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 2009  febbraio 24 Martedì calendario

Stylus" è rivista colta (la sognava Edgar Allan Poe, un mensile d´alta classe, in vendita a 5 $). Due lettere dalla Rutulia, nobile decaduta nel Vecchio Mondo, hanno destato curiosità (le due lettere sono apparse su Repubblica, nella pagina dei commenti il 12 e il 20/12/2008)

Stylus" è rivista colta (la sognava Edgar Allan Poe, un mensile d´alta classe, in vendita a 5 $). Due lettere dalla Rutulia, nobile decaduta nel Vecchio Mondo, hanno destato curiosità (le due lettere sono apparse su Repubblica, nella pagina dei commenti il 12 e il 20/12/2008). I lettori domandano dove stia andando: ha un re di denari, non classificabile nell´antropologia politica; osservatori stranieri ridono ma, visto dall´interno, l´affare è spaventosamente serio; e se capitasse anche altrove? Il corrispondente spiega perché l´invasore regnante meriti attento studio, cominciando dalla physiognomia (l´aveva chiamato Leviathan, nome d´un coccodrillo biblico), e prospetta i temi delle lettere future: come governa; dove mira; la corte; clericato laico ed ecclesiastico; gli oppositori; che futuro abbiano i Rutuli. Sorriso artefatto, logorrea, grammatica rudimentale, barzellette, efferate banalità, maniere arrembanti, sfrontata disinvoltura indicano il pescatore d´anime fioche: non ne perde una, signore dei creduli; li cattura con gl´infallibili tropismi d´una pianta carnivora. I panegiristi cantano, anche nelle file d´un equivoco dissenso pronto a intendersi con chi regola i balli: lo chiamano medium della psiche collettiva, tecnocrate moderno, politico nuovo; gli attribuiscono «intelligenza da vendere»; e sono formule adulatorie. Il ghigliottinatore non è chirurgo, sebbene tutt´e due taglino. Riconosciamo l´abilità, assai ragguardevole, nel cogliere d´istinto i punti deboli iniettando paure, desideri, illusioni, falsi pensieri. Le opere intellettuali richiedono l´organo d´una visione disinteressata: madre natura gliel´ha negato; vede solo le partite profittevoli; dove manchino prede, appare opaco, distratto, ignorante, d´una ignoranza assoluta. Viene da ridere quando racconta d´usare come livre de chevet l´Encomium Moriae d´Erasmo. Figura, loquela, gesti dispiegano un vaudeville per platee dalla bocca molto buona. Istrione nel senso plautino, ciarla, ride, piagnucola, inveisce, si genuflette, canta, imita la mossa della sciantosa ma dalla maschera ilare trapelano fondi sinistri: allora ricorda l´attore comico Ugo Tognazzi nelle parti nere; l´effetto era choquant. Mettono freddo certe barzellette tra scurrile e macabro (in tedesco Galgenhumour, umorismo da patibolo): pochi giorni fa interviene sul caso tristissimo d´una donna in stato vegetativo da diciassette anni, proclamandola idonea al concepimento, gravidanza e parto; i monopolisti dei transiti all´aldilà sostenevano che fosse omicidio sospendere l´assurda terapia. Ha lo stomaco senza fondo d´uno squalo. La letteratura sull´argomento annovera due immagini: il lupo dalle tre gole che La Fontaine descrive nella satira d´un Florentin (attenti, è rischio mortale associarselo), e Leviathan, formidabile rettile d´acqua magnificato dal Creatore contro Giobbe, vittima d´una sua crudele scommessa col figlio Satana; siccome «un loup doit toujours garder son caractère», né i caimani sanno d´etica, non rispetta nessuno; assale, azzanna, divora, digerisce. una macchina carnivora il cui programma contempla solo queste operazioni, ripetute finché l´ordigno tenga: ogni scarto spontaneo presuppone sguardi introspettivi; e non può guardarsi dentro, mancando la cosa da vedere, né i caimani sono addomesticabili. La sua forza sta nell´essere disumano. L´unico dittatore delle storie rutule, tal Benito Mussolini, aveva intervalli d´umanità, perciò cade: perdona il genero fedifrago; potendo, forse scenderebbe dalla ribalta; non sente il bisogno d´una terribile vendetta. In termini junghiani la sindrome del padrone rutulo è definibile «inflazione dell´Ego», molto pericolosa. La sua identità esclude understatement, ironia, distacco. Quando parla de se ipso, dà spettacoli d´un plateale narcisismo: vuol essere l´Unico, incomparabile, dotato in misura superlativa; mira al primato planetario; posa persino a latinista, lettore d´Erasmo, e storpia le desinenze dei verbi («simul stabunt, simul cadunt», farfugliava). Insomma, direbbe La Fontaine, «prenez garde;/ quiconque s´associe avec lui se hasarde». Mosso da tali pulsioni, come le soddisfa? Ha due armi affilatissime, estro fraudolento e soperchieria. Nella contesa ad armi pulite vale poco, infatti la schiva violando ogni regola, maestro d´imbrogli, e qui eccelle l´istrione versipelle; nuota nella menzogna; giura il falso sulla testa dei figli; corrompe giudici, funzionari, un testimone; falsifica bilanci; afferma l´inverosimile; nega quel che ha appena detto in pubblico, adesca dei parlamentari. Frode e soperchierie non bastano: al tempo delle vecchie società serie sarebbe un commesso viaggiatore, quelli che trascinano la giornata blaterando nei caffè; ancora trent´anni fa era un impresario edile dalla storia oscura. La televisione selvaggia è l´ippogrifo in sella al quale vola sulla luna: vi allunga i piedi con espedienti pirateschi, protetto dalla consorteria governante; e spacciando oppio televisivo conquista la piazza; fescennini, giochi, broda sentimentale; è stregoneria il modo in cui abbassa i livelli mentali. La legge che gli cuciono addosso, lo consacra duopolista dell´etere: e costa poco sbaragliare l´unica concorrente, ancora inibita dall´idea che il pubblico meriti rispetto; lui mesce volgarità aggressiva, ignoranza, falsa allegria, sonno intellettuale, frenesia del successo. Quei politicanti erano uomini suoi: li perde, 1992, ed è vulnerabile l´impero fondato sul privilegio venale. Qui scatta l´impulso egomaniaco: potrebbe scegliersi nuovi clienti; dapprima li sonda, poi delibera l´avventura da solo; la guerra è politica continuata con mezzi diversi; e lui coltiva pirateria affaristica sotto velo politico. Gli spettatori in stato d´ipnosi erano una massa elettorale, basta chiamarli. Ripesca i naufraghi del sistema imploso, finto uomo nuovo: sdogana gli ex fascisti; imbarca una lega rissosa che batte bandiera antipolitica; opera selezioni terrificanti. Da sedici anni tiene banco. Non stupisce che sia potuto accadere. Gli affari morali contano poco in Rutulia: la prassi delle confessioni auricolari ha addormentato le coscienze (il rigorismo pelagiano non attecchirebbe mai); Mater Ecclesia riacconcia anime e dispensa soccorsi; la tensione etica è sospetta. Corrono luoghi comuni d´un nichilismo sogghignante: non c´è niente per cui valga la pena scaldarsi; alla fine le cose s´aggiustano; non prendiamolo troppo sul serio. Hanno aspetti comuni Leviathan e Kniébolo (con questo nomignolo diabolico Ernst Jünger designava Hitler): loquela, volgarità, autismo egoarchico, fantasia criminosa, percezioni viscerali, psiche primitiva, donde l´impulso a raddoppiare le poste, comunque stiano le cose; manca in entrambi la dote politica sine qua non, ossia commisurare gli atti al quadro mutevole dei fatti, avendo mete serie; tutt´e due disumani. Evidenti le differenze: K. attraversa periodi d´abulia; esercita un ascendente ipnotico; persegue disegni indipendenti dalla sua persona (vuole il Reich millenario, l´Impero teutone d´oriente, un´Europa ariana autarchica dall´Atlantico agli Urali in vista delle future guerre transoceaniche). B. impersona l´eretismo e bulimia permanenti, un busy-body il cui unico fine è accumulare la potenza fornita dal denaro: vuol arricchirsi ancora; e l´esigua visione privatistica rende possibile una psicosi acted out, nel cui tentativo fallivano Napoleone e Hitler, sopraffatti dal mondo esterno; lui sinora l´ha cambiato, adeguandolo alle sue abnormi misure, un mondo piccolo ma importante qual è ancora la Rutulia.