano allo Smeraldo, pubblico, attori e personale del teatro vengono presi in ostaggio da un manipolo di terroristi, passamontagna sul viso, tute mimetiche e cinture esplosive (attori, naturalmente). Tra raffiche di mitra, trattative frenetiche, dichiarazioni del presidente in tv, un maxischermo che permette di vedere come il «mondo di fuori» vive l’assedio, prende forma un docu-drama mozzafiato. E il pensiero va subito al teatro Dubrovka di Mosca dove, nel 2002, un gruppo di militanti ceceni sequestrò oltre 700 spettatori durante una replica di un musical. L’epilogo fu tragico: l’irruzione delle teste di cuoio russe e i gas usati fecero quasi 200 vittime. Nel riprendere questo 11 settembre moscovita, la Fura insiste sulla funzione catartica del teatro immergendo il pubblico in una delle principali paure dell’era contemporanea: il terrorismo. «Non si tratterà di analizzare le cause del terrorismo», dice lex Ollé, drammaturgo e regista insieme a David Plana, «ma di mostrare quanto il terrorismo abbia cambiato radicalmente la nostra visione del mondo». La vicenda del sequestro scorre in parallelo con il dramma di Puskin che si sta rappresentando al momento dell’irruzione: Boris Godunov, zar eletto sul sangue e deposto con l’inganno, diventa emblema «del potere corrotto e dell’opposizione a esso che è l’altra faccia della stessa triste e amara medaglia». Boris Godunov. Smeraldo. Ore 20.45. Fest. 18. P.zza xxv Aprile 10. Tel. 02.29.00.67.67. Euro 40-18. Dal 26 febbraio al 7 marzo.