Sebastiano Caronni Orsenigo, Corriere della Sera 22/02/2009, 22 febbraio 2009
LETTERE
Sulla tavola di Garibaldi
Le parole di Roberto Gervaso «Mazzini era vegetariano certo, Garibaldi non credo proprio» (Corriere, 12 febbraio) mi hanno fatto ricordare quanto confidava la figlia Clelia sul menù dell’eroe dei Due mondi. Garibaldi, come riferisce anche Wally Paris nel suo libro «Garibaldi nella quotidianità di Caprera», mangiava anche carne di manzo che cuoceva alla maniera messicana, ma i suoi piatti preferiti erano il minestrone alla genovese con il pesto e lo stoccafisso. Nella metà di sua proprietà dell’isola di Caprera aveva un orto-giardino che aveva accuratamente recintato per proteggerlo dagli animali. Spesso, però, i maiali del suo solo vicino, l’inglese Collins, proprietario dell’altra metà di Caprera, sconfinavano lo stesso, causando danni all’eroe agronomo, finché il figlio Menotti ne uccise uno. Alle vibranti proteste di Collins, il Generale rispose sfidandolo a duello. L’inglese sdrammatizzò subito la situazione ironizzando sulle proprie lamentele e non passò molto tempo che vendette la sua metà dell’isola: fu comprata da ammiratori di Garibaldi che gliene fecero dono.
Sebastiano Caronni Orsenigo, Pavia